Ass. Barni: ‘Con Tunisi un legame forte’
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
La Toscana chiama Tunisi e Tunisi risponde. A tre anni dall’attentato terroristico del 18 marzo 2015, il Museo del Bardo ospita una mostra, visitabile fino alla fine di settembre, sulle antichità romane provenienti dalla Tunisia e presenti da oltre tre secoli nelle collezioni degli Uffizi e nei depositi dell’Archeologico a Firenze: ventiquattro pezzi – epigrafi e stele votive e funerarie, per lo più – che nei duecento anni in cui hanno fatto bella mostra di sé nella sala d’ingresso della galleria fiorentina hanno attratto studiosi da tutta Italia, dall’Inghilterra e dalla Francia.
Ed era inevitabile, visto che a quel tempo erano le uniche testimonianze, in tutta Europa, dell’Africa romana. L’evento rafforza i legami culturali tra Toscana e Tunisia, le cui radici sono secolari.
Commenta la vice presidente della Toscana, Monica Barni:
Le relazioni tra la nostra regione e il paese nord africano sono consolidate. E il paese con cui abbiamo rapporto di cooperazione internazionale e questa iniziativa culturale si inserisce nel solco già avviato.
Dal 2011, dopo la ‘rivoluzione dei gelsomini’, la Toscana è all’opera su più fronti, dall’economia sociale e solidale al rafforzamento istituzionale fino al sostegno del processo di decentramento, con il coinvolgimento di università, comuni e società civile.
La Toscana è tra le pochissime regioni italiane ed europee attive nelle zone più sfavorite e povere della Tunisia come Kasserine, Jendouba e Tatauine, dove la cooperazione internazionale sta lavorando a costruire un percorso che porti a governi locali aperti e partecipati. Sul 2017 e 2018 sono attivi progetti per un milione e 400 mila euro, di cui un milione frutto di un bando vinto del Ministero degli esteri.
L’idea della mostra, realizzata in collaborazione con l’istituto italiano locale di cultura e la curatela degli Uffizi, interamente finanziata dalla Regione con 70 mila euro, era stata rilanciata l’anno scorso, dopo una visita della vice presidente della Toscana Monica Barni nel paese nord-africano.
Spiega la vicepresidente:
È un modo per contribuire alla ripresa del turismo culturale del paese, gravemente compromesso dopo il grave e oltraggioso attentato di tre anni fa.
L’iniziativa era nell’aria dal 2016.
Racconta Barni:
Sembrava una cosa impossibile ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Il Bardo, che vanta la più ricca collezione al mondo di mosaici romani oltre alle collezioni di arte islamica, è simbolo dell’apertura della Tunisia a tutte le culture.È la rappresentazione di un Mediterraneo miniera di intrecci e naturale spazio di incontro, per sua natura multireligioso, multiculturale e multilinguistico.
E la via del dialogo interculturale è un’esigenza primaria della nostra società contemporanea.
Domenica 18 marzo 2018 è prevista l’inaugurazione della mostra. Un doppio appuntamento: il taglio del nastro, ma anche il ricordo delle vittime, ventidue morti, tra cui quattro italiani, e avrebbero potuto essere anche di più, e quarantacinque feriti.
Ci sarà anche un momento musicale ‘toscano’ d’eccellenza, con la Scuola di musica di Fiesole, l’apprezzata fondazione senza fine di lucro, partecipata da pubblico e privati, che nel corso degli ultimi decenni ha formato giovani musicisti ed educato alla musica.
In occasione dell’inaugurazione, il quartetto Taag e il giovane soprano Yosra Abid saranno gli interpreti del delicato e toccante Stabat Mater di Lugi Boccherini, il virtuoso violoncellista che fu uno dei grandi ambasciatori della musica italiana all’estero sul finire del Settecento. In particolare, sarà eseguita la prima e più intima versione, approntata dal compositore in Spagna nel 1781 e rimasta a lungo inedita.
Il concerto darà avvio ad una stagione di nuove collaborazioni della scuola con la Tunisia e con l’istituto di cultura italiano della capitale africana. I tre giorni a Tunisi, dal 17 al 19 marzo, saranno inoltre l’occasione, per la Regione, per fare il punto sulle prospettive di sviluppo dei sistemi museali tra Italia e Tunisia. Su questo – e in particolare sugli standard dei musei – il lunedì è stato organizzato un seminario con gli operatori tunisini. Un altro pezzo di cooperazione culturale e internazionale.