La Toscana farmaceutica è la terza realtà italiana
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Sono numeri importanti quelli della farmaceutica in Toscana.
Sono stati ricordati anche oggi, 23 ottobre, durante la presentazione del progetto della piattaforma logistica digitalizzata ‘Toscana Pharma Valley’ che intende trovare casa nell’Interporto di Livorno: una posizione strategica e baricentrica, ottanta chilometri di superstrada da Firenze e dagli stabilimenti industriali dell’area metropolitana, vicina anche a Siena, cinque chilometri dal porto livornese, dodici dall’aeroporto di Pisa.
La Toscana farmaceutica è la terza realtà italiana, con trecento imprese attive e diciannove grandi stabilimenti. La produzione raggiunge un valore di 6 miliardi di euro l’anno, il 12 per cento del totale nazionale. Circa undicimila sono gli addetti. Se si considerano non solo i farmaci ma anche la produzione di apparecchi medici i numeri crescono ancora: 7,5 miliardi di produzione e 16 mila lavoratori, di cui 1500 impegnati nella ricerca.
La Regione negli anni ha sostenuto la crescita del settore creando e potenziando il distretto tecnologico toscano per le scienze della vita, coordinato dalla Fondazione Toscana Lifes Scienze, e grazie anche all’attività dell’ufficio ‘Invest in Tuscany’, che fa direttamente capo alla presidenza della Regione ed è nato, meno di dieci anni fa, per attrarre appunto investimenti ed aiutare le aziende e multinazionali già presenti in Toscana nei propri progetti di crescita.
Secondo il Financial Times, tra 2014 e il 2018 la Toscana è tra le prime tre regioni per attrazione di investimenti esteri assieme a Lombardia e Lazio. Nel 2016 vi sono stati 67 progetti, nel 2018 sono saliti a 99 per oltre due miliardi di investimenti, mentre nel primo semestre 2019 i progetti sono già 50. Non solo per la farmaceutica o la sanità, chiaramente.
Inoltre, la Toscana ha sempre garantito continui bandi regionali per progetti di ricerca e sviluppo, la promozione di incubatori, lo sviluppo di sinergie con i laboratori del sistema universitario e la firma di accordi di innovazione, figli di una intesa quadro con il MiSE da 50 milioni, 40 milioni nazionali e 10 milioni regionali.