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Gala di premiazione Stabia Teatro Festival 2016

Isa Danieli


IV edizione Premio “Annibale Ruccello”

Riceviamo e pubblichiamo.

Il teatro napoletano contemporaneo, nelle sue declinazioni più profonde, e la musica di Eugenio Bennato: sono i due ingredienti principali del Gala di Premiazione dello Stabia Teatro Festival 2016 – Premio “Annibale Ruccello”, che si terrà giovedì 1° dicembre alle 20:30 al Teatro Supercinema di Castellammare.

Una serata che promette tante emozioni a conclusione della kermesse teatrale e letteraria, organizzata dalla compagnia Teatro Tunica di Luca Nasuto in collaborazione con l’Associazione Culturale «Achille Basile – Le Ali della Lettura» diretta da Maria Carmen Matarazzo.

Il gala chiude dunque una manifestazione, patrocinata dall’Amministrazione Comunale, che anche quest’anno ha visto una girandola di eventi teatrali, musicali e letterari, susseguirsi nella Città delle Acque, a partire dallo scorso 5 novembre, e che, nella ricorrenza del trentennale della scomparsa di Ruccello, ha registrato importanti momenti di riflessione sull’opera del drammaturgo stabiese precocemente scomparso, come il convegno Il teatro ‘da camera’di Annibale Ruccello a cura del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II.

Tutto pronto, dunque, per la soirée che sarà condotta da Paolo Di Capua e vedrà la consegna dei premi per il teatro e la poesia, le suggestive sculture in bronzo sono opera del maestro Umberto Cesino, seguita dal concerto Note dal Sud di Eugenio Bennato.

Sarà Isa Danieli, l’interprete che ha saputo visceralmente dar vita alla baronessa Clotilde de’ Lucanigro, protagonista del capolavoro ruccelliano Ferdinando, ad aprire la cerimonia di premiazione.

L’attrice si è aggiudicata quest’anno il Premio Speciale “Annibale Ruccello” alla Carriera, assegnato dal Coordinamento dello Stabia Teatro Festival. Un riconoscimento che nell’anno ruccelliano assume sicuramente una valenza simbolica e che guarda a un ricco e prezioso percorso artistico che ha visto la Danieli incarnare con la sua peculiare cifra espressiva le eroine dei classici, da Euripide a Brecht, e, parallelamente, divenire icona dei principali filoni che hanno attraversato il teatro napoletano, ovvero italiano ed europeo, nel Secondo Novecento, dalle superbe prove fornite con Roberto de Simone, a quelle con Manlio Santanelli, Enzo Moscato e lo stesso Ruccello, senza dimenticare i primi passi con Eduardo e l’intenso sodalizio con Lina Wertmüller.

A Mimmo Borrelli è stato invece conferito il Premio “Autore di testi rappresentati”, riconoscimento meritato da una delle voci più potenti della drammaturgia contemporanea, forte di una lingua teatrale unica e innovativa, intessuta dei dialetti flegrei, a loro volta carichi delle sonorità linguistiche dei popoli che hanno vissuto in quella vasta area situata intorno al golfo di Pozzuoli. Opere come ‘Nzularchia, ‘A Sciaveca, La Madre: ‘i figlie so’ piezze i’ sfaccimma, Opera Pezzentella, Napucalisse raccontano di un impegno di scrittura sostenuto da una ricerca metodica e appassionata che ha condotto a spettacoli di sconvolgente bellezza.

Per il testo Il mare sa aspettare Davide Cestrone, Emiliana Chiarolanza, Giuseppe Crescitelli, Francesco Ferrara, Maria Elena Fiorentino, Massimiliano Mottola, Annachiara Pierleoni e Iolanda Schioppi si sono aggiudicati il Premio «Autore Esordiente». L’esperimento drammaturgico, nato in seno al Master in Drammaturgia e Cinematografia della Federico II, ha prodotto una pièce che, tramite l’espediente narrativo della favola, racconta la tragedia che si consuma nel Mediterraneo, un tempo strada di circolazione di civiltà e ora luogo di morte per migliaia di migranti.

Anche quest’anno il Premio teatrale, coordinato da Monica Citarella, conferma la sua natura di osservatorio drammaturgico, secondo criteri che riflettono alcune caratteristiche tipiche della scrittura ruccelliana, quali l’attenzione alla scelta della lingua e dei linguaggi, il rapporto di coesione della scrittura con le ulteriori componenti performative che concorrono al fatto teatrale, drammaturgia d’attore, musica, scenografia, regia, la capacità dei testi di farsi rappresentazione dell’uomo in società.

I vincitori delle due categorie dedicate alla scrittura per la scena, sono stati individuati in base a una votazione della giuria presieduta da Giulio Baffi, critico teatrale de La Repubblica e presidente dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro, affiancato dal Presidente Onorario Carlo de Nonno, stretto collaboratore di Annibale Ruccello e oggi custode del suo patrimonio teatrale; Matteo Palumbo, italianista dell’Università Federico II e profondo conoscitore del teatro ruccelliano; Stefano de Stefano, critico teatrale de Il Corriere del Mezzogiorno; Pasquale Sabbatino, italianista e coordinatore del progetto scientifico che la Federico II ha dedicato ad Annibale Ruccello; Giuseppina Scognamiglio, docente di Letteratura Teatrale Italiana dell’ateneo federiciano; Armida Parisi, caporedattore culturale del Roma; Francesco de Cristofaro, docente di Letteratura comparata dell’Università Federico II.

In armonia con la natura ancipite di una kermesse che è teatrale e letteraria, lo Stabia Teatro Festival comprende dal 2015 anche una speciale sezione del Premio “Annibale Ruccello” dedicata alla Poesia, coordinata da una giuria presieduta da Sergio Iagulli, responsabile della Casa della Poesia di Baronissi, e composta da Giancarlo Cavallo, Raffaella Marzano, Maria Carmen Matarazzo e Luca Nasuto.

Quest’anno il riconoscimento è stato conferito allo sloveno Josip Osti, considerato tra i massimi poeti europei contemporanei, e attivo anche come narratore, saggista, critico letterario, curatore di antologie e traduttore. Un libero artista, molto impegnato per la pace nella sua terra martoriata dalle armi, che ama autodefinirsi come «colui che vive d’amore e di ciò che scrive e traduce». Ed è proprio l’amore il viatico del suo mondo poetico, come testimoniano raccolte quali L’albero che cammina, Rosa Mystica e Nella terra di nessuno che segnano il suo passaggio dalla lingua materna, serbo-croato, a quella adottata per amore, sloveno.

Dalla rarefazione di un mondo lirico all’energia vibrante della taranta. In un accattivante chiaroscuro, il gala dello Stabia Teatro Festival sarà concluso dalle Note del Sud di Eugenio Bennato e la sua band, che offriranno al pubblico le suggestioni di moderne armonie con cui colorare la musica del sud, fatta di accordi semplici, circolari e irresistibili, e di un percorso di ricerca e di creatività che tocca temi legati alla nostra identità culturale, dalla questione meridionale al brigantaggio storico, dalla partenza dei bastimenti per le Americhe alle nuove forme di migrazione dal sud che interrogano la nostra coscienza.

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