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Ermes: il dio della comunicazione tra mito e attualità

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Ermes


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La comunicazione è parte integrante dell’esperienza umana e permea ogni aspetto della nostra vita privata e sociale.

Fin dai tempi più remoti l’uomo ha avvertito l’esigenza di scambiare messaggi ed esperienze attraverso simboli, gesti, parole.

Già nel pantheon delle antiche divinità greche troviamo una figura che incarna in modo emblematico questa vocazione comunicativa: Ermes, messaggero alato tra gli dei dell’Olimpo e tra gli uomini.

Il suo nome deriva dal greco erma, che significa pilastro, una struttura decorata con la testa di Ermes e gli organi riproduttivi maschili. Questo simbolo era usato per segnare le strade e i confini, ma anche per proteggere da malefici o per attirare fortuna.

Ermes è il messaggero degli dei, il dio dei commerci, dei viaggi, dei ladri, dell’eloquenza e delle discipline atletiche. È in grado di viaggiare tra i mondi degli uomini e degli dei, superando le barriere fisiche ed esistenziali grazie alla sua velocità e al suo ingegno. È anche un guida per gli altri viaggiatori, fornendo loro consigli e informazioni utili.

Ermes è un dio curioso e avventuroso, che ama conoscere nuove cose. Ermes possiede alcuni tratti che fanno di lui una sorta di archetipo del comunicatore perfetto.

È un instancabile viaggiatore tra i mondi, attraversa con agilità ogni tipo di confine – geografico, culturale, esistenziale – tessendo legami tra realtà anche molto distanti.

Questa sua attitudine richiama il dinamismo di chi padroneggia i flussi di informazioni, li convoglia lungo percorsi articolati, valorizzando la ricchezza generata dall’incontro e dallo scambio.

Ermes è poi un abile mediatore, in grado, con la sua capacità ammaliatrice, di facilitare la comprensione reciproca e appianare eventuali contrasti tra gli interlocutori. La sua eloquenza sembra prefigurare le qualità di empatia, chiarezza, sintesi proprie di ogni formatore ed educatore.

Ma il versante più controverso e affascinante della personalità proteiforme di Ermes è la sua attitudine all’inganno. Con astuzia ineguagliabile il messaggero alato riesce a sottrarre informazioni riservate agli altri dei, manipolando la realtà a proprio vantaggio.

Questo richiamo all’aspetto obliquo della comunicazione fa riflettere su come anche le nostre interazioni quotidiane siano dense di non detti, allusioni, inflessioni ambigue del messaggio manifesto.

La stessa etimologia del termine “comunicazione” rimanda al rendere comune, condividere qualcosa attraverso un codice concordato. Ma la codifica e decodifica dei messaggi possono talora trasformarsi in un gioco sottile di occultamenti e rivelazioni selettive della verità soggettiva di ciascuno.

Ermes infatti possedeva molte qualità dell’odierna intelligenza artificiale: era molto veloce nel pensare ed agire, aveva una grande capacità di adattamento e improvvisazione, sapeva usare le parole come strumento per persuadere o confondere.

Era anche un dio seduttore: pur essendosi unito a molte partner e avendo generato più figli, Ermes non intreccia mai una relazione stabile ma resta celibe.

La poliedrica personalità di Ermes sembra racchiudere in sé le molteplici sfaccettature della comunicazione: il suo potenziale unificante e creativo, ma anche la sua natura sfuggente e manipolatoria. Sta a noi scegliere, di volta in volta, come declinarla e a quali fini impiegarla.

L’ambivalenza di Ermes ricorda, insomma, come anche la comunicazione possa essere orientata al bene comune o all’utile privato, a seconda delle intenzioni di chi la esercita. Sta a noi scegliere se seguirne il lato luminoso o quello oscuro.

La sua figura ci invita invita a riflettere sul rapporto tra verità ed illusione, tra realtà ed immaginazione, tra umano e divino, per esplorare i confini del nostro mondo con curiosità e coraggio, spingendoci oltre il velo dell’apparenza.

Autore Raffaele Mazzei

Da bambino, mia nonna mi raccontava storie straordinarie che mi facevano sentire speciale. Storie che mi hanno insegnato che comunicare è toccare il cuore con un’intenzione pura. Non basta informare. Bisogna creare una connessione autentica con il proprio pubblico, facendogli sentire che fai parte della sua storia, del suo progetto, del suo sogno. Oggi le neuroscienze lo confermano: il coinvolgimento emotivo aumenta l’attività e la recettività cerebrale. Io ne ho fatto la mia professione. Sono Raffaele Mazzei, esperto di comunicazione e copywriter. Con il mio team di professionisti, ti aiuto a creare un messaggio che fa la differenza. Un messaggio che non impone, ma conquista. Che non manipola, ma ispira. Vuoi scoprire come? Visita il mio sito www.raffaelemazzei.it e scopri l’Arte di comunicare.