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‘Festa al celeste e nubile santuario’ a Sala Assoli

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'Festa al celeste e nubile santuario' ph Pino Miraglia
Cristina Donadio e Lalla Esposito in "Festa al celeste e nubile santuario" - ph©Pino Miraglia


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In scena dal 12 al 15 febbraio a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Dopo il grande successo ottenuto al Teatro San Ferdinando qualche mese fa, da mercoledì 12 a domenica 15 febbraio, ore 20:30, ritorna in scena nella Sala Assoli – per la rassegna ‘Di Casa’ ‘Festa al celeste e nubile santuario’.

Il classico del teatro di Enzo Moscato dopo essere stato interpretato da Isa Danieli, Angela Pagano e Fulvia Carotenuto, in questa edizione ha come protagoniste Cristina Donadio, Lalla Esposito e Anita Mosca con Giuseppe Affinito.

La storia si svolge in un basso dei quartieri popolari di Napoli, dove tre ‘insolite’ nubili sorelle – Elisabetta, Annina e Maria – vengono quasi fotografate in un’esistenza banalmente quotidiana, ripetitiva, riscattata solo dall’esaltato culto per la Vergine Immacolata e dalla rigidissima condotta etico – sessuale che ne consegue.

I loro rapporti personali sono ferreamente gerarchici e improntati a un sistema di diritti – doveri – poteri appartenenti al più tradizionale schema anagrafico – familiare: il comando assoluto è nelle mani di Elisabetta, Lalla Esposito, la maggiore, l’inflessibile custode della virtù, propria e delle sorelle, come della giusta obbedienza ai dogmi e ai ministri della Chiesa; subito dopo viene Annina, Cristina Donadio, la visionaria, colei che afferma di vedere e parlare con lo Spirito Santo, di ricevere ineffabili messaggi dalla Madonna, l’apocalittica e inascoltata voce che annuncia l’Evento, il sacro Evento che sta per realizzarsi sotto i loro occhi, tra le miserabili mura del loro basso, in mezzo a prosaici detersivi, caramelle, forcine per capelli; in ultimo c’è Maria, Anita Mosca, la muta, la totalmente priva di potere, ma anche l’enigmatico oggetto del miracolo, della imperscrutabile scelta divina.

In quest’atmosfera così scarnificata e piamente devota accade che le fantasie, le reiterate filippiche di Annina incomincino a concretizzarsi, a incidere sensibilmente sul quotidiano, a trasformarlo, poco per volta in presenza dell’eccezionale, in una inusitata esperienza che non può non travolgere i consueti canoni esistenziali delle tre sorelle.

Così simbolicamente Elisabetta perde gli occhi, indispensabile mezzo del suo controllo, quasi una punizione divina inflitta alla sua ortodossa sicumera; così Maria, passiva ancella, si trasfigura, attraverso incredibili fenomenologie,m mestruazioni di colore celeste, gravidanza inspiegabile, nella epifania della Virgo Incontaminata, l’eccelso modello a cui si conformano in varia misura i tre personaggi.

L’epilogo è imprevedibile e sarà la stessa Maria, inspiegabilmente tornata in possesso della voce, a disvelare segreti e condotte che non hanno nulla di miracoloso e che individuano in Annina la tessitrice di un disegno, di un intrigo, che Maria spezza con le proprie mani e perpetua al tempo stesso, riproducendone la follia.

‘Festa al celeste e nubile santuario’
testo e regia Enzo Moscato
con Cristina Donadio, Lalla Esposito, Anita Mosca, Giuseppe Affinito
luci Cesare Accetta
musiche Claudio Romano
scena Clelio Alfinito
costumi Daniela Salernitano
consulente Lingua dei Segni Vincenza Modica
fonica Teresa Di Monaco
organizzazione Claudio Affinito

produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Compagnia Teatrale Enzo Moscato / Casa del Contemporaneo

Info e prenotazioni:
345-4679142

Foto Pino Miraglia