‘Segnali preoccupanti a cui reagire’
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Le mafie sempre più fanno impresa in Toscana. Nel 2020 i casi di infiltrazione nell’economia sana della regione sono aumentati: anche i tentativi di corruzione sono cresciuti.
Probabilmente la crisi economica conseguente alla pandemia ha creato un terreno ancora più fertile: liquidità in crescita della associazioni malavitose, piccole e medie imprese in difficoltà e più deboli. E la Regione intende mantenere alta la guardia.
Il rapporto sulla criminalità organizzata e la corruzione in Toscana, il quinto in cinque anni commissionato dalla Regione alla Scuola Normale di Pisa, un gruppo di lavoro coordinato dai docenti Donatella Della Porta e Salvatore Sberna della Normale e da Alberto Vannucci dell’Università di Pisa, è stata presentato stamani, 15 dicembre, con un evento di tre ore online.
In un centinaio erano collegati, per oltre tre ore, e il seminario può essere rivisto in differita dal canale YouTube della Regione.
Ribadisce il Presidente della Toscana, Eugenio Giani:
Riflessioni e preoccupazione che emergono dal lavoro dei ricercatori della Normale devono tradursi nel nostro agire ed operare. È questo il principio che ci guida.
Il lavoro di analisi fatto insieme negli ultimi cinque anni ha accresciuto comunque consapevolezza e attenzione. Abbiamo allenato occhi ed orecchie, convinti che le mafie e la corruzione si combattono anche parlandone a voce alta e condividendo strumenti di analisi.
Commenta l’Assessore alla legalità, Stefano Ciuoffo:
Quello in Toscana non è un radicamento strutturale ma stupisce e duole il suo essere parte profonda dei processi economici e il loro ripetersi costante nel tempo.
Si tratta di percorsi delinquenziali che hanno origine altrove, ma che trovano in Toscana possibilità di far affari e a noi non piace essere terra di ‘investimento’ da parte di questi sodalizi criminali.
Abbiamo bisogno infatti di un’economia sana, non inquinata, e di rapporti ordinati e rispondenti alle leggi.
Da qui l’invito a sostenere, con un lavoro di rete, l’azione di Procura e Polizia, ma anche a costruire, dal basso, una cultura della legalità.
Chiosa:
La soluzione non è cambiare tanto questa o quella procedura di gare d’appalto, ad esempio, quanto costruire una rinnovata etica, così nel privato come nel pubblico.
L’Assessore si sofferma infatti prima sul ruolo di facilitatori dei professionisti.
Sottolinea:
Un tema che mi fa personalmente male e che dobbiamo fronteggiare a viso aperto con gli ordini professionali con le associazioni di categoria.
Poi affronta il coinvolgimento negli affari malavitosi di chi fa politica, così come emerge dalle inchieste.
Dice:
I numeri sono ancora fortunatamente modesti ma non è più quello zero dei precedenti rapporti. Dobbiamo essere vigili.
Il presidio del territorio attraverso le istituzioni, le associazioni, i cittadini e la buona economia rimane il primo e più efficace deterrente per allontanare il pericolo di infiltrazioni di una criminalità che comunque ancora non appare radicata come in alcune zone dell’Emilia, della Lombardia o del Veneto.
E di economia, buona e cattiva, parlano al termine della mattinata sia il Sostituto Procuratore Luca Testaroli sia il Direttore della filiale di Firenze della Banca d’Italia Mario Venturi.
La criminalità inquina il sistema economico e va ad alterare la normale concorrenza.
dice Testaroli, dopo aver passato in rassegna i settori più esposti od appetibili, dalle costruzioni al traffico dei rifiuti.
Ricorda, quanto ad attività illecite, anche il sequestro a febbraio 2020 a Livorno, il più importante in Italia, di oltre tre tonnellate di cocaina proveniente dalla Colombia.
Conclude Venturi:
L’illegalità è uno dei nodi che hanno limitato la crescita del nostro Paese. La rilevanza dei fenomeni criminali non si esaurisce nel valore delle attività illegali o del sommerso, ma in quanto non viene prodotto per le distorsioni provocate dall’azione della criminalità.
Ripete Testaroli:
Confische e sequestri sono strumenti essenziali di contrasto al sistema mafioso.
Ribadisce l’Assessore Ciuoffo:
Ma è necessario accelerare la loro restituzione alla collettività, che troppo spesso avviene con tempi eccessivamente lenti.
Il convegno si conclude e l’Assessore rivolge un ringraziamento particolare alle Procura della Repubblica e a tutte le forze di polizia
per il lavoro che svolgono quotidianamente.