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Ferdinando II d’Aragona, il re passionale

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Ferdinando II d'Aragona - Museo del Prado


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Los Reyes Catòlicos

Dopo la resa di Boabdil, sultano di Granada, nel 1492, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona furono chiamati i Re Cattolici. Unendo i regni di Castiglia e di Aragona, gettarono le basi della moderna Spagna.

Secondo i cronisti dell’epoca si amarono sinceramente, sebbene fossero profondamente diversi: Isabella austera e religiosissima, per questo detta la Cattolica; Ferdinando passionale e amante delle donne.

Il matrimonio segreto con Isabella

Il 19 ottobre 1469 Ferdinando, divenuto l’anno prima re di Sicilia, sposò Isabella, sorellastra del re di Castiglia e di León Enrico IV. Questi, nato dal primo matrimonio di Giovanni II con Maria d’Aragona, ereditò il regno di Castiglia nel 1454. Nel 1465, però, parte della nobiltà castigliana, guidata dall’arcivescovo di Toledo Alfonso Carrillo de Acuña, depose Enrico e proclamò nuovo re Alfonso, fratello minore di Isabella.

Alla morte di Alfonso fu firmato il Trattato di Guisando: Enrico, in cambio del riconoscimento della sovranità sulla Castiglia, rinunciava a tramandare il trono alla figlia Giovanna e riconosceva Isabella sua legittima erede con il titolo di principessa delle Asturie.

L’accordo sancito prevedeva una clausola: Isabella si sarebbe potuta sposare solo con il beneplacito di Enrico. L’erede di Castiglia, però, scelse, dietro suggerimento dell’arcivescovo Carrillo, il principe d’Aragona Ferdinando.

Si narra che questi, in gran segreto, affrontò un viaggio da Saragozza travestendosi da servo; giunto a Vallodolid il 12 ottobre, dopo due giorni incontrò per la prima volta la futura sposa e il 19 ottobre fu celebrato il matrimonio.

Gli amori di Ferdinando: Aldonza Ruiz de Ivorra e Germana di Foix

Sebbene i cronisti parlino di una coppia molto unita, è difficile negare che dietro la propaganda non si celassero dissidi. Ferdinando, infatti, al momento di sposarsi aveva una figlia naturale ed era legato alla catalana Aldonza Ruiz de Ivorra, dalla quale ebbe un figlio un anno dopo le nozze con Isabella.

Alla morte della regina, spirata a 53 anni a causa di un tumore all’utero, Ferdinando, divenne, secondo il testamento di Isabella, reggente della Castiglia in attesa che il nipote Carlo di Gand, figlio di Filippo il Bello e di sua figlia Giovanna, compisse la maggiore età; però, in seguito all’arrivo in Castiglia del genero Filippo, bramoso di accaparrarsi la reggenza,

Ferdinando ritornò in Aragona e cercò l’alleanza del re di Francia Luigi XII, dal quale ottenne la mano della bellissima nipote Germana di Foix. Intanto misteriosamente dopo pochi mesi di reggenza Filippo moriva e Ferdinando rinchiudeva la figlia Giovanna, le cui condizioni mentali erano peggiorate dopo la scomparsa del marito, a Tordesillas.

Un anno dopo la morte della moglie Ferdinando, all’età di cinquantatré anni, sposò la diciottenne Germana: se fosse nato un maschio, Carlo non avrebbe ereditato l’Aragona. Germana partorì l’agognato erede nel 1509, ma il bambino visse un solo giorno.

La morte

Re Ferdinando si spense il 23 gennaio 1516 a Mondrigalejo nell’Estremadura, dove si era recato per prendere parte a una assemblea degli ordini di Calatrava e di Alcántara. Raccontano i cronisti che un minestrone somministratogli dalla moglie per aiutarlo ad avere figli scatenò un male fatale. Probabilmente il ricorso all’afrodisiaco in cui doveva essere presente anche la tossica polvere di cantaride, un coleottero di colore verde brillante, usato per le sue proprietà vasodilatatrici, fu la causa dell’insufficienza cardiaca e dell’emorragia cerebrale che portarono il re alla morte.

Secondo il desiderio espresso da Isabella sul letto di morte, i Re cattolici riposano vicini nella Cappella Reale di Granada.

Per approfondimenti:
E. Belenguer, Ferdinando e Isabella. I Re cattolici, Roma 1999.
J. Dumont, La regina diffamata. La verità su Isabella la Cattolica, Torino 2003.

Autore Carmelo Cutolo

Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.