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Elettronica e nuove auto. Facciamo i conti con le risorse minerarie

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Non dare per scontato che l’estrazione dei minerali per costruirne i componenti di cellulari, computer, tablet, smartwatch e auto elettriche sia infinita, è cosa buona e giusta

Secondo il rapporto di Global Market Insights, l’elettronica di consumo, che include smartphone, televisori, laptop e tablet, rappresenta una porzione rilevante del mercato destinata a crescere sempre più, trainata dall’aumento della penetrazione di Internet a livello mondiale.
La regione Asia – Pacifico, con Paesi come Cina, India e Giappone, è il più grande mercato mondiale consumatore di dispositivi elettronici, con una domanda in rapido aumento, in particolare per gli smartphone, che determinerà la crescita più significativa prevista nei prossimi anni.

La maggior esigenza di materie prime per la produzione di tali dispositivi e l’avvento delle auto ad alimentazione elettrica, sollevano preoccupazioni riguardo al possibile esaurimento delle miniere che le forniscono.

Le risorse minerarie del pianeta sono limitate, ma determinarne con esattezza il consumo totale è complesso, perché dipende da variabili come i progressi tecnologici, la domanda globale, la scoperta di nuovi giacimenti e l’efficacia del riciclo.

Il depauperamento delle fonti di estrazione necessarie a soddisfare la richiesta di mercato, è un problema che potrebbe diventare critico nei prossimi decenni, con differenze significative a seconda del tipo di minerale e delle tendenze di consumo globale.

Il litio, indispensabile per la produzione delle batterie per l’alimentazione dei dispositivi elettronici, potrebbe non essere più disponibile in circa 70 anni, ulteriormente coadiuvato dall’avvento delle auto elettriche che, secondo le stime, determineranno un rilevante incremento della domanda, con crescita di 11 volte entro il 2030 e 17 volte entro il 2050.

Seppur sia in corso di studio la produzione di batterie a base di sodio o magnesio, non si riscontrano risultati significativi, auspicando, altresì, che non si tratti di un rimando del problema verso altri minerali.

Il cobalto, componente utilizzato nelle batterie per aumentarne la stabilità e la durata, svanirà prevedibilmente entro 50 anni e, nonostante i tentativi da parte di aziende specializzate per ridurne l’uso, non esistono ad oggi alternative.

Alquanto allarmanti, in relazione all’andamento estrattivo attuale, le stime approssimative per l’esaurimento di materie prime degli smartphone, forti consumatori di metalli preziosi e terre rare limitatamente disponibili, quali:

– oro, usato nei circuiti e nei connettori per l’alta conducibilità elettrica, prezioso per la resistenza alla corrosione, esauribile entro 20 – 30 anni;

– argento, presente nei contatti elettrici e in alcuni componenti, esauribile in 20 – 25 anni;

– terre rare, come il neodimio, disprosio e terbio, la cui disponibilità dipende anche dalla capacità di estrarle in modo sostenibile, saranno estinte nei prossimi 50 – 100 anni.

Sono fondamentali per i magneti, le antenne e i piccoli altoparlanti e la loro estrazione è concentrata in pochi Paesi, rendendo la fornitura vulnerabile a fattori geopolitici e ambientali. Ne abbiamo parlato dettagliatamente in un precedente articolo.

Importanti i fattori essenziali che possono ritardare l’esaurimento delle risorse:

riciclo e recupero dei materiali: solo una minima parte dei dispositivi elettronici viene recuperata, ma se la riconversione diventasse più efficace, si potrebbero riscattare oro, rame, cobalto e altre risorse preziose, riducendo la pressione sulle nuove estrazioni. Incentivare il riciclo su larga scala e la conseguente riduzione del consumo, preserverebbe le risorse limitate minimizzando l’impatto ambientale;

sviluppo di materiali alternativi: i ricercatori stanno lavorando per trovare sostituti a basso impatto ambientale e più facilmente reperibili, ma sono ancora molto lontani dai risultati attesi;

scoperta di giacimenti e nuove tecnologie: la ricerca di nuovi giacimenti con miglioramenti dell’efficienza estrattiva e lo sviluppo di nuove tecnologie basate su materiali differenti dagli attuali, potrebbero prolungare la disponibilità di alcune risorse. Tuttavia, molti minerali sono difficilmente sostituibili.

La ricerca scientifica sta esplorando nuove fonti di materie prime, come i giacimenti sottomarini, e ha scoperto una vasta concentrazione di terre rare sui fondali dell’Oceano Pacifico probabilmente in grado di contribuire a soddisfare la domanda futura, ma i costi di estrazione potrebbero essere non indifferenti.

Per affrontare queste sfide, l’Unione europea ha adottato misure come il Critical Raw Materials Act per garantire un approvvigionamento sostenibile di materie prime critiche e l’Italia sta mappando le proprie risorse minerarie per identificare potenziali giacimenti.

Sebbene esistano preoccupazioni riguardo al possibile esaurimento delle miniere, le strategie di approvvigionamento sostenibile, il riciclo e la ricerca di nuove fonti e materiali alternativi sono un valido contributo a mitigarne il rischio.

In ultimo, ma non per questo meno importante, una maggiore educazione alla pratica del consumo responsabile, contenendo l’acquisto sconsiderato e prolungare nel tempo il periodo d’uso prima della sostituzione, con qualche rinuncia sull’ultimo modello o il volere a tutti i costi il più recente ritrovato per il gaming, i giochi in rete oggi molto diffusi, magari in favore di qualche ora in più trascorsa all’aria aperta.

Traguardando al di là degli oggetti di consumo che sembrano provenire da fonti inesauribili, si apre una prospettiva totalmente diversa.

Attingiamo risorse dal nostro pianeta, disponibili per un tempo limitato, come se invece tutto non avesse fine, come se tutto provenisse da un pozzo senza fondo.

Cosa accadrà quando l’umanità avrà esaurito completamente e definitivamente le risorse del Pianeta Azzurro?

Come sarà la vita sulla terra quando avrà raggiunto altri corpi celesti per ricavare ciò che qui ha debellato?

Dove andrà quando avrà terminato anche ciò che esiste da qualche altra parte nel creato?

Gli scenari appartengono ad un futuro cosi lontano, che permette di tralasciare anche solo l’immaginazione di come potrà essere, trattandosi di un ‘Futuro Remoto’, quasi un non senso linguistico, si potrebbe replicare, ma ossimoro esplicativo dell’enorme distanza dal presente, quando diverrà inevitabile realtà nei secoli o millenni a venire.

… se tutte le cose verdi che crescono venissero tolte dalla terra, non ci sarebbe vita; se tutte le creature a quattro zampe venissero strappate dalla terra, non ci potrebbe essere vita; se tutte le creature alate venissero strappate dalla terra, non ci potrebbe essere vita… ma se tutti gli esseri umani venissero portati via, la vita sulla terra fiorirebbe. Ecco quanto siamo insignificanti.
Russel Means, discendente Sioux

Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.