‘Il mio cinema visionario e naïf: una sintesi tra espressionismo e neorealismo’
Ciò che affascina di più quando ci si trova di fronte ad un Artista come Giovanni Circelli è il suo sguardo sognante, il tono quasi tremante della voce mentre, con estrema semplicità e dolcezza, nello spiegarti il suo ‘duende’, riesce non solo a visualizzarlo ma a farti desiderare che quello stesso demone che lo guida nel suo percorso artistico rapisca anche te.
Un incontro suggestivo in cui parliamo visivamente dell’esperienza sociale evocando l’estetica del cinema dei pionieri.
Un visionario, Giovanni Circelli, nel senso più nobile del termine, alla continua ricerca di un’emozione che possa placare l’insaziabile e primigenia sete di curiosità. Perennemente inappagato, dove quest’insoddisfazione è da intendersi come assolutamente funzionale alla sua prolifica attività.
Avellinese di nascita ma trapiantato nel capoluogo partenopeo, diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Napoli e allievo del Maestro Lucio Allocca al Théâtre de Poche di Napoli.
Si trasferisce poi, in Emilia Romagna, dove, eterei, aleggiano altri paesaggi, altre luminosità, altre ombre, altre atmosfere, altri ritmi architettonici che diventano preponderanti nei suoi lavori. Proprio a Bologna, in occasione di una sua proiezione, incontra lo sceneggiatore Ermanno Cavazzoni che mostra grande stima per i suoi lavori.
Ma Napoli, insistentemente lo reclama, riportandolo indietro.
Pittore, restauratore, attore, mimo, regista, fotografo, performer, declina tutte le possibili sfumature dell’Arte, che, però, sembrano non bastagli. Le abbandona, le sorpassa, finché, esausto, non vi ritorna ciclicamente, aggiungendo, ogni volta, una nuova parte di sé, frutto di quel percorso esperienziale che trova nella maschera il suo sfogo sublime.
Nel 2002, in teatro in ‘Vincent’ di Patrizia Sarpa e Lucio Finale, per la regia di Antonio Capuano, interpreta, con successo, l’antiquario Theo Van Gogh, fratello del geniale pittore olandese.
Nel 2010, nella VI edizione del festival di corti teatrali, ‘La corte della formica’, organizzato a Napoli da Gianmarco Cesario e Manuela Schiano Lomoriello per l’associazione Teatro a Vapore, riceve la menzione speciale per l’opera ‘Teatranti’, splendido e grottesco percorso nell’universo dei comici dell’arte, ambientato in un carrozzone nella pianura padana di un fittizio Seicento, durata 03.48.
Nel 2015 partecipa al film ‘Per Amor Vostro’ di Giuseppe M. Gaudino con Valeria Golino presentato in concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte del Cinema di Venezia.
Il contatto con l’altro è ciò che più gli preme, il soggetto-oggetto della sua attenzione è, spesso, quel particolare che agli occhi dei più sfuggirebbe. I suoi lavori, che si tratti di quadri, drammaturgie, direzioni o immagini, pullulano di vissuto. Sconosciuti personaggi di strada, vicoli caratteristici della città, scorci suggestivi o, piuttosto, luoghi anonimi capaci sempre di lasciare il segno.
Il suo segreto sta nel riuscire a cristallizzare il tempo. Ecco spiegato l’utilizzo del bianco e nero nelle sue foto così come nei corti muti. Il contenuto del messaggio che lancia non deve trovare distrazione alcuna nel colore, piuttosto uscirne rafforzato, potenziando l’immaginazione personale ed intima di ciascuno di noi. L’evocazione di un senso che travalichi il tangibile per sconfinare nell’onirico. La totale assenza di informazioni cromatiche lascia sì intuire i colori grazie alla ‘costanza percettiva’, ma disvela un universo di possibilità infinite.
Nei corti cinematografici di Giovanni Circelli, il ricorso al muto rimarca la necessità di un ritorno alla comunicazione più pura, quella in cui immagine ed immaginazione si fondono diventando poesia, messaggio emozionale dalle infinite sfaccettature.
E la celebrazione dell’ossimoro si compie.
La musica che accompagna i suoi filmati, ora soave ora più energica veicola perfettamente il suo messaggio.
La sua ‘silent era’ ci regala una mimica corporea assolutamente espressiva, intensa, coinvolgente, evocativa. Gli ‘attori’ che dirige sono persone comuni, pescatori, contadini, artigiani, clochard, anziani con un vissuto difficile, non certo artisti consumati.
Li avvicina con rispettoso silenzio, poi, scopertone il potenziale espressivo, prende in mano la macchinetta e, con un sorriso delicato, inizia a scattar loro delle foto. Quando l’empatia è prepotentemente palese il legame è ormai instaurato. Loro, quelli a cui nessuno presta attenzione, ammirandone talento e sensibilità, con candore ed emozione, gli chiedono di portarli sul red carpet. Finito il lavoro non se ne dimentica, piuttosto li invita alle proiezione dei filmati cui sono Muse ispiratrici.
E così un dente solo, un volto rugoso, una testa calva, un naso storto, un occhio strabico, un gesto semplice ed antico, una risata che nasce dal cuore, un sorriso disincantato, una lacrima rubata, diventando atemporali, vengono eternizzati. Il rimando all’immenso Charlie Chaplin è doveroso.
E lui, Giovanni, sempre in giro con la sua valigia di cartone, ricordo familiare affettivo indelebile, diventata ormai porta computer, da attento osservatore, è pronto a ‘rubare’ ogni emozione, registrarla, per poi condividerla con l’innamorato spettatore della settima arte.
Ci anticipa che presto uscirà una pubblicazione dei suoi lavori, che non mancheremo di documentare dettagliatamente.
La didascalia della sua intensa foto di copertina recita:
Questa immagine, estrapolata da un mio lavoro che si chiama ‘Teatranti’, rappresenta in pieno il mio cinema visionario e naïf: una sintesi tra espressionismo e neorealismo.
Di fronte al talento, alla passione, all’entusiasmo di Giovanni Circelli non si può che esclamare Chapeau!
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.