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Giovanna, la regina pazza

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Giovanna di Castiglia


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La regina “isterica”

La regina Giovanna di Castiglia è passata alla storia con il nome di Giovanna la Pazza. La morte dell’amato Filippo, deceduto improvvisamente a soli 28 anni, fu per Giovanna, divenuta da appena due anni regina di Castiglia, l’inizio della follia.

Nonostante i continui tradimenti del bel rampollo d’Asburgo, amava con ardore il marito. Infatti i cronisti dell’epoca raccontano di furiosi litigi tra i coniugi: per molti la regina soffriva di isterismo, probabilmente era solo una donna gelosa.

La prigionia
Morta la madre Isabella, nel 1504, il padre Ferdinando, per esercitare la reggenza in Castiglia, la relegò nel palazzo di Tordesillas. Si vociferava che Ferdinando avesse fatto avvelenare Filippo. Il suo regno durò poco: nel marzo del 1516 Carlo, il secondogenito di Giovanna – la prima nata era Eleonora – divenne re, ma agli occhi del popolo spagnolo serviva l’approvazione della regina per regnare.

Il futuro imperatore del Sacro Impero, però, non “liberò” la madre: le fece visita e impose il trasferimento della sorella minore Caterina alla corte di Villadolid. Giovanna strepitò, minacciò il suicidio; dopo tre giorni le fu riportata la figlia, ma questo episodio alimentò le dicerie sulla pazzia.

Nonostante ciò, il popolo spagnolo, tuttavia, continuava a considerarla la vera regina.

La rivolta dei Comuneros
Intanto la tassazione imposta da Carlo V in Spagna alimentò forti tensioni e, nel 1520, scoppiò una rivolta contro il re fiammingo. I ribelli, i cosiddetti Comuneros, arrivarono fino a Tordesillas per liberare Giovanna e acclamarla regina. Giovanna, inizialmente accondiscendente ai progetti dei rivoltosi, finì per abbandonarli e per sostenere pubblicamente il figlio.

La morte
Carlo V spazzò via i Comuneros e Giovanna si ritrovò di nuovo prigioniera: su di lei, per volere dello stesso imperatore, vigilava il Marchese di Denia. Nel 1525, quando la figlia Caterina, promessa sposa di Giovanni III di Portogallo lasciò il palazzo, il suo stato mentale peggiorò ulteriormente. Si narra addirittura che per due giorni e due notti la regina rimase alla finestra a fissare il vuoto attendendo il ritorno della figlia.

I cronisti riportano che durante gli ultimi anni si aggirava farneticando per il palazzo in preda ad uno stato di agitazione, scossa da incubi. Qualcuno, però, racconta che Giovanna morì perfettamente lucida, lasciando intendere che l’instabilità mentale rappresentò solo un pretesto per estrometterla dal potere.

Chi fu dunque Giovanna? Fu davvero la regina pazza o, come alcuni studiosi hanno recentemente sostenuto, fu vittima dell’ambizione del padre Ferdinando e del figlio Carlo?

Per saperne di più:
Ferri, Giovanna la Pazza, Milano 1998.
Belenguer, Ferdinando e Isabella. I Re cattolici, Roma 1999.

Autore Carmelo Cutolo

Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.