Home Rubriche Clessidra Farsi leggere da un libro dimenticato

Farsi leggere da un libro dimenticato

1464
Libro


Download PDF

Era una pigra mattina d’estate quando mi ritrovai, come al solito, assiso sul water del mio bagno, tempio dei miei momenti di meditazione quotidiana.

Con la coda dell’occhio notai sul termosifone un libro ingiallito trasportato chissà quando dalla mia libreria in quel luogo di lettura e di riflessione: un’opera di Ouspenksy, il maggiore interprete di Gurdjieff, ‘L’evoluzione interiore dell’uomo’, che un amico mi aveva regalato anni prima.

Mosso da curiosità mista a noia, lo aprii a caso e lessi le prime righe che casualmente si pararono davanti ai miei occhi assonnati. Rimasi di stucco!

Quelle parole abissali parlavano di come noi uomini tendiamo ad identificarci totalmente con i nostri pensieri ed emozioni, perdendo di vista la nostra essenza, proprio come un topolino ipnotizzato da un serpente.

Questa continua caduta nel sonno presenta taluni aspetti ben determinati che la psicologia ordinaria ignora o quanto meno che non è in grado di classificare, né di definire. Questi aspetti richiedono uno studio particolare. Ve ne sono due: il primo è chiamato identificazione.

(…) L’uomo «si identifica» con tutto: con ciò che dice, con ciò che sa, con ciò che crede, che non crede, che desidera, che non desidera, che lo attira o lo respinge. Tutto l’assorbe ed egli rimane incapace di separarsi dall’idea, dal sentimento o dall’oggetto che l’assorbe.

(…) È difficile trovare una cosa, per piccola che sia, con la quale l’uomo non possa identificarsi. Al tempo stesso, in stato di identificazione, l’uomo possiede meno che mai un controllo sulle sue reazioni meccaniche.

Manifestazioni quali la menzogna, l’immaginazione, l’espressione delle emozioni negative e il chiacchierare continuo esigono l’identificazione. Non possono esistere senza identificazione.

“Accidenti!”, pensai, “questo Ouspenksy mi conosce meglio di me stesso”.

Restai a lungo in una situazione sospesa, immobile, eppure interiormente travolto dal tumulto dei miei turbamenti, come un tappo di sughero sballottato dal mare.

Voltando ancora qualche pagina, scoprii che per uscire dal mio stato di meccanicità avrei dovuto liberarmi dalla stretta delle emozioni negative che mi allontanavano dalla mia natura più vera.

Senti come uno strano senso di solletico localizzato all’altezza del plesso solare. Il segno inequivocabile che quelle parole avevano centrato il “punto”.

Nulla è più meccanico nella vita che le emozioni negative.
L’uomo nel suo stato ordinario non può mai dominare le proprie emozioni negative. Coloro che credono di poter controllare le proprie emozioni negative e manifestarle quando lo vogliono non fanno che ingannarsi. Le emozioni negative dipendono dall’identificazione. Ogni qualvolta l’identificazione è distrutta, esse scompaiono.

La cosa più strana e più fantastica riguardo alle emozioni negative è che la gente le adora. Penso che per un uomo ordinario e meccanico, la cosa più difficile da ammettere sia che tanto le proprie emozioni negative quanto quelle degli altri, non hanno il minimo valore e non contengono niente di nobile, di bello o di forte.

(…) Il loro unico lato buono è che, essendo perfettamente inutili e create di sana pianta dall’immaginazione e dall’identificazione, possono essere distrutte senza alcun pregiudizio. Ed è questa la sola possibilità che l’uomo ha di salvarsi.

Richiusi il libro sempre più turbato.

Come faceva quel volume dimenticato a scandagliarmi dentro con tale precisione?

Da quel giorno, ogni mattina, le parole di Ouspenksy riemergono dalle pagine ingiallite per ricordarmi di scrutare consapevolmente nel mio abisso interiore.

Sono forse io a leggere il libro, o è il libro a leggere me?

Talvolta mi sembra di avere tra le mani non dei semplici fogli, ma uno specchio enigmatico che riflette i meandri più reconditi e brucianti della mia anima.

Autore Raffaele Mazzei

Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.