La Regione sta per rispondere alla Commissione, aderendo alle richieste formulate nella “warning letter”
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa della Regione Campania.
In relazione a notizie apparse su alcuni organi di informazione, che in maniera confusa e fuorviante mettono insieme argomenti molto diversi tra loro sull’utilizzo dei Fondi europei da parte della Regione Campania, si precisa quanto segue.
– Parliamo anzitutto della Corte dei Conti, la quale nel suo annuale giudizio di parificazione del rendiconto della Regione Campania ha espresso alcune perplessità relative alle modalità di rappresentazione nel bilancio regionale dei fondi europei.
Il complesso e articolato processo di rendicontazione alla Commissione Europea, così come disposto dai Regolamenti Europei, trova infatti difficoltà ad essere formalizzato nel bilancio regionale, e di questo è ben consapevole la Corte, anche grazie alla piena collaborazione degli uffici regionali che hanno chiarito nel corso di numerose audizioni ogni aspetto connesso alla spesa europea. In piena trasparenza e con la ferma
volontà di migliorare anno dopo anno, d’intesa con la Corte gli uffici regionali stanno predisponendo una modalità innovativa di rappresentazione contabile della spesa europea che possa colmare quel vuoto normativo che la stessa Corte ha evidenziato nel giudizio di parifica.
– Poi la questione degli 8 progetti esaminati dai “controllori” della Commissione Europea. Vale la pena sottolineare che si tratta di interventi provenienti dalla programmazione precedente 2007/2013, la cosiddetta “accelerazione della spesa” che ha comportato un peso enorme sull’attuale
programma 2014/2020, visto che in gran parte gli interventi risultavano non conclusi, con gravi problemi per le Amministrazioni comunali e per le imprese coinvolte.
Con grande senso di responsabilità l’attuale Amministrazione ha fatto, e continua a fare, ogni sforzo per sanare questa situazione incresciosa, avendo impegnato oltre 2 miliardi di euro dei fondi della programmazione 14/20 per sanare le questioni lasciate aperte dalla precedente Amministrazione.
Il primo rilievo della Commissione, per 7 degli 8 progetti esaminati è proprio relativo alla natura di questi progetti provenienti dal passato, i cosiddetti progetti “retrospettivi”, ovvero realizzati con altre fonti di finanziamento e rendicontati sui fondi europei attuali.
Il punto su cui si sta dibattendo con la Commissione, avendo peraltro pieno sostegno dalle Autorità nazionali, è il tecnicismo da utilizzare per considerare legittima la rendicontazione dei progetti retrospettivi. In attesa della definizione del contraddittorio, la Commissione con una “lettera di avviso” chiede di sospendere dalla rendicontazione quei progetti che si trovano in condizione dubbia. Ecco spiegata la prima grave irregolarità…
Aggiungiamo qualche precisazione sulla seconda presunta irregolarità riscontrata dalla Commissione su 2 degli 8 progetti esaminati, anche questi provenienti dalla “accelerazione della spesa” 2007/2013.
La Commissione ha ritenuto illegittime le procedure di gara eseguite dai comuni mediante il ricorso ad una cosiddetta “centrale di committenza” esterna, e non direttamente dai loro uffici. Si tratta di una questione che il legislatore nazionale ha affrontato solo nel 2017, allineandosi ai regolamenti europei già in vigore precedentemente.
Ovviamente la posizione dell’Italia – e non solo della Campania – è che tutti i progetti avviati prima del 2017 mediante il ricorso a una centrale di committenza esterna sono pienamente legittimi. In ogni caso, quello che ha chiesto la Commissione è di sospendere cautelativamente, in attesa della definizione del contraddittorio, una quota del 25% delle spese rendicontate su questi progetti.
– La Regione, in piena sintonia con le autorità nazionali, sta per rispondere alla Commissione, aderendo alle richieste formulate nella “warning letter”, rimuovendo ogni ostacolo alla normale prosecuzione del programma di spesa dei fondi europei.