Home Rubriche Gemme di celluloide ‘Ella & John’, il dramedy esemplare di Paolo Virzì

‘Ella & John’, il dramedy esemplare di Paolo Virzì

2316


Download PDF

Dall’esordio nel ’94 con ‘La bella vita’ fino a ‘Tutti i santi giorni’ del 2012 Paolo Virzì ha dimostrato con pieno merito di essere degno erede (l’unico?) della “Commedia all’italiana”; ma con gli ultimi tre film, ‘Il capitale umano’, ‘La pazza gioia’ ed ‘Ella & John’, è riuscito nel difficile compito di migliorarsi diventando un vero e proprio maestro del “dramedy”.

Dramedy: mescolare tragedia e commedia

La capacità di narrare storie unendo dramma e commedia era evidente anche nelle precedenti opere del regista di Livorno, nel solco della tradizione del grande Monicelli, ma l’evoluzione sia stilistica che narrativa avuta con la trasposizione cinematografica del romanzo di Stephen Amidon, ‘Il capitale umano’, è stata talmente sorprendente da attirare i produttori americani.

Dopo un primo rifiuto alle sirene a stelle e strisce Virzì si era messo a girare ‘La pazza gioia’, portando sul grande schermo una piccola grande gemma di celluloide grazie alle straordinarie interpretazioni di Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi.

Nel frattempo, mentre la pressione per girare negli USA aumentava, era arrivata a Virzì una sceneggiatura già scritta tratta dal libro ‘The leisure seeker’ di Michael Zadoorian. Così gli è venuto in mente di fare una promessa/proposta ai produttori d’oltreoceano dopo essersi confrontato con Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, suoi fidi collaboratori di scrittura: avrebbe girato finalmente il film “americano” solo se gli avessero fatto riscrivere la sceneggiatura a modo suo e se ad interpretare i protagonisti della storia ci fossero stati Helen Mirren e Donald Sutherland. Poche settimane dopo i due attori premi Oscar erano sul set con Paolo Virzì a dare vita alla storia di ‘Ella & John – The Leisure Seeker’.

L’avventura di Ella & John

‘The Leisure Seeker’, letteralmente “il cercatore di piacere”, è il soprannome del vecchio camper con cui Ella e John Spencer andavano in vacanza con i figli negli anni Settanta. Una mattina d’estate, per sfuggire ad un destino di cure mediche che li separerebbe per sempre, la coppia sorprende i figli ormai adulti e invadenti e sale a bordo di quel veicolo anacronistico per scaraventarsi avventurosamente giù per la Old Route 1, destinazione Key West, dove si trova la casa in cui ha vissuto Ernest Hemingway, faro umano e culturale del professor Spencer.

John è svanito e smemorato ma forte, Ella è acciaccata e fragile ma lucidissima, insieme sembrano comporre a malapena una persona sola e quel loro viaggio in un’America che non riconoscono più – tra momenti esilaranti ed altri di autentico terrore – è l’occasione per ripercorrere una storia d’amore coniugale nutrita da passione e devozione, ma anche da ossessioni segrete che riemergono brutalmente, regalando rivelazioni sorprendenti fino all’ultimo istante.

‘Ella & John’ è una “storia romantica senza romanticismo… una storia umana”, un eccezionale viaggio fisico e mentale di due persone malate, l’una di cancro l’altro di Alzheimer; ma nell’arco del film non sentirete mai nominare questi mali per una scelta ben precisa di Virzì e dei suoi sceneggiatori, Archibugi, Piccolo, Amidon, che non volevano cadere in facili cliché raccontando un’ultima avventura irragionevole e felice di due anziani coniugi, determinati ad evitare delle cure che li allontanerebbero definitivamente.

Si ride, si piange, si resta attoniti ed estasiati quando il professor Spencer si mette a parlare di letteratura con una sconosciuta e qualche minuto dopo dimentica dove si trova. Ci si innamora dei duetti nel camper sulle note di ‘Me & Bobby Mc Gee’ di Janis Joplin, dei litigi, delle scene al limite del comico, ci si commuove dinanzi alla devozione di una moglie stanca e fragile nei confronti di un marito disarmante che può mutare comportamento e stato d’animo da un momento all’altro, ci si identifica in questa adorabile e folle coppia in fuga.

L’inconfondibile impronta italiana per un atipico “on the road” americano

Il film esplora il genere americano “on the road”, rinnovato dalla poesia ironica, umana e mediterranea di Paolo Virzì e reso ancor più straordinario dalla vitalità di due attori formidabili come Helen Mirren e Donald Sutherland.

Ella & John’, nonostante lo scenario tipicamente statunitense – i camping, i diner, i parchi a tema, i paesaggi a perdita d’occhio, la campagna elettorale per le presidenziali -, ha una visione narrativa totalmente italiana che amplifica il “senso di verità e spudoratezza verso la natura umana”, senza nascondere l’aspetto ridicolo dell’esistenza.

Una eccellente squadra di tecnici con Luca Bigazzi alla fotografia, Massimo Cantini Parrini ai costumi, Jacopo Quadri al montaggio, Richard Wright alla scenografia e Carlo Virzì alle musiche rende il film un lavoro di alto livello cinematografico supportando alla perfezione uno dei migliori registi italiani contemporanei.

Dice Virzì:

Ho questo viziaccio di prendere argomenti tristi e penosi e provare a trasformarli in avventure avvincenti. Il segreto è mescolare commedia e tragedia, sempre.

E guardando ‘Ella & John’ si ha l’impressione che anche stavolta gli sia riuscito in maniera straordinaria.

Autore Paco De Renzis

Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.