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FIDI Toscana, nuovi indirizzi e piano industriale

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Marras: ‘Rilancio fortemente sostenuto da Regione’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Nel futuro di FIDI Toscana non c’è più la parziale privatizzazione ipotizzata nel piano del 2022 ma

Un nuovo piano industriale 2024/26 per un rilancio che prevede di rafforzare gli strumenti per il sostegno delle micro, piccole e medie imprese.

È quanto dichiara l’Assessore regionale a economia e turismo Leonardo Marras che in Consiglio regionale ha illustrato oggi i nuovi indirizzi della Giunta a proposito della finanziaria regionale.

L’Assessore ha commentato:

Il 50° anniversario di FIDI sarà un momento di forte rilancio per la società. Ci sono tutti gli spazi perchè questo possa avvenire, come ha concordato tutto il Consiglio regionale che lavorerà su un atto da votare unanimemente.

Così il rilancio di FIDI Toscana sarà fortemente sostenuto dalla Regione.

Nel suo intervento, Marras ha illustrato tutto il lavoro fatto per dare un nuovo assetto alla finanziaria regionale senza più il controllo pubblico e ricercando una nuova, e più ampia, missione.

Sono arrivate proposte non in linea con le nostre aspettative, e quindi ora dobbiamo rilanciare Fidi in un percorso autonomo, con un nuovo piano industriale.

Proposta verso cui ha mostrato interesse tutto il Consiglio regionale.

Indirizzi che Marras ha spiegato nel dettaglio:

Abbiamo avuto buoni risultati di esercizio sia nel 2022 che nel 2023, registriamo un milione di utile anche nel primo semestre 24. Ma al termine delle manifestazioni d’interesse solo Kme e Italia Comfidi hanno presentato proposte.

Di qui la necessità di rivedere il piano che prevedeva la cessione della quota di maggioranza della Regione, pari al 62,8%, in un accordo di co-vendita stipulato con i soci bancari.

Nelle parole di Marras il punto sulle tre società regionali: oltre FIDI, anche Sviluppo Toscana e SICI.

L’aggiornamento del piano include anche un rafforzamento di Sviluppo Toscana, che attende la nomina del Direttore generale, nella prospettiva di trasformarla in un’agenzia di sviluppo regionale.

Per quanto riguarda SICI, sfumata con l’uscita dell’Umbria dalla finanziaria, la società rimane della sola Toscana e Sviluppo Toscana, dopo le verifiche operate dal CdA, potrà acquisirla per farne una società regionale in house.