Le associazioni APAB e Aleteia, tra i firmatari dell’intesa, impegnate in prima linea nell’attuazione concreta degli interventi per i prossimi tre anni
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Un protocollo d’intesa per la realizzazione del progetto MeF, Mediazione, attività riparative e Formazione: lo hanno firmato la Regione Toscana, il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, l’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna, il Centro di giustizia minorile per la Toscana e l’Umbria, ANCI Toscana, e le associazioni APAB e Aleteia.
L’accordo consentirà, nell’arco di tre anni, di dare concretezza al progetto presentato dalle associazioni APAB e Aleteia, finalizzato al coinvolgimento attivo del reo, della vittima e della comunità civile, così come prevedono i modelli europei di giustizia riparativa, non esclusivamente penale, che si avvale di strumenti, finalizzati a promuovere la riparazione del danno, causato dal reato, tramite un percorso di responsabilizzazione che si sviluppa nel corso della pena, e che, nel caso di reati lievi, può anche sostituirla.
L’intesa fa seguito ad accordi precedenti, che da alcuni anni consentono, in tutta la Toscana, un progressivo sviluppo di progetti di giustizia riparativa e di ascolto alle vittime, realizzati in rete tra uffici di esecuzione penale esterna e di servizio sociale per i minorenni, associazioni ed enti locali, in linea appunto con le indicazioni e le esperienze europee.
È la stessa assessora al regionale al diritto alla salute a ricordare l’importanza di una collaborazione avviata nel 2014, che, proprio grazie alla sinergia venutasi a creare con tutti i soggetti istituzionali interessati, ha consentito di promuovere e realizzare interventi, che potessero offrire ai cittadini una maggiore accessibilità alla giustizia, alle vittime una nuova attenzione e agli autori di reato opportunità di percorsi formativi di responsabilizzazione, interpretando alla lettera uno dei principi cardini dello statuto della Regione Toscana, volto a favorire il pieno sviluppo della persona, nel rispetto della dignità e dei diritti umani.
Tra gli obiettivi generali del progetto sono previsti dunque: una metodologia innovativa e condivisa che migliori l’efficacia del percorso dell’esecuzione penale e della messa alla prova; interventi finalizzati alla riduzione dei conflitti; attività volte alla diminuzione della recidiva e alla sensibilizzazione della società locale.