Il Consigliere regionale del Lazio: ‘Si faccia luce senza riserve sulle responsabilità di questo episodio’
Riceviamo e pubblichiamo.
La riprovevole vicenda della morte di Paula Onofrei, una ragazza di 29 anni residente a Roma nel quartiere Boccea, lasciata morire agonizzante in casa nonostante le ripetute richieste di intervento, lascia di stucco e allo stesso tempo indigna, perché è l’emblema estremo di una sanità che nel Lazio non funziona a dovere, anzi.
Lo scrive in una nota il Consigliere regionale del Lazio della Lega, Daniele Giannini, membro della Commissione Sanità, che prosegue:
Una giovane donna non può morire così, dopo essere stata mandata via dal pronto soccorso con una diagnosi sbagliata e, soprattutto, dopo essere rimasta in attesa per ore e ore di un’ambulanza che, nonostante i ripetuti solleciti e un quadro clinico disperato, prontamente descritto agli operatori, è arrivata solo alla quarta chiamata.
Non solo, anche all’ultimo momento la squadra intervenuta ha scambiato la situazione della paziente per una overdose, mai esistita.
Ora si faccia luce senza riserve sulle responsabilità di questo episodio, tenendo presente che da anni puntiamo il dito, inascoltati, sulle gravissime mancanze del sistema sanitario emergenziale della nostra regione, senza un adeguato numero di medici e infermieri e strutture al collasso ma, soprattutto, nonostante i due anni di pandemia, ancora in grave carenza di mezzi di soccorso presenti sul territorio.
Dove finiscono le centinaia di milioni di euro che la Regione Lazio destina alla sanità pubblica ogni anno se, nel 2022, in una capitale europea ancora si muore sul letto del proprio appartamento?
A queste e altre domande il carrozzone Zingaretti – D’Amato, tanto fiero del ‘modello Lazio’ ha dimostrato ancora una volta di non saper dare risposte adeguate.