Ospite al ‘Fara Film Festival’, concorso internazionale di cinema ideato da Riccardo Martini e diretto da Daniele Urciuolo che gli ha tributato un premio alla carriera: ‘Devo tutto a Lina Wertmüller, ho appena finito tre film’
Riceviamo e pubblichiamo.
Gli americani mi hanno dato la stella della Walk of Fame, la ritirerò a fine anno, è importante perché saranno due attori italiani ad averlo, uno è Rodolfo Valentino, l’altro sono io nel cinema parlato. L’ho avuta senza raccomandazioni, significa che gli piaccio.
Giancarlo Giannini si è raccontato ieri sera, 23 luglio, al pubblico del Fara Film Festival, rassegna che gli ha riconosciuto il premio alla carriera.
Conclude ironico:
A Venezia hanno dato premi a tutti, a me non hanno dato manco un gatto nero.
Il 1° agosto compirà 80 anni, una vita dedicata al cinema.
Ho fatto tanti film, ne salvo pochi.
E di recente ha concluso tre set:
Una serie italiana sul calcio dove interpreto un procuratore, un film dove interpreto un Papa, e uno con grandi attrici americane, Diane Keaton, Jane Fonda e Mary Steenburgen, che ho finito qualche giorno fa a Venezia.
Il titolo di quest’ultimo è ‘Book Club 2: The Next Chapter’ e vede tra i protagonisti anche Andy Garcia.
Il concorso internazionale di cinema, arte e enogastronomia ideato da Riccardo Martini, prodotto da Martini Eventi in collaborazione con Alfiere productions e diretto da Daniele Urciuolo, ha scelto di omaggiarlo con la proiezione di ‘Pasqualino Settebellezze’ nello schermo sotto le stelle nell’antico borgo in Sabina.
A Lina Wertmüller devo tutto, un genio, una persona che scriveva sceneggiatura, si intendeva di regia, era stata aiuto regia di Fellini, aveva una fantasia pazzesca, conosceva gli attori, i ritmi, la musica. I film suoi mi hanno dato il successo.
Poi ho avuto anche altri maestri come al teatro Orazio Costa, ho lavorato con grandi registi da Coppola a Visconti a Monicelli, ho fatto un po’ di tutto e continuo a farlo.
Un mestiere che fa divertendosi, ma che sconsiglia ai giovani.
È un mestiere molto difficile, è cambiato molto negli anni. Al Centro Sperimentale, ai ragazzi e alle ragazze che venivano scelti, dicevo che bisogna avere grande amore per la fantasia.