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FilmaP di Arci Movie ai festival internazionali di Milano e Firenze



FilmaP di Arci Movie con i suoi film della realtà made in Naples partecipa ai festival internazionali ‘Visioni dal mondo’ di Milano, il 7 ottobre, e ‘Festival dei popoli’ di Firenze, il 14 ottobre

Riceviamo e pubblichiamo.

I documentari napoletani nati nell’Atelier di cinema del reale del centro FilmaP di Arci Movie di Ponticelli sono selezionati nei concorsi internazionali dedicati al cinema d’autore.
I film degli allievi dell’atelier, con la direzione pedagogica di Leonardo Di Costanzo e il coordinamento di Antonella Di Nocera, sono il risultato di oltre due anni di ricerca, scrittura, riprese e montaggio che hanno impegnato i giovani autori nel racconto di storiche hanno al centro luoghi e protagonisti, osservandoli e restituendone la verità.

Si tratta di quel cinema del reale, in cui l’Italia ha ormai un primato dopo il Leone d’Oro a Venezia a Gianfranco Rosi, realizzati a basso budget e lasciando ai giovani autori grande autonomia di sperimentazione, proprio perché inseriti in un percorso di formazione ma ben connesso con i professionisti del settore.

Le produzioni cono a cura di Parallelo 41 e Arci Movie per FilmaP con alcune autorevoli collaborazioni che nel percorso formativo hanno accompagnato i progetti: Bronx Film per Volturno e Indigo Film per Aperti al pubblico.

Dice la coordinatrice Antonella Di Nocera e curatrice delle produzioni:

Il riconoscimento che giunge al lavoro dell’Atelier di cinema del reale è davvero importante per una realtà indipendente come la nostra, con quella idea fondamentale di connessione della formazione e della creazione giovanile con il mondo dei professionisti.

FilmaP a Ponticelli era l’esito naturale di tanti anni dedicati al territorio e alla promozione culturale di Arci Movie, con la convinzione che la periferia diventa centro, quando il suo sguardo del racconto cambia il fuoco e diventa motivo di nuove restituzioni di verità e creazioni artistiche.

Non è un caso che la nostra scuola, indipendente e autonoma, è stata scelta dallo storico festival dei Popoli insieme a due grandi istituzioni come la Holden e la Luchino Visconti.

Oltre a Leonardo Di Costanzo, in questi tre anni l’Atelier ha radunato docenti come Bruno Oliviero e Alessandro Rossetto e autori e professionisti venuti per le masterclass tra cui Carlo Hintermann, Paolo Benzi, Michelangelo Frammartino, Massimo D’Anolfi, Luca Mosso, Luciano Barisone, Maria Bonsanti, rendendo il centro FilmaP un’occasione ambita da tanti giovani filmmaker da tutta Italia.

Una scuola, di fatto officina di talenti e di storie, che porta i film degli allievi ai festival è un unicum, una esperienza di fatto “avanguardia” per una realtà indipendente.

Di fatto, dopo lo start up della Fondazione Con il Sud, FilmaP – Centro per la formazione e produzione di cinema a Ponticelli è un progetto di Arci Movie realizzato con il sostegno di SIAE, Intesa San Paolo, fondo beneficenza, Fondazione con il Sud con l’adesione di Uaca e Doc/it.

FilmaP – centro di formazione e produzione Ponticelli Napoli
coordinamento Antonella Di Nocera Responsabile tecnico Giovanni Bellotti
comitato di direzione Antonio Borrelli Roberto D’Avascio Maria Teresa Panariello

‘Volturno’ di Ylenia Azzurretti
Prima internazionale selezione ufficiale concorso, Milano il 7 ottobre.
“Mormorante il fiume passa. È quel che non passa che è nostro, non del fiume”.
Attraverso le giornate di chi ancora lo vive, la scoperta di uno dei corsi fluviali più importanti del mezzogiorno; lontano dal mito, in qualche modo dimenticato dietro gli argini, il Volturno scorre, fiume di provincia, fra le ultime poesie del mondo, ossatura fragile di territori difficili da penetrare e spesso senza voce.

Il film procede come un road movie dalle fonti alla foce, insomma un river movie, che senza tregua scorre fra il Molise e la Campania due regioni che lo spaccano letteralmente in due creando due nature che convivono.

In questo percorso sono tre i personaggi principali ad accompagnarci alla scoperta del Volturno: un naturalista, un pescatore di telline e un agricoltore. Tutti e tre legati dal Volturno e testimoni di territori difficili come quello del Basso Volturno, o della Vallata del Volturno. L’intento del film è quello di riuscire a restituire l’immagine di un’umanità a volte arresa, che riesce a dimenticare il fiume dietro gli argini.

Modi diversi di rapportarsi al fiume, vite e coltivazioni differenti raccontano storie di persone, paesi, di intere regioni. Il fiume come mezzo, come specchio dei territori che bagna. L’unico in grado di rivelare in confidenza, sottovoce, le abitudini delle diverse comunità, il rapporto con la propria terra, con le proprie origini: con la stessa vita.

