Site icon ExPartibus

Fiori d’acciaio

Fiori d'acciaio


Gli uomini: a malapena riescono a gestire quel minimo della vastità che proviene dalla terra; oggettiva, invece, è la loro incapacità a “trattare le cose” che provengono dall’immensità del cielo.

Eppure, innalzando il capo verso l’alto e ponendo la vista a perdersi oltre quell’azzurro, l’essere umano si ritrova al centro di innumerevoli dubbi e domande, con un’unica e sola “certezza”: oltre quel cielo, nell’interiorità di quel cosmo c’è la vita vera!

Attraverso l’inafferrabilità del vento e il suo silente fruscio tra le miserie e le ricchezze del mondo, la vita richiama la vita, donandole fertilità, prosperità, abbondanza.

Ma, ogni volta che l’uomo “piccolo” nella sua miseria esistenziale e sterilità spirituale, attraverso la più arcaica delle sue azioni, la violenza, infligge dolore, ingiustificato e immeritato al suo consimile, vìola quella “legge universale”, innescando un meccanismo di regressione e degenerazione dello spirito, della mente, alimentando la sua involuzione.

E così, ogni qualvolta hai abusato di me, perché non ti volevo; ogni volta che uno schiaffo o un pugno iroso ha raggiunto il mio corpo, non hai colpito soltanto la mia carne, causandomi lividi e dolore, ma hai fatto di peggio: hai strappato a brandelli la mia anima, inoculando con veemenza nella mia mente la paura, la rabbia, l’odio verso chi, un tempo, ho amato donandogli la “vita nuova”.

Non sono stata io a partorirti, ma ho dato la vita ai tuoi figli, attraverso cui, io e te, continueremo a vivere.

L’amore violato, in cui hai mutato quello originario, è costruito su menzogne, timori, inganni, ira e violenza.

Il dialogo non ci appartiene e il sentire comune è diventato una favola cancellata da questa dura e inutile quotidianità che non accetto, non voglio, non riconosco.

Così come non riconosco te, che sei entrato nella mia vita col profumo delle rose, e sei capace, adesso, di donarmi soltanto “fiori d’acciaio”, privi di delicatezza, odore, semplicemente sterili di vita.

Hai lasciato che respirassi fuoco, intossicandomi del fumo asfissiante della tua indomabile rabbia.

Per quanto tu abbia sofferto e patito negli anni in cui, soltanto giubilo e letizia avrebbero dovuto cingerti il cuore, donando delle ali ai tuoi piedi d’infante, non giustifico su di me, sulla mia stessa vita, la rabbia e l’eccesso di tutto quel dolore che ti è imploso dentro.

Soltanto ritornando all’origine di te, potrai trovare la chiave dello scrigno segreto che ti dà pena: aprirlo e accettare tutto ciò che esso contiene da tempo e che tu stesso hai rinchiuso negli anni trascorsi per tentare di non soffrire.

Il passato, se non lo affronti, ritorna e ti sbatte in faccia tutta la sua crudeltà: quella che ti sei rifiutato di vivere e di accettare, raggirandola, ma non di certo abbattendola.

Soltanto la vera e profonda accettazione, porta alla liberazione, attraverso la comprensione e la catarsi.

Non c’è altra via d’uscita; non ne conosco.

Nel mio ruolo di moglie e di madre, avevo, a causa tua, dimenticato di dar voce a un piccolo segmento che li unisce: il mio essere donna.

Bella o brutta; giovane o vecchia; bianca o nera, io non merito di essere la vittima sacrificale dei tuoi sfoghi psicologici; rifiutando il mio aiuto, hai messo luce su quella che è la nostra condizione di coppia e, purtroppo, quando ti renderai conto della verità, io sarò altrove.

Soltanto allora capirai, che non ero affatto un ricordo sbiadito.

Saprai invece, che esisto e sono rimasta viva, fra le pieghe oscure di tutto questo tempo perso a restarti accanto, in ricordo di un amore, caro solo alla mia memoria.

Al dono delle tue rose, ho risposto con gemme di vita di inestimabile valore; ai tuoi fiori d’acciaio rispondo con l’inizio di un nuovo viaggio verso l’altrove, in cui tu non ci sarai.

La vita vera richiama la vita: e questa legge cosmica è cogente, imperativa e inviolabile!

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".

Exit mobile version