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I coach del pensiero positivo

I coach del pensiero positivo


Le radici economiche

I coach del pensiero positivo, quelli del ‘dovete essere sempre felici qualunque cosa vi accada’ hanno radici politiche ed economiche.

Una di queste radici la troviamo nel Regno Unito, nel 2007.

Dopo avere annunciato i tagli della spesa pubblica, come mai nella storia era accaduto prima, Cameron propose di adottare la felicità come indice del progresso sociale.

Furono allora subito accantonate le argomentazioni economiche, per predicare alla nazione un nuovo credo: gli inglesi non dovevano pensare solo al guadagno monetario e a riempirsi le tasche di sterline, bensì anche a come riempirsi il cuore di gioia.

Nascono allora pubblicazioni a non finire per avvalorarne l’idea.

Uno stratagemma diversivo per allontanare l’attenzione dagli indicatori socio – economici che generalmente si usano per valutare lo stato di salute di un Paese, e cioè la redistribuzione del reddito, le disuguaglianze economiche, la segregazione, la disparità di genere, la disoccupazione, la corruzione, eccetera.

Da qui l’homo ridens, sempre e comunque, per insegnare al mondo che se non sei felice, è tutta colpa tua perché vedi sempre tutto nero e non ti dai da fare per creare il tuo benessere e la tua felicità indipendentemente dal fatto che tu non sia nato nelle stesse condizioni fortunate di tanti altri.

Perciò, punto primo: verifica sempre se ha davvero una giustificazione il fatto che tu debba sentirti in colpa se qualcosa non va nella tua vita.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.

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