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I bagni pitagorici

Vincenzo Cacace, I bagni pitagorici


Olio su tavola, cm.55×45

E… così… che ancora riemerge dai recessi della memoria una Visione in cui ogni colore è “mesticato” a dovere sulla tavolozza, come smalto prezioso, pigmento che attraversa lo spazio e separa il piano della materia dalla spirituale verticalità…

una visione in cui trascendenza e magistralità si fondono nell’atto “Antico” del dipingere… prima magico, sciamanico, che ha raccontato l’Uomo dalle origini, forse ancora prima della scrittura stessa… e che forse ne è stata la madre… amalgama, impasto e gesto creativo, emulo terreno dell’originaria “radice” archetipale… ogni volto cromaticamente plasmato non è più una copia composta dall’imitazione della deperibile carne, bensì il risultato delle “alchemiche” trasmutazioni della materia…

Il chimico pigmento che ora si fa porcellana, forma di beltà, idea limpida, purezza incorruttibile, salvata dall’atmosfera avvelenata, corrosiva della quotidianità, da un ialino diaframma, una vernice dai riflessi numinosi, “pelle” cristallina…

Non più l’atramento scuro inventato da Apelle, composto con le lacrime di resina, miscelate alla fuliggine degli stessi pini marittimi di Colofone, legni arsi nelle fornaci dei vasi ellenici, quelli che diffusero il Mito e le azioni degli eroi in ogni luogo lambito dalle acque del Mediterraneo.

Ma… non è più solo quella pelle, ormai consunta da cui emergono le storie cicliche e ricorrenti ancora presenti antropologicamente nel nostro assurdo quotidiano, la veste protettiva o lo “scafandro”, che serve al procedere nei territori dell’immaginazione.

Nonostante gli annunci della mia gioventù, quest’ultima “mai è andata davvero al potere”… ed ora essa tornerebbe più che mai utile per attraversare indenni il “guado” che ci separa dalla nostra Coscienza formativa.

Un’altra… dunque si affaccia… nata da una nuova eidesi… quella che non trovando in terra delle consone acque lustranti ha dovuto inventarsi un “mare della tranquillità” in quel lontano emisfero della Luna che si affaccia speculare ai nostri occhi… ai nostri sensi più vicini alla fonte del Pensiero e, quindi, alla sorgente dei nostri sogni…

… e nella quale ogni ideale e pitagorica geometria in quel mai navigato e non inquinato pelago galleggia indisturbata; quel mare della Memoria che ha in sé ogni Nostalgia del Passato e… del Futuro è come una materna acqua di placenta senza procelle… dove tutto coesiste insieme all’immagine polarizzata, “deificata” dell’Anima…

Essenza con diritto di cittadinanza in quella “ortogonale proiezione”, che rende consustanziale ciò che è in Cielo con quello che è in Terra… o… viceversa?

“Husserlianamente”… e… permettetemi tal licenza di parola, potrebbe essere che, in quel Dubbio fenomenologico, sia proprio “Chi” governa quell’Iperuranica dimensione a sorridere di noi…

Etereo ed Eterno Bagnante in quelle acque, dopo aver disegnato perfette geometrie, a sognare, a sua volta, un Genere Umano SimilMente… Sognante!

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.

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