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Fondazione Lazzaretto presenta opera arte ‘Come se fossimo nuovi’

'Come se fossimo nuovi'


Restituzione pubblica, 6 giugno alla Fontana di via Benedetto Marcello a Milano

Riceviamo e pubblichiamo.

La Fondazione Lazzaretto presenta il 6 giugno l’esito della ricerca portata avanti con l’opera di arte pubblica ‘Come se fossimo nuovi’, un intervento dell’artista Gianni Moretti e della psicoterapeuta Chiara Ronzoni a cura di Lisa Parola.

Il progetto, presentato durante la sesta edizione del ‘Festival della Peste!’, è stato sviluppato in un arco temporale ampi, dando la possibilità di interagire con vari pubblici del quartiere e non solo: dagli studenti del Liceo Cremona fino agli abitanti e ai passanti.

Il risultato è un’inedita colonna sonora urbana di respiro collettivo che sarà trasmessa e diffusa il 6 giugno dalle ore 18:00 alle ore 21:30 presso la Fontana di via Benedetto Marcello a Milano, restituendo al luogo e al monumento le tante parole e voci che insieme danno nuova vita e significati al luogo stesso.

Il progetto di arte pubblica è stato ideato nel corso del 2023 attraverso vari momenti di incontro, condivisione, ripensamenti e riformulazioni, lavorando sul concetto di mancanza e sulla necessità di esplorare questo sentimento.

Cosa sentiamo quando pensiamo alla mancanza? Come la mancanza ci trasforma? Cosa rimane del ricordo?

Da questi interrogativi ha preso forma l’idea di dare avvio a un’indagine collettiva creando un dialogo, con il quartiere, con gli abitanti e con i passanti.

L’opera di arte pubblica ha preso quindi avvio in occasione del ‘Festival della Peste!’ a novembre 2023 con l’inserimento di 400 lacrime in ceramica blu nelle vasche della fontana di via Benedetto Marcello.

Da quel momento i due autori hanno coinvolto il quartiere e i passanti attraverso un gesto simbolico di scambio: chiunque avrebbe potuto portare via una lacrima a patto che la trasformasse in una parola, un pensiero o una breve riflessione da dedicare a qualcuno o qualcosa che non era più nelle loro vite.

Linda Ronzoni, Direttrice della Fondazione Il Lazzaretto, commenta:

Queste tracce tutte insieme trasmettono una ricchezza e profondità importanti, insieme allo stupore del poter constatare come ogni persona abbia dato la propria lettura, interpretazione e modalità di raccontare il tema della mancanza e della separazione dal proprio personale punto di vista e sensibilità.

Questa fase di raccolta si è svolta lungo un arco temporale ampio coinvolgendo anche gli studenti e le studentesse di una classe quarta del Liceo Cremona di Milano.

A febbraio 2024 è stato condiviso con loro il metodo sperimentato per la realizzazione dell’opera, invitandoli a partecipare, partendo da un ascolto di sé tramite un breve lavoro psico-corporeo.

Tutte le riflessioni raccolte nei vari momenti sono state registrate e compongono ora, nella fase conclusiva del progetto, un’inedita colonna sonora urbana, un suono che avvolga gli spazi della fontana, intrecciando le voci tra loro per creare una tessitura audio nella quale l’io diventa noi.

Il contributo audio è stato rielaborato e sviluppato anche grazie al dialogo con il LEAV – Laboratorio di Etnografia Audiovisuale del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali, Università degli Studi di Milano, e il progetto PNRR ‘CHANGES’, con il coinvolgimento del prof. Nicola Scaldaferri e dei dott. Giovanni Cestino e Shan Du.

Questa relazione ha portato a collaborare con il musicista e tecnico del suono Lorenzo Pisanello, il quale si è occupato dell’elaborazione e montaggio dell’audio.

La curatrice Lisa Parola ha commentato:

Unendo arte e psicologia, ‘Come se fossimo nuovi’ ha permesso al pubblico di partecipare a una pratica poetica urbana dando forma a un suono collettivo che richiama sensazioni corporee ed emotive, voci che trasformano un luogo di passaggio in uno spazio di riflessione e condivisione.

Il 6 giugno rappresenta, quindi la parte conclusiva di Come se fossimo nuovi: le persone potranno recarsi presso la fontana di via Benedetto Marcello e trovare il proprio spazio e tempo per ascoltare, soffermarsi, lasciarsi sfiorare dalle parole che sono state condivise e che quella sera verranno liberate e restituite al luogo e alle persone.

Inoltre, per chi si fosse perso la prima fase o volesse ri-percorrerla, negli stessi orari presso La Fondazione Il Lazzaretto, via Lazzaretto, 15, sarà trasmessa una documentazione di foto e video.

La Fondazione Il Lazzaretto

Il Lazzaretto nasce nel 2014 come Associazione culturale. Nel 2017 diventa Fondazione non-profit. La sua mission è quella di sostenere e promuovere progetti nei quali arti visive, pratiche psico-fisiche, letteratura e arti performative convergono e si incontrano.

La scelta del nome non è nata solo dal desiderio di mantenere un legame con l’antica toponomastica, ma anche e soprattutto dalla volontà di dare voce al desiderio che un pezzo fondamentale della storia del Lazzaretto di Milano possa essere rivisitato in senso positivo nel presente.

Che quella storia antica di contagi e malattie possa diventare contaminazione di idee, di energie, di dubbi, di inclinazioni al nuovo e all’inaspettato. Il Lazzaretto agisce tutto l’anno con vari strumenti avendo come obiettivo la partecipazione culturale e come metodo quello dell’ibridazione generativa.

Con queste intenzioni si svolgono i Salotti, luoghi di riflessione, i Virus! laboratori aperti al pubblico, tutte esperienze restituite e sviluppate nel ‘Festival della Peste!’

Infine, si ricorda il Premio Lydia, per sostenere la creatività emergente di giovani artisti e artiste e lo sviluppo di idee in grado di produrre un impatto importante sulla collettività. La direzione artistica del Lazzaretto è affidata a Linda Ronzoni, coadiuvata dal fondatore Alfred Drago.

‘Come se fossimo nuovi’
Opera d’arte pubblica partecipata di Gianni Moretti e Chiara Ronzoni
a cura di Lisa Parola
elaborazione audio: Lorenzo Pisanello
si ringraziano:
Liceo Cremona di Milano
LEAV – Laboratorio di Etnografia Audiovisuale del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali – Università degli Studi di Milano, Nicola Scaldaferri, Giovanni Cestino, Shan Du
Claudia Barana – ranaba
Alessandro Oldani e l’Ufficio Arte negli Spazi pubblici del Comune di Milano

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