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I giovani e l’artigianato d’eccellenza

Legatoria Toscana


La Legatoria Toscana in Val d’Orcia

Era la sera del 14 agosto davanti a un bar del centro storico di Chianciano Terme in provincia di Siena quando ho conosciuto Chiara Riccio, 29 anni, Antonio Riccio, 26 e Adrian Vlad, 32.

Un aperitivo come tanti durante la calda stagione, ma questa volta un po’ speciale, con una nota di sorpresa e di speranza, nel vino e nel cuore.

Per i giovani della mia generazione, i cosiddetti Millennials, Chiara, Antonio, nati in Toscana, e Adrian, originario di Bucarest in Romania, rappresentano la parte che più di tutte ha saputo reagire in maniera costruttiva e proficua alla crisi che ha portato all’estero migliaia di giovani in un tempo rapidissimo.

Nell’ultimo ventennio, mentre molti, giustamente, facevano i bagagli e raggiungevano i paesi anglosassoni, il nord Europa, la Germania e mete più o meno vantaggiose dal punto di vista economico, Chiara e Adi decidevano di tornare in Italia dall’America e, insieme ad Antonio, fratello di Chiara, di reinventarsi, di restare, di resistere.

La loro è una storia di famiglia, di tradizione, di conservazione e di trasmissione dei saperi, ma anche di trasformazione e apertura ai nuovi mercati, attraverso mezzi e strumenti tecnologici innovativi e d’avanguardia.

Agli inizi del Novecento, il nonno dei fratelli Chiara e Antonio, oltre ad essere un bravo tipografo, sviluppò la capacità e la passione per la rilegatura artigianale e fatta a mano di libri, album, diari, agende e quaderni con l’utilizzo di materiali pregiati e di ottima qualità come il cuoio, la pelle, vari tipi di carta, tra cui anche quella fatta a mano, e la tela.
Una passione che investì anche il papà dei due ragazzi, Francesco Riccio, e che si accrebbe con la soddisfazione dei committenti sempre più numerosi.

Una scommessa sulla quale dei giovani hanno puntato, rischiando forze, energie e piccoli capitali all’interno di un mercato internazionale aggressivo e concorrenziale. La loro forza è nella manualità, nel prestigio e nell’unicità che solo il prodotto di fattura artigianale preserva, ma anche nelle nuove competenze informatiche e linguistiche.

Chiara, laureata in lingue parla l’inglese e lo spagnolo oltre, ovviamente, alla lingua madre. Riesce perfettamente a intrattenere i rapporti con l’estero, con la clientela turistica, numerosa a Chianciano, e a gestire le pagine dei social network rigorosamente multilingue. Adrian è la mano artistica e artigianale della Legatoria Toscana, l’anima di ogni copertina, e Antonio lo stratega del marketing, gestore dell’e-commerce internazionale su piattaforme diverse.

La loro legatoria, che ho voluto visitare personalmente, è un luogo in cui il tempo si è fermato. Tutto profuma di pelle, carta, inchiostro, colla. I bulini, le presse, i fogli e i rotoli di cuoio sono visibilissimi sul bancone del laboratorio accanto alla sala espositiva riservata alla vendita. Tutto sa di dettaglio e di cura minuziosa, dalle mensole agli oggetti piccoli o grandi che esibiscono.

I ragazzi vantano collaborazioni prestigiose con le Cartiere di Amalfi (SA) e clienti da ogni parte del mondo. Numerosissime le richieste per il settore del Wedding. Russi, americani chiedono sempre più spesso, e in quantitativi consistenti, prodotti del made in Italy al fine di impreziosire i loro eventi. La Legatoria Toscana realizza il 60% dei ricavi dalle vendite online ed è riuscita a creare, intorno a sé, una buona rete di rivenditori, tra cui le librerie Mondadori.

Uno spaccato dell’eccellenza italiana che non ha tentennato di fronte al disastro economico e che, con nuova energia, rivitalizza uno dei settori che mai si penserebbe come proficuo ed economicamente in salute come quello della rilegatura.

Ciò dimostra che l’oggetto che nasce dalla cura, dalla passione delle mani sapienti non subisce le mode del tempo. Ma li travalica carico di prestigio e di qualità.

Autore Marilena Scuotto

Marilena Scuotto nasce a Torre del Greco in provincia di Napoli il 30 luglio del 1985. Giornalista pubblicista, archeologa e scrittrice, vive dal 2004 al 2014 sui cantieri archeologici di diversi paesi: Yemen, Oman, Isole Cicladi e Italia. Nel 2009, durante gli studi universitari pisani, entra a far parte della redazione della rivista letteraria Aeolo, scrivendo contemporaneamente per giornali, uffici stampa e testate on-line. L’attivismo politico ha rappresentato per l’autore una imprescindibile costante, che lo porterà alla frattura con il mondo accademico a sei mesi dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Da novembre 2015 a marzo 2016 ha lavorato presso l’agenzia di stampa Omninapoli e attualmente scrive e collabora per il quotidiano nazionale online ExPartibus.

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