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Guerra e pace amorosa

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Guerra e pace amorosa


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Crisi pandemica e crisi d’identità

Ora che tutto sembra quasi volgere al termine, che cosa ci rimane?
Ci rimane quel quasi che, come una spada di Damocle, mantiene l’ansia ad un livello subdolo e costante.
Ci rimangono responsabilità maggiori, a causa della necessità di una rinascita che non si sa bene in che modo farla partorire.

Nell’ultimo dopo guerra c’era tutto da ricostruire e bastava rimboccarsi le maniche, ma ora?

Non sono state distrutte le “cose” sono state messe in ginocchio le persone.

Hanno paragonato la pandemia ad un conflitto mondiale sollevato da eserciti armati, ma non è così. Quando finisce una guerra si fa festa, si danza e si canta, pieni di speranza, sicuri che non accadrà mai più, se non altro in tempi brevi, perché troppo scottati per diventare così imbecilli da dichiararne un’altra.

Ma i virus non hanno Generali ai quali obbedire, e lasciano infime “mine anti uomo” disseminate ovunque e pronte ad esplodere in ogni dove ed in qualsiasi momento.

Che cosa ci rimane allora?

Viaggiando a ritroso nel tempo mi accorgo che ci rimane quello che ci è rimasto da sempre, la passione amorosa.

L’Amore è sempre stata la principale occupazione degli esseri umani e non c’è forza più grande che ci possa far perdere il lume della ragione e dimenticare, almeno per alcuni momenti, anche le vicissitudini più tristi.

I poeti continueranno a scrivere, gli artisti a dipingere, cantare, suonare e creare, raccontando le infinite bellezze del mondo, pur con tutti i dolori con cui vanno a braccetto.

E non importa se gli amori non corrisposti sono ben capaci di ferire con numerose varianti sul tema, in modi raffinati, sottili e perfino crudeli, anzi, proprio per tale ragione, la passione amorosa continuerà ad offrire spunti per argomentare, dialogare, discutere, litigare e scrivere in modo inesauribile.

Tutte le fiabe hanno i loro orchi e le loro streghe, ma forse che per questo abbiamo smesso di leggerle o di elaborarne delle nuove sotto le più svariate forme, romanzate o cinematografiche che siano?

L’Amore è la più sublime strategia di riscatto per tutte le nostre esistenze, per tutti i nostri fallimenti; è l’ala protettrice che rapisce i nostri pensieri per non lasciarli turbare dalle miserie che ci circondano, e più è passionale e più ci coinvolge, cascasse pure il mondo e il pianeta intero.

Rappresenta l’ultimo assalto, l’ultima avventura, seppur rischiosa, per non finire vittime dell’apatia, della depressione e dello scoraggiamento:

Io ti Amo! Tu mi ami? Allora nulla ci potrà fermare!

E chi non è corrisposto?

Il poeta non canta solo per le gioie dell’Amore, bensì anche per i dolori che procura, per il veleno che produce nelle vene ma, in ogni caso, ne viene totalmente assorbito, come se quella mancata corresponsione fosse la cosa più importante della vita e, anche in questo caso, che caschi pure il mondo e il cielo intero, e così sia.

Non ci rimane allora che lasciarci travolgere, coinvolgere e trascinare, per l’ennesima volta, dalla passione amorosa.

Per chi?

Non importa per chi!

Per te, per me, per tutti, per la vita, per la terra, per il cielo o anche solo per le formiche a cui doni molliche di pane nel tuo giardino.

È la radice a sostenere l’albero e non il contrario.

Affidati a quella, giacché quella è rimasta, e se ti ci aggrappi, non ti mancheranno le forze per continuare a crescere.

Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.