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‘Genova nel Medioevo’ per riscoprire la Superba

La mostra ‘Genova nel Medioevo’ per riscoprire la Superba


Nell’XI secolo i genovesi ampliarono le loro rotte commerciali e i rapporti diplomatici

‘Genova nel Medioevo’, mostra visitabile presso il Museo di Sant’Agostino di Genova fino al 9 ottobre, nasce dalla volontà di dare una nuova visione di quella che era la città nel periodo medievale, non una centro chiuso ma, addirittura, una realtà volta all’espansione culturale e commerciale. Un’équipe di volontari, provenienti sia dal centro della Numismatica sia dall’Università degli studi di Genova, il Comune di Genova e i curatori dell’iniziativa, il Prof. Di Fabio, l’archeologa Piera Melli e la Dott.ssa Pessa, hanno lavorato a questo progetto. Abbiamo intervistato uno dei curatori della mostra, la Dott.ssa Pessa.

Dottoressa, da dove nasce l’idea di questa mostra?

L’idea nasce successivamente agli scavi della Soprintendenza Archeologica nella zona che ospitava le case della famiglia degli Embriaci, storica casata genovese, che ha portato alla luce oggetti straordinari e che hanno confermato la diffusione di diverse culture nella Superba. Da qui l’intenzione di creare un percorso espositivo per allargare il discorso riguardante Genova, ossia mostrarla come una città aperta alle altre culture.

Ad esempio possiamo ricostruire, attraverso gli oggetti rinvenuti, i numerosi contatti che ebbe con l’Impero Bizantino, a dimostrazione di quanto detto prima. Per questo ambito è stata richiesta la collaborazione della Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica.

La mostra cosa racconta ai suoi visitatori?

Racconta le vicende di questi anni, tra XI e XIII secolo, e mostra da un lato l’ascesa della città, stretta tra mare e una costa arida e poco generosa, che la porta a partecipare ad eventi bellici e a sviluppare una forte politica diplomatica e commerciale fino ad arrivare al Mar Nero. Nella seconda metà del XIII secolo, Genova è presente in modo massiccio nel Mar nero ed è inserita sulle vie della seta.

I visitatori potranno ammirare gli oggetti arrivati a Genova grazie al suo slancio, con le reliquie ed anche con tessuti e vetri, molto utilizzati in quel periodo. Abbiamo utilizzato anche elementi di linguaggio figurativo, infatti la mostra si apre con il Grifone di Pisa che diventa poi anche simbolo della nostra città.

Come si articola questo percorso?

La mostra inizia con una sezione dedicata agli inizi di quest’epoca, quella della prima Crociata per intenderci, durante la quale nasce il Comune che verrà poi sostituito dal dogato, con oggetti legati al rapporto d’oltremare, con le ceneri di San Giovanni Battista e con il Sacro Catino, considerato dai genovesi un vaso di smeraldo arrivato in città nel 1101, come bottino dell’assedio di Cesarea. Probabilmente si tratta di una produzione islamica o di un vetro romano, anche se per secoli viene considerato come il calice utilizzato da Cristo durante l’ultima cena.

Successivamente abbiamo allestito una sezione dedicata alla rivoluzione urbanistica genovese; vengono costruiti edifici in pietra decorati da marmi scolpiti. Dopo di questo si passa ad un’area dedicata all’espansione commerciale, in cui sono esposti dei trattati diplomatici, uno dei quali con il signore delle Baleari, a rinforzare la figura di Genova come tessitrice di rapporti con diverse culture.

Le altre tre sezioni della mostra sono dedicate agli scavi nella zona della casa degli Embriaci, all’arte islamica ed, infine, alla nascita e all’espandersi del gotico genovese del XIII secolo. A conclusione c’è un video che fornisce un itinerario del centro storico, che rappresenta quasi un prolungamento della mostra.

Ha avuto un buon riscontro la mostra in termini di affluenza?

I dati parlano di più di 10.000 visitatori in 4 mesi, luglio escluso. Molti stranieri anche se, a causa del budget limitato, non siamo riusciti ad allestire i pannelli multilingua e siamo stati costretti a posizionarli solamente in lingua italiana.

È possibile visitare ‘Genova nel Medioevo’, ricordiamo, fino al 9 ottobre. Riscoprire la figura della Superba nell’epoca medievale è possibile grazie ad un insieme di oggetti e documenti che raccontano quello che è stato, realmente, il ruolo dei genovesi all’interno della scena mondiale del tempo. Un popolo aperto e tessitore di scambi commerciali e diplomatici, che ha portato a noi numerosi reperti, sparsi oggi in tutto il mondo, come al Metropolitan Museum di New York. Grazie al lavoro di tantissimi volontari ora si può avere un quadro dell’importanza dei genovesi dall’XI al XIII secolo.

Autore Tommaso Pinazzi

Tommaso Pinazzi, ragioniere, da sempre appassionato di giornalismo, attento alla politica, alla cultura e allo sport.

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