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Etiopia: acqua pulita per combattere il tracoma

Bambini etiopi a un pozzo


Continua inesorabile l’impegno di CBM Italia

Riceviamo e pubblichiamo.

Il tracoma è la prima causa di cecità infettiva al mondo. In Paesi come la Cambogia e il Marocco è stato eliminato definitivamente. In altri, come l’Etiopia, c’è ancora molto da fare.

È nella terra degli altipiani, nella regione di Amhara, la più colpita al mondo per numero di contagi, che sono a rischio più di 22 milioni di persone. Ed è qui che dal 2014 CBM Italia opera costantemente applicando la strategia S.A.F.E. promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ha dichiarato Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia:

Negli anni abbiamo visto che agendo in maniera puntuale e sistematica il tracoma si può debellare. A darcene conto anche i dati mondiali: nel 2019 erano oltre 142 milioni le persone a rischio di cecità da tracoma, a marzo 2020 sono diventate 137 milioni. È da questa speranza che ripartiamo ogni volta che iniziamo un nuovo progetto.

Saranno tre i distretti della regione di Amhara interessati dal nuovo progetto di CBM Italia. Applicando la strategia S.A.F.E. l’organizzazione lavorerà sulla prevenzione e sulla cura delle persone con il tracoma attivo attraverso la distribuzione di antibiotici; sugli screening e sulle operazioni chirurgiche nei casi più gravi. Allo stesso tempo, insieme alle comunità, costruirà pozzi dai quali donne, uomini e bambini potranno attingere acqua pulita. Ogni pozzo cambierà letteralmente la vita a circa 400 persone.

E che il pozzo cambi la vita alle persone ce lo dimostra la storia di Zina, una donna di cinquant’anni che vive in un piccolo villaggio etiope disposto su di una collina.

La sua è una famiglia di agricoltori:

Con mio marito lavoriamo i campi con teff, grano e legumi. A me poi spetta anche il lavoro in casa e l’andare a prendere l’acqua al pozzo.

Mentre attinge l’acqua ci racconta che prima che il pozzo fosse costruito andava in uno poco lontano:

Grazie ad Anisha, l’operatrice socio sanitaria, ho capito l’importanza di usare acqua pulita. Quando i pozzi non c’erano la prendevo nel fiume o nelle pozze, per me era normale. È lì che ho contratto il tracoma, ne sono sicura.

Zina è affetta da trichiasi, l’ultimo stadio del tracoma. Si strofina spesso entrambi gli occhi e le sue pupille sono opache, quasi spente.

Ci dice:

Ho dolore quando lavoro nei campi e quando cucino a causa del fumo. Non riesco a vedere le piccole cose, tutti giorni faccio fatica nel fare anche le attività più semplici.

Ora che il dolore si è fatto più intenso ha deciso di farsi operare. A spronarla il fatto di essere diventata nonna:

Voglio veder crescere mio nipote.

L’operazione, ma non solo. L’attività di sensibilizzazione alle corrette norme igieniche ha reso Zina più responsabile, come è lei stessa a dirci:

Prima non conoscevo i rischi del tracoma, ora invece so bene tutto e sto attenta a me e alla mia famiglia.

 

Zina

È per donne come Zina e per tutti coloro che in Etiopia rischiano di diventare ciechi a causa del tracoma che CBM Italia Onlus lancia una nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi.

• Con €35,00 si contribuisce a curare con antibiotici 7 bambini con tracoma attivo
• Con €60,00 si contribuisce a operare di trichiasi 2 adulti
• Con €200,00 si partecipa alla costruzione di un pozzo per un intero villaggio.

Il tracoma
È la prima causa di cecità infettiva ed è presente in 44 Paesi tra i più poveri al mondo. Occhi gonfi e arrossati, prurito e lacrimazione ne sono i primi sintomi. L’infezione, causata dal batterio Clamydia trachomatis, è altamente contagiosa e si diffonde velocemente li dove le condizioni igienico sanitarie sono scarse e l’accesso all’acqua è limitato. Se non curata tempestivamente con antibiotici fa sì che le ciglia si rivoltino verso l’interno dell’occhio, lesionando la cornea a ogni battito. A questo stadio avanzato, detto trichiasi, solo un’operazione chirurgica può salvare dalla cecità, altrimenti la vista è persa per sempre.

La S.A.F.E.
Dal 2014, grazie anche al sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, AICS, CBM combatte il tracoma applicando la strategia S.A.F.E. promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Essa prevede quattro azioni combinate: operazioni chirurgiche, Surgery, distribuzione di antibiotici, Antibiotics, sensibilizzazione sulle corrette norme igieniche, Facial Cleanliness, e costruzione di pozzi e latrine, Environment. È importante lavorare contemporaneamente su tutte e quattro le componenti per rendere l’approccio sostenibile ed efficace.

Tracoma tra disabilità e povertà
La strategia S.A.F.E. permette di avere un approccio a 360 gradi non solo curando ma anche prevenendo il tracoma. Questa malattia è uno degli esempi di come povertà e disabilità siano collegate tra loro: se non si interviene, infatti, il tracoma porta alla cecità totale e irreversibile e quindi a una disabilità permanente che a sua volta porta ad una condizione di povertà; spesso infatti le persone con disabilità sono escluse dal lavoro e dalla vita di comunità.

Viceversa per chi è costretto a vivere in condizioni di estrema povertà – ad esempio non avendo accesso all’acqua e in condizioni igieniche precarie – il rischio di contrarre il tracoma è molto più alto. Per questo è importante lavorare sia sulla cura che sulla sensibilizzazione e la prevenzione, perché è solo in questo modo che si spezza il ciclo tra povertà e disabilità.

CBM Italia Onlus è un’organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità evitabile e nell’inclusione delle persone con disabilità in Africa, Asia, America Latina e in Italia. CBM Italia fa parte di CBM, Christian Blind Mission, organizzazione internazionale attiva dal 1908 per includere e contribuire a una migliore qualità della vita delle persone con disabilità che vivono nei Paesi in via di sviluppo.

Nel 2019 CBM Italia ha realizzato 48 progetti in 17 Paesi, raggiungendo circa 1,9 milioni di beneficiari. Globalmente CBM ha realizzato 540 progetti in 51 Paesi di tutto il mondo raggiungendo oltre 10,7 milioni di beneficiari.

Info 

Uno dei pozzi costruiti da CBM in Etiopia
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