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I giovani e la depressione

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I giovani e la depressione


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Cosa ci insegnano le Scienze moderne

Il benessere, generalmente, viene accresciuto grazie alla capacità di creare relazioni soddisfacenti e quando non si realizzano nascono dapprima forti disagi i quali, nel tempo, si tramutano in veri e propri disturbi cronici.
Ciò che mi spinge ad occuparmi sempre più dei malesseri giovanili sono i campanelli, ormai diventati grosse campane, che da tempo risuonano con gli avvertimenti di psicologi, psicanalisti, educatori, filosofi e perfino psichiatri, come l’autorevole Prof. Stefano Vicari.

Ultimamente ha collaborato con la neuro-scienziata Daniela Lucangeli, coadiuvandola durante un webinar.

Già in passato, il Prof. Vicari, aveva riportato un resoconto allarmante derivante dall’OMS:

Il 10% dei bambini e il 16% degli adolescenti sono a rischio disturbi psichiatrici. Il 75% di loro li manifesta entro i 25 anni e il picco di incidenza è tra 12 e i 35 anni.

Pressioni ambientali, aspettative sociali e impulsività coordinano il malessere dirigendolo verso la malattia mentale.

Disturbi precoci, mai visti in passato in misura così consistente, si insinuano radicalmente già nelle scuole elementari, con stati d’ansia generati fin dalla più tenera età.

Gli adolescenti si deprimono con una misura dell’8% creando notevole inquietudine e senso di impotenza nelle famiglie.

Oltre a ciò c’è un nuovo disturbo che nel lontano passato non esisteva affatto e cioè le patologie che riguardano l’uso di sostanze, come, per esempio, la cannabis, rilevabile perfino nei bambini che vanno dagli otto agli undici anni.

In merito a ciò va ulteriormente aggiunto che i bambini a rischio di disturbo da uso di sostanze potrebbero anche non averne mai assunte direttamente poiché l’intossicazione cerebrale è in grado di farsi strada indirettamente durante il periodo di gravidanza della madre, se quest’ultima ne fa uso.

Perché ci si ammala?

Anche le malattie mentali come quelle fisiche non hanno mai una sola ragione.

I tre fattori concomitanti vengono attribuiti a questioni genetiche, ambientali e temperamentali, ci dice ancora Vicari.

Le cause sono in concorso tra di loro e se è vero che è molto difficile operare sul DNA è altrettanto vero che possiamo fare qualcosa per migliorare l’ambiente in cui i giovani crescono, di modo anche che il loro temperamento, pur derivante da fattori genetici possa essere modulato al meglio, diminuendo il rischio dello sviluppo di problematiche psichiatriche.

Le statistiche ci rivelano, oltretutto, un dato angosciante che riguarda la cannabis di cui oggi la maggioranza dei giovani fanno un utilizzo spropositato.

I soggetti che entrano in contatto con questa sostanza fin da giovani hanno buone probabilità di sviluppare, nel tempo, la schizofrenia.

Questa e tante altre ragioni mi hanno portato ad occuparmi con maggiore intensità a fare la mia piccola parte nel campo filosofico – educativo.

Non esistono certamente soluzioni facili contro la depressione giovanile ma se l’educazione familiare è in crisi e altrettanto lo sono gli istituti scolastici, sociali, politici e religiosi, occorre che ognuno, per quel che può e come può, venga chiamato a dare il proprio contributo per tentare almeno di prevenire il dilagare dei malesseri mentali i quali, se non curati per tempo, rischiano di assumere proporzioni croniche irreversibili.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.