Lo scrittore lunigianese racconta in esclusiva ad ExPartibus il suo nuovo romanzo
Oggi vi presento Davide Baroni, autore di un libro interessante e avvincente, per la tematica particolare che affronta, dal titolo ‘Figli delle stelle – Le origini’, pubblicato da BookSprint.
Un testo che, già dalle prime righe, ci porta in una dimensione sospesa, tra realtà inimmaginabili, excursus storici e reperti archeologici, che cerca di dare una risposta alle domande che tutti noi ci siamo sempre posti: “Da dove veniamo? Siamo frutto di evoluzione o creazione? Siamo figli delle stelle?”.
Un romanzo che invita alla riflessione e pone dei dubbi, che vi propongo di leggere attentamente, ognuno poi tragga le proprie conclusioni.
Davide raccontaci un po’ di te, cosa fai nella vita?
Sono lunigianese, fiero di essere tale, laureato all’Università di Pisa alla facoltà di Scienze Politiche – Indirizzo internazionale.
Collaboro con molte associazioni culturali della mia terra, con la rivista ‘Voyager’ e con il magazine ‘Enigmi della storia’. Ad ottobre di quest’anno su ‘Hera’ è stato pubblicato un mio articolo in cui affronto la teoria scientifica che sta alla base del mio romanzo ‘Figli delle stelle – Le origini’.
Dove nasce la tua passione per la scrittura?
Nasce dalla mia curiosità di conoscere la storia dell’essere umano. Curiosità che mi ha portato prima a leggere i fumetti di Martin Mystere, poi i romanzi storici e i thriller e, infine, a studiare sulla storia dell’umanità.
Dopo essermi fatto un buon bagaglio culturale ho deciso di “aprire la mia valigia” per condividere il contenuto con gli altri.
Penso che il compito di uno scrittore sia trasmettere le proprie emozioni ai lettori, meravigliarli e farli riflettere. Spero di essere riuscito nell’intento.
Ho scelto la forma del romanzo perché è immediato e perché può far avvicinare anche le persone che solitamente fuggono alla vista della parola scritta.
La molla, però, è scattata dopo l’incontro fortuito con un libro che univa Freud e Mosè. L’ho preso, l’ho letto in un giorno, e ho subito deciso di romanzarlo. È nato così il mio primo romanzo ‘Exodus – Il segreto di Mosè’.
Sei al secondo libro, un titolo che desta subito curiosità: ‘Figli delle stelle’. Puoi raccontarci un po’ di questo tuo nuovo romanzo?
Anche questo romanzo è nato dopo anni di studi e ricerche. In queste pagine cerco di rispondere alle domande che da sempre assillano l’umanità: “Chi siamo? Da dove veniamo?”
L’ipotesi che sta alla base del romanzo non è di pura fantasia, ma segue teorie e studi di autorevoli ricercatori. La risposta ci verrà data attraverso le azioni e i dialoghi degli archeologi, che scopriranno qualcosa di sensazionale sotto il borgo di Civita di Bagnoregio (VT), un ritrovamento che metterà a rischio la loro stessa vita.
Un romanzo a trama circolare e a doppio binario, denso di colpi di scena, dove niente è quello che sembra e dove perfino i gatti nascondono un segreto.
Il team di archeologi rappresenta l’umanità che indaga, che cerca di scoprire la verità sulle nostre origini, con tutti i suoi difetti e con le molte criticità dell’essere umano.
Gli studiosi si scontreranno con gli abitanti dell’antico borgo, rappresentanti dello status quo, della tradizione.Il testo si dipana in un gioco di specchi, dove nulla è mai definitivo. Come dico sempre ai miei lettori, non fidatevi di nessun personaggio. Nella vita nulla è completamente bianco o nero, le azioni umane sono la somma di un’infinità di grigi. Tutti noi abbiamo gocce di tenebra diluite nel bianco della nostra anima e così sono anche i miei personaggi, che rispecchiano il mondo.
Non voglio però svelare di più. Desidero lasciare al lettore la possibilità di scoprire, pagina dopo pagina, i tasselli che, solo alla fine, comporranno l’intricato puzzle.
