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Festeggiamenti di Santa Rita nel Convento della SS. Trinità in Viterbo

Festeggiamenti di Santa Rita nel Convento della SS. Trinità in Viterbo


Una Rappresentanza della Delegazione della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio partecipa ai festeggiamenti

Si celebra oggi, sabato 22 maggio 2021 nel Chiostro del Convento della SS. Trinità in Viterbo la tradizionale festa di Santa Rita da Cascia, la cui devozione è molto diffusa nella Tuscia.

Al mattino sono state officiate Sante Messe alle ore 06:30, 07:30, 08:30, 09:30 e 11:30. Poi, alle ore 12:00 è stata recitata a cura dei PP. Agostiniani la supplica. Nel pomeriggio, alle ore 16:00, avverrà la benedizione dei bambini.

Quindi, la Santa Messa delle ore 18:30 sarà celebrata dal Vescovo di Viterbo, Mons. Lino Fumagalli, che intesserà il panegirico della grande Taumaturga di Cascia.

Come da tradizione, su invito dei P.P. Agostiniani una Rappresentanza della Delegazione della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio prende parte ai festeggiamenti in onore di Santa Rita da Cascia.

Il servizio d’ordine e sicurezza viene assicurato dai Cavalieri e dai Volontari Costantiniani, che presteranno anche il servizio d’onore alla statua di Santa Rita. A cura dei PP. Agostiniani sono state distribuite ai Cavalieri, ai Postulanti e ai familiari le rose benedette. Costante è stata la devozione dei Cavalieri Costantiniani verso Santa Rita.

Ricordiamo il Pellegrinaggio effettuato il 17 ottobre 2015 dalla Delegazione Tuscia e Sabina, insieme ad una rappresentanza della Delegazione Marche e Romagna, a cui prese parte S.E. il Duca Don Diego de Vargas Machuca, Presidente del Real Commissione per l’Italia. Durante la Solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da Mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, Gran Croce di Merito della Sacra Milizia, furono benedetti i mantelli dei nuovi Cavalieri.

La vita di Santa Rita da Cascia

Rita figlia (1381 – 1397) – Il vero nome di Santa Rita da Cascia è Margherita Lotti, figlia di Antonio Lotti e Amata Ferri. La piccola Margherita di Roccaporena, frazione a 5 km da Cascia, sboccia nel 1371, altri ritengono la data del 1381. Le ipotesi sono due: per la nascita 1371 o 1381, per il trapasso (rispettivamente) 1447 o 1457. Le date 1381-1457 sono state riconosciute come ufficiali da Papa Leone XIII quando proclamò Rita Santa.

In un clima di fragile calma, Antonio e Amata svolgono la funzione di “pacieri”. I genitori di Rita sono particolarmente stimati e gli statuti del libero comune di Cascia affidano loro l’arduo incarico di pacificare i contendenti o almeno evitare stragi cruenti tra famiglie in conflitto.

Rita moglie e madre (1397 – 1406) – Come per tante ragazze, anche per la giovane Rita arriva il momento di farsi una famiglia. Il giovane che s’innamora di lei, e che lei ricambia, si chiama Paolo di Ferdinando di Mancino. Non è un giovane violento, come descritto in qualche vita, ma un ghibellino risentito e basta. Rita, quindi, non “ammansisce” affatto Paolo, piuttosto lo aiuta a vivere con una condotta più autenticamente cristiana. Sarà questo il frutto di un amore incondizionato e reciproco illuminato dalla benedizione divina.

Rita vedova (1406 – 1407) – Paolo di Ferdinando di Mancino viene assassinato nei pressi del “Mulinaccio”, dove si era trasferito con Rita e i suoi due figli. La tradizione colloca l’accaduto intorno al 1406. Rita se ne accorge, accorre ma non le resta che cogliere il rantolo finale del marito e affrettarsi a nascondere la camicia insanguinata, perché i figli, vedendola, non finiscano col covare vendetta.

Rita monaca (1407 – 1457) – Dopo l’assassinio del marito e la tragica morte dei suoi due figli, Rita si rifugia nella preghiera. È in questo momento che deve aver maturato con forza il desiderio di elevare il suo amore ad un altro livello, ad un altro sposo: Cristo. All’età di circa 36 anni, Rita bussa alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena. Superate le mille difficoltà, con l’aiuto della preghiera ai suoi tre protettori Sant’Agostino, San Nicola Da Tolentino e San Giovanni Battista, finalmente corona il suo desiderio.

Rita sale al Cielo (1457) – Nell’inverno precedente la sua scomparsa, gravemente ammalata, Rita trascorre lunghi periodi nella sua cella. Probabilmente la nostalgia per la sua Roccaporena, il ricordo di Paolo e dei figli si fa sentire vivo. Forse Rita, che ha sempre pregato per le loro anime, ora che sente avvicinarsi la fine, avverte una pena in cuore: sapere se il Signore abbia accolto le sue sofferenze e preghiere in espiazione dei peccati dei suoi cari. Chiede un segno all’Amore e il cielo le risponde.

I primi miracoli (1457) – Nel 1457, per iniziativa delle autorità comunali, i primi miracoli di Santa Rita cominciano ad essere riportati nel Codex miraculorum, il Codice dei miracoli. Fra questi, troviamo quello cosiddetto maxime, ovvero il più straordinario: il miracolo di un cieco che riebbe la vista.

Il corpo di Rita non è mai stato sepolto, proprio per il forte culto nato immediatamente dopo la sua morte. Da subito, infatti, grazie alle sue virtù, cominciano ad arrivare gli ex voto portati dai devoti. Vedendo tanta venerazione, le monache, decidono di riporre il santo corpo in una cassa. È a questo punto che Mastro Cecco Barbari s’incarica di costruire (più probabile: far costruire) la prima bara detta “cassa umile”.

Beatificazione e canonizzazione (1626 – 1900) – Se tra i concittadini la venerazione è stata rapida, non altrettanto rapido è il cammino di ascesa agli altari. Il processo di beatificazione ha inizio il 19 ottobre 1626, sotto il pontificato di Urbano VIII, che ben conosce la Santa essendo stato vescovo di Spoleto fino al 1617. Fra i principali sostenitori della causa di beatificazione, oltre alla famiglia Barberini, c’è il Cardinale Fausto Poli, nativo di Usigni, villaggio del territorio casciano. È lui a interessarsi anche dei luoghi ritiani di Roccaporena, trasformando nel 1630 la casa-domuncola in capella.

Supplica Santa Rita

O’ gloriosa Santa Rita, raccolti attorno a te in questo giorno solenne, con cuore lieto e riconoscente, ancora una volta ci affidiamo alla tua preghiera che sappiamo potente presso Dio, Padre onnipotente e misericordioso.

Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo.

Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai tuoi fratelli e sorelle agostiniani, ai devoti che a te si affidano con speranza.

Chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito, la forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo, in ogni circostanza, la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni.

Amen.

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