A Rispescia l’ex colonia rinasce nel segno della collaborazione e innovazione
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Collaborazione e innovazione sociale sono le due parole chiave del nuovo progetto sperimentale che viene realizzato a Rispescia, Grosseto, nel parco della Maremma grossetana.
Lo ripete più volte l’Assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli, intervenuto oggi a Grosseto alla presentazione dell’iniziativa.
Si tratta del primo progetto pilota “ad impatto sociale” per la provincia della Toscana meridionale.
Un immobile pubblico al momento non utilizzato
che viene messo a frutto con modalità nuove nello spirito di CollaboraToscana
ricorda Bugli, ovvero il percorso avviato dalla Regione sulla collaborazione. C’è una gestione che coinvolge cittadini e associazioni. E nuova è anche la modalità di finanziamento, visto che gli stessi cittadini, come previsto dalla legge sul Terzo Settore, quell’universo che in Italia muove l’8 per cento del PIL, potranno partecipare sottoscrivendo prodotti di finanza sociale.
Non è marginale che la finalità del progetto sia pure quella di produrre reddito, offrendo qualcosa che prima non c’era, rispondendo anche ad una emergenza ma con l’obiettivo di creare un beneficio per l’intera comunità.
È una declinazione nuova delle politiche sociali e del welfare, che dopo i Paesi emergenti inizia a farsi strada anche in economie mature come quelle dell’Europa, come motore di sviluppo sociale ed economico.
L’immobile in disuso a Rispescia che sarà restaurato, proprietà dell’Ente Terre Toscane Tenuta di Alberese, è il vecchio villaggio – colonia Enaoli, che negli anni Cinquanta accoglieva gli orfani dei contadini e ora diventerà un polo di aggregazione. La Regione l’ha messo a bando e un comitato, poi confluito nell’associazione Lu.Ci, si è aggiudicato un anno fa la concessione.
Il progetto coinvolge più soggetti: dalla Regione, ed Ente Terre di Toscana, a Fondazione Etica, dalla Caritas diocesana di Grosseto a Confindustria Toscana Sud fino all’emittente Tv9.
Nell’edificio nascerà un ristorante bio dai costi sostenibili e prodotti a chilometro zero provenienti dalle aziende agricole del parco regionale; lo gestirà una cooperativa, che offrirà lavoro a disoccupati, disabili, ex carcerati, migranti ed altri soggetti in difficoltà ma coinvolgerà anche gli studenti dell’istituto alberghiero delle zona. Parte degli utili saranno destinati ad un fondo per futuri progetti di impatto sociale. Nell’immobile nascerà anche una sala prove a disposizione di giovani, e non solo, che vogliono suonare e stare insieme. Potranno esibirsi la sera nell’area spettacoli e chi ne fruirà si impegna in cambio a diventare ‘maestro’ per qualche ora del proprio strumento, a beneficio di quanti non possono permettersi il costo di un corso di musica.
Nell’immobile di Rispescia si insegnerà anche l’innovazione a impatto sociale, con il coinvolgimento dell’associazione industriali per aiutare nel disbrigo delle pratiche burocratiche le startup che si spera nasceranno e ci sarà anche una presenza di Legambiente.
Spiega l’Assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, intervenuto a Grosseto alla conferenza stampa di presentazione:
Il valore del progetto chiaramente va oltre il recupero, sia pur importante, di un immobile in disuso.
Si creeranno nuovi posti di lavoro e i nuovi occupati avranno un reddito da spendere che andrà a beneficio di altre attività economiche locali.
Ne beneficeranno le istituzioni per il maggior gettito fiscale. Ne potranno godere i turisti del Parco. Offrendo lavoro alle persone più fragili, il centro sarà occasione anche di integrazione e partecipazione e di conseguenza renderà tutta l’area più sicura.Questo progetto sperimentale a impatto sociale nasce da un percorso che negli anni ha visto la partecipazione dell’intera comunità attraverso più componenti private ed aspira a essere un modello replicabile, per le ricadute positive non solo ambientali ma anche economiche e sociali.
Da tempo crediamo nella politica collaborativa e negli interventi di sicurezza integrata che prevedono la partecipazione attiva della comunità. In Toscana tutte le riforme più importanti le abbiamo fatte con questa impronta di collaborazione.
Ma il centro Luci che nascerà a Rispescia si contraddistingue anche per un’ulteriore novità, già richiamata dall’assessore. I costi per il restauro e la rigenerazione dello spazio (200 mila euro) saranno infatti garantiti da un social bond emesso da una banca con un forte radicamento nel territorio. Se fosse, è stato fatto stamani un esempio, un certificato o un conto deposito a quattro anni, con interessi al 2 per cento rilasciati sotto forma di cedole semestrali di cui almeno lo 0,5 devoluti al progetto, ci sarebbero a disposizione 50 mila euro l’anno ipotizzando una raccolta di 10 milioni. Tutte le entrate e il loro utilizzo saranno rendicontate su un sito web dedicato.
Ha aggiunto Marco Locatelli, direttore di Ente Terre Toscane:
Nell’area ex Enaoli dove l’immobile si trova è prevista la nascita di un centro agroalimentare. Questo progetto Luci quindi è in linea con la mission di Terre Toscana ed è compatibile con l’idea di costruire in futuro una cittadella del buon cibo toscano.