Un viaggio negli affetti malati
Avrai il coraggio di uccidere i tuoi figli, le tue creature?
chiede il Coro a Medea.
Medea, decisa e determinata, risponde:
È il mezzo più sicuro per spezzare il Cuore di mio marito!
Dopo avere già disquisito sugli infanticidi, oggi vorrei brevemente prendere in esame gli atti vendicativi delle coppie separate o divorziate.
Come avete letto nell’incipit, già nelle tragedie greche il problema era ben compreso e sollecitato.
Non esiste solo “il momentaneo atto di follia” di una madre, bensì anche il petulante, continuativo, solerte e altrettanto drammatico atto di genitori che usano i figli per colpire e ferire i propri partner, dopo averne ricevuto solenne delusione.
Sono modi di ammazzare i figli in diversa maniera, con l’assurdo pensare che, a farne le spese maggiori siano i propri mariti o le proprie mogli.
Si tratta, in realtà, di “omicidio – suicidio” poiché, a pagarne le conseguenze, saranno tutti, genitori e figli, senza contare i nonni e le nonne.
Se è difficile comprendere il gesto disperato di chi toglie la vita al proprio figlio, magari per poi toglierla anche a se stesso, risultano ancor più incomprensibili tutte le azioni create ad arte, da un ex-coniuge, per distruggere psicologicamente la vita di un partner, giorno dopo giorno, con studiata attenzione ai minimi dettagli, usando i figli come arma di ricatto.
Qui non si tratta di un epilogo drammatico che si consuma in un momento, dopo lunghi tormenti, bensì di anni e anni di persecuzioni che rischiano di non avere mai fine se non si ristabilisce il senno.
Uno scenario che può condurre ad eventi altrettanto tragici se i figli non saranno in qualche modo protetti e cresciuti nell’Amore di tutte le componenti familiari che lo circondano.
La soluzione, infatti, è fare scudo, difendendo i bambini dall’unico elemento distruttivo.
Se si reagisce perdendo il controllo e lasciandosi intrappolare dal volere del genitore vendicativo è la fine.
Il figlio, per chi ha sete di vendetta, diventa un coltello affilato con il quale colpire il proprio ex-coniuge.
La lama di quel coltello va ricoperta d’Amore, da tutti, famiglia, scuola ed amici.
È l’unico modo per veder sanguinare solo l’accoltellatore il quale, non potendo godere del dolore delle sue vittime, perpetuerà ancora i suoi colpi, certo, ma come afferrando il coltello dalla parte sbagliata.
Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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