Piani di intervento, buone pratiche e prevenzione, convenzioni, raccomandazioni e attività di formazione e informazione
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Domani, 6 febbraio, è la giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili. Obiettivo: zero MGF. In questi anni la Regione Toscana ha dato il proprio contributo alla prevenzione e al contrasto del fenomeno e al sostegno delle donne che hanno subìto questa pratica.
Piani di intervento, buone pratiche e prevenzione ma anche convenzioni, raccomandazioni e attività di formazione e informazione rivolta agli operatori sanitari e socio-sanitari.
La Regione Toscana partecipa ogni anno, dal 2015, alla Giornata di azione globale contro le MGFe torna a farlo anche quest’anno, a maggior ragione visto che al centro della Giornata Zero Tolleranza MGF c’è l’apporto che istituzioni nazionali e locali possono dare al raggiungimento di questo obiettivo.
Nonostante i numerosi e importanti passi in avanti fatti nel contrasto e nella lotta alle mutilazioni genitali femminili, sottolinea l’assessore regionale al diritto alla salute, due milioni di ragazze, nel mondo, restano a rischio di subire questa pratica ogni anno.
In questi anni la Toscana ha messo in pratica quelli che erano gli indirizzi provenienti dalle dichiarazioni internazionali come la Risoluzione dell’ONU del 2012 o la Carta di Istanbul. L’impegno dell’istituzione prosegue quindi in modo coerente con gli obiettivi di tutela e promozione della salute della donna.
Ha dichiarato la direttrice del Centro Salute Globale, Maria Jose Caldés Pinilla:
I nostri servizi sul territorio hanno individuato una procedura di intervento per la prevenzione e il contrasto delle MGF che ha coinvolto tutti i soggetti che devono partecipare al raggiungimento dell’obiettivo, comprese le associazioni dei migranti e associazioni interculturali come Nosotras Onlus, che hanno fatto di questa battaglia una missione.
I movimenti migratori ci pongono di fronte alla necessità di proseguire l’impegno comune per debellare il fenomeno nell’ottica della garanzia della salute della donna e delle bambine.
Dichiara la presidente dell’Associazione Nosotras Laila Abi Ahmed:
Per tradurre gli obiettivi internazionali in azioni concrete sono necessarie sinergie che mettano in relazione le comunità, la società civile, le organizzazioni, i governi, quelli nazionali e quelli locali. Questo perché porre fine alle mutilazioni genitali femminili è una decisione politica.
Questa estate siamo tornate a confrontarci, in Niger, con l’associazione Coniprat, membro dell’Inter African Comitee come noi, per verificare lo stato delle attività di contrasto sul campo.
La strenua caparbietà di questi pionieri, nonostante le criticità del Paese, è per noi uno stimolo importantissimo per proseguire le nostre campagne di advocacy perché più, mai più, nessuna bambina venga sottoposta a questa pratica.