Soffermarsi un momento sui graffiti primitivi presenti in grotte permette molte riflessioni sugli Uomini che siamo oggi. Differenti dai Primitivi ed incredibilmente identici ai Primitivi.
Gli Uomini più anziani, forti di esperienza e non più nel fisico, attraverso il disegno narravano ai piccini le azioni di caccia che gli adulti prestanti compivano per garantire le risorse alimentari ed energetiche necessarie a loro ed al gruppo.
Insegnavano la tecnica e con essa il coraggio, insegnavano il come e dove colpire la preda, identificando il collegamento tra forme e funzioni, come anche i collegamenti con la vita e la morte. Tracciavano già le prime nozioni della Medicina. Insegnavano ad agire ed a combattere la Paura.
Immagini fisse. Immagini ripetute in altre caverne man mano che il gruppo si espandeva nel numero e sul territorio. E così, caverna dopo caverna, un tempo dopo l’altro venivano arricchite da ulteriori dettagli che la sapienza della mente con la capacità della mano sapeva rappresentare.
Ma ciò che non mancava era la narrazione.
La narrazione permetteva a quelle immagini di evocare stati d’animo, sentimenti. Come anche reazioni, ed ancora meglio consolidavano la tempra per le azioni del futuro.
Non un passatempo: una occupazione gradevole e poco impegnativa. Il contrario.
Nasce così il discorrere, il conversare, il tener e fare compagnia. Nasce così l’arginare la Paura, il contenere l’Intemperanza, il frenare la Reattività.
Al tempo stesso matura il lasciarsi andare, si sviluppa il Padroneggiare, si libera la Capacità. Ci si eleva.
Un’attività emozionante ed impegnativa: l’Intrattenimento.
L’intrattenimento nasce così.
Immagini che divengono simboli, parole che divengono simboli. E su di loro scorrono sedimentandosi le storie con tutte le loro evocazioni.
Trasmettere le Storie è la prima attività dell’Uomo, sincrona al procacciarsi il cibo. Diffondere le Storie è stata la seconda. Identificarne gli strumenti di diffusione è stata la sfida. Dagli Amanuensi, alla Stampa, ai Software.
Oggi siamo di nuovo in grado di diffondere, in modo molto più veloce e individuando i destinatari, immagini e parole.
Ci siamo posti all’inizio di una parabola. Ci siamo posti esattamente nella traiettoria che nel passato ha portato alla creazione del rilegare. Predicato derivato dal latino religare, composto di re– e ligare, termine nella cui significazione etimologica mi piace identificare anche lèggere dal latino lĕgĕre raccogliere, affine al greco λέγω raccogliere, dire; come anche rex e lex. Non fosse altro che per il fatto che il termine legge che deriva da lex – legis è affine a lĕgĕre indica, in generale, ogni principio con cui si enunci o si riconosca l’ordine che si riscontra nella realtà naturale o umana. E che, nello stesso tempo, si ponga come guida di comportamenti in armonia con tale realtà.
Il prodotto del rilegare è il Libro. Non una semplice sovrapposizione di fogli fine a se stessa.
Bensì un riferimento.
Ma il Libro è destinato a finire?
Il Lettore è destinato a finire?
Dove e quali sono le mutazioni che hanno generato questa rinnovata fenomenologia di fruizione di immagini e parole?
Questa nuova parabola è Intrattenimento o Passatempo?
Autore Alfredo Marinelli
Alfredo Marinelli è Professore di Oncologia presso l’Università Federico II di Napoli, nonché docente e componente del board scientifico dell’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale “Luigi De Marchi” di Roma. Oltre che di pubblicazioni scientifiche è coautore di testi universitari per Mcgrow Hill et al. È componente del Grande Oriente d’Italia – Massoneria Universale. Profilo ed attività presenti su www.Linkedin.com