Workshop il 24 e 25 novembre a Firenze
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
I bilanci si fanno sempre più stretti e i vincoli sempre più pressanti. Oramai le Regioni non solo non possono più accendere nuovi mutui, se non per la quota di prestiti estinti. Devono infatti anche risparmiare qualcosa rispetto a quanto incassano: 178 milioni nel 2018 per la Toscana, 210 nel 2019.
E così gestire i bilanci, utilizzare al meglio le risorse per gli investimenti e ottimizzare l’uso dei fondi europei diventa, oltre che una sfida, una necessità.
Da qui l’importanza di un approccio economico-aziendale, ma anche di un confronto tra Regioni diverse e tra pubbliche amministrazioni da un lato e studiosi dall’altro sulle prassi messe in atto.
È quello che è successo venerdì e sabato, il 24 e 25 novembre, a Firenze, con il convegno “Nuove sfide per il governo delle amministrazioni regionali: un’analisi economico-aziendale”.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Regione Toscana assieme ad Irpet, l’istituto di programmazione economica della Regione, con con il patrocinio della Rivista Azienda Pubblica e del Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell’Università degli Studi di Siena.
A raccontare le proprie esperienze sono state, oltre alla Toscana, l’Emilia-Romagna, il Lazio, la Lombardia, la Liguria e la provincia autonoma di Bolzano.
Un confronto interregionale da strutturare e a cui dare continuità
suggerisce l’assessore al bilancio della Toscana, Vittorio Bugli, assieme al collega lombardo Massimo Garavaglia, che insieme hanno aperto i lavori.
Nei due giorni si è parlato di gestione di bilancio e di programmazione e controllo, del riassetto delle funzioni provinciali e degli investimenti come leva per lo sviluppo delle politiche regionali, del sistema di controllo manageriale dei programmi comunitari per superare l’approccio divisionale.
Ogni esperienza è stata illustrata da un dirigente regionale e commentata da un docente universitario, esperto di management pubblico: una formula di confronto stretto tra alta dirigenza e accademici che ha rappresentato una delle prime esperienze in Italia.
Sul sito dell’Irpet sono disponibili le diverse relazioni.