Ylenia Azzurretti nasce a Caserta nel 1989 da una famiglia di vocazione contadina.
Si avvicina al cinema di fiction come aiuto regia e con collaborazioni a sceneggiature.

Ma la ricerca del mezzo d’espressione la porta finalmente ad approdare al cinema documentario attraverso la prima edizione dell’Atelier di Cinema del Reale esperienza all’interno della quale realizza il suo primo cortometraggio ‘Cristian Diorio’, vincitore del premio speciale per il miglior cortometraggio italiano al Festival ‘A corto di donne’ 2016.

‘Volturno’ di Ylenia Azzurretti

‘Aperti al pubblico’ di Silvia Bellotti
Prima internazionale – Selezione ufficiale concorso italiano, Firenze il 14 ottobre
Il film è stato girato nell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Napoli e Provincia.
Ogni martedì e venerdì, quando gli uffici sono aperti al pubblico, gli impiegati ricevono gli utenti che abitano nei 40.000 alloggi che l’Istituto gestisce. Il loro compito primario è quello di ricercare soluzioni pratiche per i problemi dei cittadini. In quei momenti le stanze dell’Istituto diventano un palcoscenico.

Silvia Bellotti dichiara:

Ho notato una dimensione informale e a tratti teatrale degli uffici pubblici dove a volte l’iter burocratico passa in secondo piano e le persone agiscono fuori dagli schemi e dai protocolli.

La capacità di far fronte all’imprevisto o alle inefficienze del sistema con soluzioni creative che attingono alle risorse dei singoli, mi ha appassionato prima come spettatrice e poi come regista.

Per raccontare questo aspetto della burocrazia girato ‘Aperti al pubblico’, un lungometraggio che rappresenta gli sforzi che gli impiegati dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Napoli e Provincia fanno per adattare i regolamenti e le procedure alla realtà dell’utenza.

Nel film ho cercato di rendere questo sforzo, di trasporre l’ironia dei protagonisti davanti all’inefficienza delle istituzioni e la caparbietà con cui nonostante tutto, decidono di affidarsi un po’ al pragmatismo e un po’ alla sorte.

Silvia Bellotti è una videomaker giornalista nata a Roma nel 1982. Nel 2012 ha ricevuto il primo premio Generazione Reporter e nel 2013 è tra i finalisti del Premio Morrione, una sezione del Premio Ilaria Alpi, con la video inchiesta ‘Che fine ha fatto la roba dei boss’ sulla gestione inefficiente dei beni confiscati alla mafia.

Nel 2014 si è trasferita a Napoli per FilmaP – Atelier di Cinema del Reale realizzando ‘Il foglio’, in concorso al Torino Film Festival 2015. Nel 2017 ha realizzato con i bambini dell’Istituto Statale Specializzato per Sordi Magarotto il cortometraggio ‘La scuola del sorriso’, Grand Prix della giuria del Festival Sourd Métrage di Nancy.

‘Aperti al pubblico’ di Silvia Bellotti

‘Sub tuum praesidium‘ di Francesco Romano e Carlo Manzo
Nel focus formazione dedicato a FILMAP, Firenze il 14 ottobre.
Racconta, lungo l’arco di un anno, una famiglia di anziani in un piccolo centro all’ombra del Monte Somma. Il nucleo, formato da quattro componenti – i tre fratelli, Carmela, Concetta, Francesco e sua moglie Graziella – si sostiene grazie ai raccolti dei poderi adiacenti la casa. Questa famiglia vive la propria quotidianità fatta di situazioni che, al pari di un rituale, si ripetono giorno per giorno.

Il bisogno di raccontare i nostri luoghi partendo dalle nostre radici, legate indissolubilmente ad un universo rurale sempre più vicino all’estinzione.
L’intento era quello di penetrare nella sfera umana di chi ancora resiste al cambiamento, riflettendo su aspetti quali la religione, vissuta sinceramente in questi luoghi, spesso in maniera spettacolarizzata con le varie manifestazioni votive del cristianesimo, la famiglia, patriarcale, con il rispetto per le gerarchie e dei valori predeterminati, la terra, quella stessa narrata da Verga ma inevitabilmente esposta ai cambiamenti del nostro tempo, e l’isolamento, tipico della vita di provincia, lontano dai grandi flussi della città.

Il film è nato per sviluppare trasversalmente tutte queste tematiche ma è divenuto, successivamente, un vero e proprio viaggio nel quale i nostri personaggi, come traghettatori, ci hanno condotto attraverso l’ultima dimensione dell’esistenza.

Carlo Manzo e Francesco Romano
Nati e cresciuti in provincia di Napoli, si conoscono alla facoltà di Arti Visive dell’Università degli studi di Salerno e iniziano la loro collaborazione nell’ambito dell’Atelier di cinema del reale. Al termine del percorso didattico realizzano il loro primo corto documentario Senilis, in concorso al Napoli Film festival e vincitore al ‘Trofeo La Lanterna 2016’, Genova.

‘Sub tuum praesidium’ di Francesco Romano e Carlo Manzo
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