Una terrificante storia d’amore e di vendetta
A oltre 80 anni di distanza dalla sua uscita cinematografica Freaks resta una pellicola “disturbante”…una terrificante storia d’amore e di vendetta. Siamo al cospetto di un capolavoro del Cinema, una gemma di celluloide, una pellicola maledetta e atroce ma cinematograficamente unica e per questo straordinaria che grazie ad un restauro della Cineteca di Bologna, il Cinema Ritrovato, è tornata in sala nel 2016.
Siamo agli inizi degli anni 30; colpito dal clamoroso successo d’incassi degli horror prodotti dalla Universal nel 1931, “Dracula” – “Frankenstein“, Irving Thalberg, il magnate della Metro Goldwin Mayer, commissiona per l’anno seguente agli sceneggiatori Willis Goldbeck e Elliott Clawson la stesura di un soggetto destinato a essere diretto dallo specialista Tod Browning, proprio il regista del fortunato “Dracula“, richiedendo esplicitamente “questo film dovrà essere più orribile di tutti gli altri”.
Il magnate non immaginava certo che il risultato sarebbe stato il più celebrato dei film “maledetti”.
Un film divenuto capolavoro grazie al drammatico realismo dei protagonisti
Liberamente ispirata al racconto “Spurs” di Tod Robbins, 1923, l’agghiacciante parabola – la bella e avida trapezista Cleopatra, Olga Baclanova, finge di amare il nano Hans, Harry Earles, e lo sposa per derubarlo e avvelenarlo con la complicità dell’atleta Hercules, Henry Victor, il piano viene però scoperto dagli altri “freaks” del circo che compiono la loro vendetta mutilando orrendamente i due amanti – è ancora oggi impressionante: Browning, che proveniva dal crudele universo dei circhi ambulanti e del vaudeville dell’America rurale, utilizzò infatti per le sue riprese autentici fenomeni da baraccone.
Molti di loro, purtroppo menomati intellettualmente oltre che fisicamente – raccontò in seguito lo stesso regista al Los Angeles Times – si rivelarono spesso ferocemente competitivi e incontrollabili sul set, mettendo a soqquadro lo studio e gli alberghi di Hollywood in cui erano ospitati e talvolta rivoltandosi addirittura a morsi.
Altri, come il piccolo Angelo Rossitto, in seguito caratterista di successo per quasi quarant’anni, o il “ragazzo senza gambe” Johnny Eck, si comportarono invece da perfetti professionisti.
Curioso ibrido di melodramma giallo e horror-movie, a tratti intriso di sincera pietas per il mondo dei menomati fisici, Freaks tocca vertici assoluti nell’atrocità del banchetto nuziale, durante il quale i freaks intonano il coro di accettazione della statuaria trapezista “una di noi…una di noi…”, nell’inseguimento finale, in cui braccano la loro preda durante un temporale, e sopratutto nell’inquadratura conclusiva, in cui la loro disgraziata vittima si rivela – monca, orba, mutilata e ridotta a gracchiante e mentecatta donna-gallina – come, finalmente, l’ultimo e il più orrendo dei freaks che tanto disprezzava.
Freaks: il maledetto canto del cigno di un grande regista
Il film di Browning venne radicalmente tagliato dopo la prima anteprima nel gennaio del 1932, accolto da svenimenti e scene d’isteria collettiva: la durata del film fu ridotta di oltre mezz’ora con l’eliminazione delle scene più impressionanti, tra cui quella in cui i freaks si accalcano introno alla trapezista per vivisezionarla.
Furono anche eliminate le scene in cui viene castrato il suo amante, il forzuto Henry Victor, che nel finale ricompariva, eunuco obeso, mentre cantava in falsetto.
Le riprese ebbero luogo dal 15 ottobre al 25 dicembre del 1931; tutti i membri della troupe, senza distinzione, ricordarono in seguito l’esperienza come massacrante e la figura di Tod Browning come quella di “un maledetto bastardo, ingrato e sarcastico: una persona impossibile sotto ogni punto di vista”.
Nelle intenzioni del produttore Irving Thalberg il ruolo della malvagia trapezista Cleopatra doveva essere di Myrna Loy, mentre quello della gentile Venus doveva essere interpretato da Jean Harlow. Le parti andarono poi rispettivamente alla russa Olga Baclanova e a Leila Hyams.
I freaks, autentiche personalità del circuito del vaudeville, all’epoca molto diffuso, furono trovati dal direttore del casting Ben Piazza in giro per gli Stati Uniti.
Accolto da reazioni e critiche contrastanti, il film, costato 316.000 dollari, si rivelò ben presto un completo disastro al botteghino: nonostante i tardivi tentativi della Metro Goldwin Mayer di proporlo come “uno sguardo pietoso sul mondo dei diversi”, finì col perdere oltre 164.000 dollari.
Reduce dai successi del Cinema muto con Lon Chaney e da quello del “Dracula” con Bela Lugosi, Tod Browning non si riprese più dallo scandalo del fallimento. Regista di “mostri” fin dal suo primo film, “Dizzy Joe’s Career”, 1914, Tod Browning abbandonò il Cinema dopo Freaks, un emblematico, straordinario, terrificante e maledetto capitolo finale della sua filmografia.
Autore Paco De Renzis
Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.