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Farmaceutico militare Firenze, Rossi: fondi e più produzione cannabis

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Enrico Rossi


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Il Presidente della Regione Toscana chiederà un incontro al Ministro Grillo per discutere ipotesi sula struttura

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Un finanziamento per lo Stabilimento Chimico Farmaceutico militare di Firenze, per permettergli di incrementare la produzione di cannabis per uso terapeutico, adesso attestata su poco più di 100 chili all’anno.

È quanto il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, chiederà al Ministro della salute Giulia Grillo non appena potrà incontrarla. Il proposito è stato annunciato al termine della visita che Rossi ha compiuto questa mattina, 23 ottobre, nella sede di via Reginaldo Giuliani, l’unica in Italia dove si produce la cannabis FM2 per uso farmaceutico.

Ha ricordato il Presidente Rossi:

Siamo stati la prima Regione a prevedere l’uso dei cannabinoidi per scopi terapeutici e a completo carico del servizio sanitario regionale. Era il 2012.

Oggi, anche grazie alla campagna di informazione che, dopo l’accordo firmato lo scorso anno con il Chimico farmaceutico, abbiamo lanciato, il consumo in Toscana è in aumento esponenziale: quest’anno ne abbiamo acquistati oltre 100 chili e nel 2014 prevediamo di arrivare oltre i 140.

Anche per questo vogliamo contribuire allo sviluppo di questa officina farmaceutica che ha la peculiarità di riuscire a produrre, caso forse unico al mondo, un cannabinoide sempre uguale a se stesso. È come se fossimo di fronte ad una molecola farmaceutica su cui si può fare ricerca e sperimentazione.

Il Chimico farmaceutico apre quindi un orizzonte nuovo rispetto all’uso di queste sostanze sia per la Toscana che per l’Italia, l’Europa e il mondo.

Accompagnato dal direttore dello stabilimento, colonnello Antonio Medica, il Presidente ha visitato due delle tre serre ermeticamente chiuse, illuminate e riscaldate artificialmente, dedicate alla produzione, e il grandissimo capannone che ne potrebbe ospitare molte altre portando la produzione dapprima a 300 chili l’anno, poi addirittura fino ai 4.000, così da azzerare le importazioni di prodotto dall’Olanda.

Ha aggiunto Enrico Rossi:

Bisogna che lo Stato intervenga e che anche alle Regioni sia consentito farlo. Perché è sciocco comprare all’estero. Qui ci sono spazi su cui è possibile investire fino a coprire l’intero fabbisogno nazionale, oggi di circa 700 chili l’anno con una produzione che è però sette volte inferiore.

Ogni Regione potrebbe fare un investimento pari al suo fabbisogno, aiutando questo Istituto a svilupparsi. La Toscana è disponibile a finanziare una serra come quelle che abbiamo visitato. Poi occorre finanziare di più la ricerca.

Il presidente ha poi aggiunto che sarebbe opportuno studiare ciò che ha fatto il Canada, dove si usano i cannabinoidi per curare un più ampio numero di patologie, anche molto diffuse, come i dolori muscolari, con un impatto su grandi fasce di popolazione.

Questa la conclusione del Presidente Rossi:

La lotta al dolore può essere integrata con efficacia, con attenzione ai diritti dei cittadini e dei malati, per curarli meglio, e anche con un risparmio economico che sarebbe enorme. Purtroppo a livello nazionale si parla di tutto fuorché di crescita e di stato sociale.

Chiederò un incontro alla ministra Grillo per poter discutere delle ipotesi che riguardano questa struttura, che non ha l’obiettivo del profitto, che lei ha già visitato e che ha sviluppato una molecola unica al mondo.

La Toscana nel 2017 ha curato con cannabinoidi 1.285 pazienti con una spesa complessiva di €314.715,00. Le importazioni di cannabis dall’Olanda nel 2018 saranno di 700 chili per un costo di circa 4,2 milioni di euro.

In Toscana dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 18:00 è in funzione un Centro di ascolto in grado di offrire informazioni a cittadini e medici.
Si può contattare componendo l’800 880101.

Ad oggi i farmaci cannabinoidi si usano, normalmente in forma di polvere o di decotto, per il trattamento dei dolori cronici e neuropatici, ma anche per pazienti con il cancro, la SLA, la sclerosi multipla e in alcune forme di dolore cronico refrattario di origine reumatologica, come la fibromialgia e la sindrome di Tourette.