Quella mattina avevo un appuntamento in albergo con Francesco Rosi, grandissimo regista e sceneggiatore che ha fatto la storia del cinema italiano.
Lo incontrai nella sua lussuosa suite super panoramica; i balconi di quelle stanze affacciavano tutti sul golfo di Napoli, la veduta era mozzafiato.
Il Maestro Rosi mi venne ad aprire, era solo nella stanza e subito mi chiese gentilmente, ma serio in viso, se volevo un caffè. Su di un tavolo al lato della stanza c’era un vassoio d’argento con dolci e qualche brocchetta da cui proveniva un magnifico profumo di caffè. Fu lui stesso a versarlo nella mia tazza e a zuccherarlo.
Quindi disse che aveva accettato di incontrarmi perché era rimasto molto colpito dalle mie foto. Mi spiegò che anche lui aveva la passione per la fotografia trasmessagli dal padre, che la domenica, in uno sgabuzzino, sviluppava e stampava le foto tra bacinelle e acidi e, quando sulla carta immersa negli acidi appariva l’immagine, si emozionava sempre moltissimo. Poi il padre, dopo aver lavato le stampe, le appendeva ad asciugare ad un filo con delle mollette da bucato.
Rimasi piacevolmente colpito da questo racconto che sicuramente ci univa in un comune interesse. Mi descrisse anche il suo rapporto con Napoli, che amava molto, anche se era andato a vivere a Roma, e che tornava a rivedere ogni volta che ne aveva occasione.
A questo punto gli chiesi se potevo iniziare a fotografarlo; lui, senza parlare, si alzò, appoggiandosi allo schienale di una delle sedie, ma la sua espressione non cambiò molto, anche durante tutti gli scatti. Traspariva sempre da quel viso una serietà che forse poteva, in qualche modo, essere scambiata per durezza.
In realtà Rosi era un uomo tutto d’un pezzo, poco incline a inutili superficialità e lo hanno sempre dimostrato i suoi splendidi film molto impegnati. Basti ricordare uno dei suoi capolavori ‘Le mani sulla città’, in cui ha denunciato l’intesa tra economia, malaffare, politica corrotta e criminalità organizzata; un cinema, insomma, che fa riflettere.
Forse il ritratto che gli ho fatto, non rispecchia a pieno il mio stile fotografico, ma sicuramente in esso traspare tutta la personalità e l’impegno di questo grande regista.
Grazie Rosi.
Autore Augusto De Luca
Augusto De Luca, laureato in giurisprudenza presso l'Università 'Federico II' di Napoli, fotografo professionista dalla metà degli anni '70. Il suo stile è caratterizzato da un'attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell'oggetto inquadrato. Conosciuto a livello internazionale, ha esposto in molte gallerie italiane ed estere. Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection, USA, della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell'Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina, Pechino, del Museo de la Photographie di Charleroi, Belgio.