Lo scenario che si troveranno davanti li lascerà senza fiato, ma con qualche risposta in più.
Perché hai scelto il borgo di Civita di Bagnoregio per ambientare il tuo romanzo?
Non ho scelto io Civita, è stata lei a scegliere me. La prima volta che ci sono stato, mentre camminavo per le strade del borgo, ho sentito un’energia particolare che mi pervadeva, un’attrazione indescrivibile. È stato un colpo di fulmine, amore a prima vista.
La Città che muore, poi, è un’ambientazione perfetta per il mio noir, un borgo appeso al cielo dove il tempo sembra essersi fermato. Inoltre, è un borgo etrusco e gli archeologi protagonisti del romanzo stanno cercando le origini di quel popolo, ma finiranno per trovare quelle dell’uomo.
Il tuo libro fa riferimento a delle precise teorie portate avanti da Mauro Biglino, da Zecharia Sitchin e Pietro Buffa, che destano curiosità, e che trovano per certi versi tanti sostenitori ma, anche tanti oppositori. Quale il tuo pensiero in merito?
Ho letto tutti i libri di Biglino, Sitchin e Buffa. Il loro modo di spiegare argomenti complessi con parole semplici mi ha conquistato. Inoltre, sono persone che ammiro per correttezza, educazione e preparazione. I loro saggi mi hanno fatto amare ancor di più la storia.
Fin da bambino facevo molte domande, ma nessuna risposta mi aveva mai soddisfatto pienamente. Poi ho letto i testi di questi ricercatori e, finalmente, ho trovato molte risposte che cercavo.
Non so se loro hanno trovato la verità sull’origine dell’uomo, ma le loro teorie mi affascinano e, analizzandole attentamente, hanno molto più senso di altre. Tutto si incastra alla perfezione.
Per quanto riguarda gli oppositori, purtroppo, ci sono ovunque.
La maggior parte delle volte, però, l’accanita opposizione nasce dalla mancanza di idee proprie. Queste persone, quindi, sono solite criticare tutti quelli che hanno un buon seguito, solo per potersi fare un po’ di pubblicità e far parlare di sé, non avendo argomenti interessanti per attirare l’attenzione della gente.
Penso che sarebbe meglio restare nell’ombra, piuttosto che vivere di luce riflessa.
Il tuo libro lancia un messaggio importante e apre delle riflessioni: siamo davvero figli delle stelle? Tu che ne pensi?
Credere che la vita intelligente sia solo sulla Terra è un atto di presunzione ed arroganza. L’esistenza di pianeti, galassie e migliaia di stelle mi portano a pensare che non possiamo essere soli nell’Universo. Siamo veramente Figli delle stelle? A mio avviso, sì.
L’essere umano è l’unico animale che, per poter vivere sulla Terra, deve trasformare l’ambiente in base alle proprie necessità. Non vi sembra strano? Forse la spiegazione più semplice è che non siamo di questo pianeta.
Un’ultima riflessione. Gli archeologi cercano da sempre l’anello mancante tra scimmia e uomo.
A mio avviso non lo troveranno mai se continueranno a guardare nel posto sbagliato. Dovrebbero alzare gli occhi al cielo e avrebbero tutte le risposte che cercano.
E su questo pensiero molto profondo, ho salutato e ringraziato Davide per la sua disponibilità, augurandogli il successo che merita per questa sua novità editoriale.
Autore Maria Filomena Cirillo
Maria Filomena Cirillo, nata a San Paolo del Brasile, vive in provincia di Napoli, dopo aver abitato per anni sul lago di Como. Il suo cammino spirituale è caratterizzato dalla ricerca continua dell'essenza di ciò che si è, attraverso lo studio della filosofia vedantica, le discipline orientali di meditazione e l'incontro con i Maestri che hanno "iniziato" il suo percorso. Tra Materia e Spirito. Giornalista pubblicista, laureata in Scienze Olistiche, Master Reiki, Consulente PNF, tecniche meditative e studi di discipline orientali. Conduttrice di training autogeno e studi di autostima e ricerca interiore. Aromaterapista ed esperta di massaggio aromaterapico.