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Gutta cavat lapidem non vi sed saepe cadendo

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Gutta


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Gutta cavat lapidem non vi sed saepe cadendo.

Questa locuzione, vecchia quasi come il mondo, ai tempi dei latini aveva un significato prevalentemente negativo, perché indicava gli effetti dannosi di un’azione, anche lieve, ma ripetuta e continua nel tempo.

Una goccia d’acqua, infatti, è capace di scavare, la pietra, il marmo o una roccia e di rovinarli se cade regolarmente e sempre nello stesso punto per anni.

Da quel primo passo verso la soglia del Tempio e, quindi, con l’avvio del mio cammino iniziatico, ho invece interpretato l’azione di quella piccola stilla come la ferrea volontà di raggiungere un obiettivo, non in funzione della sua forza, ma in virtù della sua perseveranza o resilienza, ovvero della capacità di tenere intatta la motivazione per tutto il tempo necessario.

In Massoneria, spesso, ho sentito parlare di uomo di bisogno e uomo di volontà, due espressioni diverse per esprimere due stati di coscienza profondamente differenti tra loro.

Credo di averli attraversati e vissuti entrambi: prima quello da profana motivata ad entrare nell’istituzione, poi quello da adepta, incamminandomi sul sentiero della realizzazione.

La volontà, dunque, non è solo una pulsione spontanea o razionale, ma è qualcosa di intrinseco all’essenza dell’individuo, poiché, insieme alla coscienza, forma il suo io. E non solo quello empirico, sperimentale, ma anche l’io profondo, poiché, volontà e coscienza altro non sono che energia.

Sant’Agostino affermava:

Homines sunt voluntates.
Gli uomini sono volontà.

Essi hanno un’autocoscienza, che si esprime solo attraverso la volontà, e per questo motivo, hanno la possibilità di progredire.

Gli uomini di bisogno, intrapreso il cammino iniziatico, o si perdono o si fermano: non sono in grado di approfondire gli insegnamenti che vengono offerti loro, per conseguire il meglio delle potenzialità, in base al proprio livello evolutivo.

Non tutti hanno il medesimo grado di evoluzione, che niente ha a che fare con il livello culturale. Difformi sono le strade tracciate per ognuno di noi e svariati i mezzi che ci sono stati dati per seguirle; è per questo che occorre trovare la propria. Ognuno deve sforzarsi di agire al massimo delle proprie potenzialità.

Il Maestro Saggio dovrà indicare al neofita la “sua strada”, per fargli evitare di intraprendere quei percorsi troppo difficili, in questo modo non si scoraggerà, affinché perseveri e giunga alla meta.

La presenza del Grande Architetto Dell’Universo contribuisce allo sviluppo della libera volontà, dello spaziare senza limiti e della ricerca di un ideale senza imposizioni di metodo ed incarna il modello ideale di perfezione di ogni concetto ed elemento umano.

Lo scopo della Libera Muratoria esprime un modo di vivere e di pensare che si trova al punto di incontro tra il razionale e lo spirituale.

Partendo dal presupposto che l’uomo gode di una totale libertà interiore, di un suo potere decisionale nell’intraprendere azioni, nell’abbracciare idee, nel prendere delle decisioni senza l’influenza di un potere immanente determinatore, comprendiamo la nozione di volontà per un Massone.

Ogni forma di limitazione del pensiero è contraria ai valori latomistici.

Non dimentichiamo che chi bussa alla porta del Tempio, prima di tutto, è un Uomo nato libero e di buoni costumi ed entrando nella famiglia massonica, si impegna sì a lavorare “secondo la determinazione della propria volontà”, ma seguendo gli insegnamenti che gli verranno dati.

La Massoneria non è imposizione, è usare la ragione e la libertà per divenire Uomini liberi con una forte consapevolezza del Sé.

La via iniziatica non può essere né affrontata, né percorsa senza volontà. È questa a sostenere il neofita affinché ottenga lo scopo stabilito: la Sapienza che diventa Saggezza e si trasforma in Conoscenza.

Cicerone diceva:

Voluntas est, quae quid cumratione desiderat.

La volontà è quell’impulso proprio di chi tende a desiderare qualcosa con il sostegno della ragione.

Ed è per questo che l’aspirazione alla Sapienza richiede un impegno personale e costante per l’acquisizione di un’etica e di una coscienza.

Sia lo sviluppo che la conquista di ogni tappa del processo iniziatico, dall’iniziazione formale a quella reale, sono mossi dalla passione, modellati dalla ragione e richiedono scelte, prese di posizioni che avvengono per un volere, frutto di una deliberazione e, di conseguenza, di un desiderio.

Senza questo processo la scelta sarebbe soltanto un impeto dettato dal sentimento che, probabilmente, si rivelerebbe instabile e di breve durata.

Il percorso iniziatico del Massone è segnato dalla ricerca di una conoscenza senza limiti per contenuti e metodi e dall’impronta del rapporto tra volontà e dovere.

La prima è l’elemento attivo, dinamico e vigile, capace di indirizzare lo scopo perché si possa arrivare all’obiettivo, attraverso l’esercitazione del libero arbitrio.

Ed è qui che entra in gioco la determinazione, che, sostenuta dal senso critico, dalla virtù etica e dalla forza della morale, consente di concretizzare il più massonico dei doveri, il lavoro su se stessi.

Da qui l’interpretazione positiva della goccia che perfora la pietra non con la forza, bensì con il continuo stillicidio. Le più grandi alleate per divenire un buon Massone sono, appunto, la perseveranza e la costanza.

Un’azione banale, come quella del cadere della goccia, può cambiare le cose in modo consistente. Un’esortazione altrettanto ordinaria, per ricordare che, con regolarità e dedizione, si possono conseguire importanti cambiamenti.

Con questo incitamento, auguro a tutti i Fratelli un felice e proficuo lavoro… su se stessi!

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Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.