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I fiori d’acacia

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acacia


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Lungo le strade
del maggio fuggente,
I fiori d’acacia
adornano gli alberi
come palle di neve.

Pochi giorni soltanto
a ricordarci che il tempo
è come il vento che passa
di foglia in foglia,
di fiore in fiore…

E quel profumo sottile,
sulle scarpate ripide,
solo ai pochi rimane,
come ricordo fugace,
della stagione che viene.
Stefano Tini – I fiori d’acacia

La foglia di acacia, che frequentemente vediamo come distintivo sul bavero del vestito dei Liberi Muratori in bella mostra, forgiato in un materiale prezioso, smaltato con maestria, fra i tanti simboli massonici è quello che ha tutta una sua particolarità e che, più degli altri, riscuote tra i Fratelli interesse e curiosità. Io, personalmente, lo amo.

Fin dall’antichità l’albero di acacia, grazie alla consistenza estremamente dura del suo legno, era considerato rappresentante della perennità, quindi, ricondotto, metaforicamente, alla vita eterna; ad avvalorare tale credenza era anche il suo colore verde, tinta idealmente associata alla vita.

Nella cultura egizia aveva un valore divino, iniziatico, di rinascita a nuova vita, come si evince dal culto di Osiride. L’antica leggenda narra che Osiride fu ucciso e fatto a pezzi dal fratello Seth. La sua sposa – sorella, Iside, disperata, iniziò a ricercare il corpo dell’amato e, trovatene le membra disperse, per farlo ritornare in vita, le ricompose all’interno di una bara fatta proprio di legno d’acacia.

Esistono altri riferimenti antichi dell’importanza sacra di questo albero. Secondo la leggenda, il roveto ardente per mezzo del quale Dio si presentò a Mosè era un’acacia. Nel libro dell’Esodo, nell’Antico Testamento, si narra che Beselcel costruì l’Arca utilizzando legno di acacia ricoperto con dell’oro purissimo.

Inoltre, tutti i sacri fuochi venivano realizzati, facendo ardere del legno di acacia e, sempre con il medesimo legno, venivano create le pire sulle quali si cremavano i corpi dei re e dei sacerdoti.

Per gli Ebrei era, ed è ancora oggi, l’albero che forniva il sacro legno Shittim, che, per le sue caratteristiche, è incorruttibile, quindi l’unico degno di contenere le Tavole della Legge, il patto fra Dio e l’uomo.

Ma torniamo alla Massoneria in cui rappresentava e rappresenta il simbolo della resurrezione, la morte ideale che porta alla rinascita del pensiero.

Esiste una leggenda secondo la quale dal tronco dell’albero di un’acacia prendevano vita tre rami: uno di fico, che fa riferimento alla massoneria egizia; uno di quercia, la massoneria svedese; uno di acacia stessa, che la massoneria scozzese. Quest’ultimo, secondo la tradizione, sarebbe stato quello, che, in maniera più diretta, avrebbe trasmesso il vero messaggio di iniziazione.

Il mitico architetto del Tempio di Salomone, Hiram Abif, assassinato dai tre malvagi compagni che volevano indebitamente ottenere la parola di Passo di Maestro, venne sepolto di notte dai suoi assalitori, che piantarono un ramo di acacia sul tumulo, indizio, questo, che aiuterà a trovarne i resti. È curioso che gli assassini, che avrebbero dovuto voler nascondere il loro crimine, segnalassero così la sepoltura.

L’acacia acquista, così, una doppia valenza, come quegli strumenti di costruzione, la squadra, il righello e il mazzuolo usati dagli assassini per uccidere, dunque per distruggere. Allo stesso modo, questo ramo di acacia, conficcato nel terreno come indizio di riconoscimento della salma, diviene il segno del Maestro, incarnazione di Hiram. I doveri rappresentati dall’Albero di Acacia sono: innocenza, incorruttibilità, calore e luce solare, virtù che rendono immortale chi le acquisisce. Infatti, nella simbologia muratoria, interviene il Triangolo a conciliare gli opposti.

Che significato ha i Massoni la presenza di questo ramo? La sua natura imputrescibile, il fatto di essere un sempreverde rimanda, ovviamente, all’immortalità, in allineamento con la leggenda di Hiram.

Se la conoscenza si trova all’ombra dell’albero di acacia, dovremmo dedurne che la conoscenza è immortale? Dato che sta “riposando”, significa che ha bisogno di essere svegliata? Ma dove può riposare se non in noi stessi?

Può essere risvegliata solo quando la carne lascia le ossa, quando l’uomo ha la consapevolezza di ciò che è materia e di ciò che è spirito, il che è simboleggiato dal compasso posto sulla squadra.

La loggia, il sé collettivo dei Massoni, aiuta a riscoprire la loro unità, elevando il Maestro attraverso i cinque punti perfetti della maestria.

Le caratteristiche dell’acacia sono adatte a simboleggiare il pensiero e l’opera dei Fratelli: la sua vitalità, il suo vigore, la solidità del suo legno, la profondità delle sue radici, la gentilezza del suo fogliame, la fragranza delicata dei suoi fiori!

La sua simbologia, dunque, non è la rappresentazione astratta di concetti filosofici ma un messaggio che parla al nostro animo, che stimola nel profondo un’indefinibile empatia.

Ecco perché amo l’acacia, le sue belle foglie, semplici, umili, sincere. Amo la sua vitalità e il suo vigore, la perenne speranza che emana, il suo protrarsi sempre alla vita, auspicando sempre più felici successi nel nostro anelante viaggio verso la Luce.

Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.