Dal 17 al 20 luglio torna il festival dell’editoria indipendente per promuovere la cultura come scambio paritario e ripartire dalle piccole periferie
Riceviamo e pubblichiamo.
Oggi, 10 luglio, nella Sala Cutuli della Regione Toscana a Firenze è stata presentata la quarta edizione di Elba Book, l’unico festival isolano rivolto all’editoria indipendente, che da martedì 17 a venerdì 20 luglio popolerà l’isola nel Tirreno di case editrici, autori, artisti e giornalisti.
Non è vero che con la cultura non si mangi, specialmente il Italia: l’indotto generato in quattro anni da Elba Book e dall’omonima associazione sull’isola nel Tirreno è considerevole. Da martedì 17 luglio a venerdì 20 si terrà la nuova edizione del festival che porterà a Rio nell’Elba circa 30 case editrici indipendenti, il quale si lascia alle spalle un patto di amicizia tra due comuni, stretto nel 2016 tra Rio e Ferrara, nonché una rete di sinergie tra istituzioni, aziende e associazioni della Toscana e oltre che gli hanno permesso di affermarsi rapidamente.
Di più, di superare i confini geografici imposti dal mare grazie a una concezione condivisa e a degli ideali che hanno motivato diverse realtà nazionali e internazionali a scoprire quella elbana. La manifestazione ha sempre sostenuto il turismo slow, ossia un modo consapevole di relazionarsi con il territorio.
Conoscere i luoghi più a fondo, in maniera più completa, protegge gli spazi in cui viviamo dall’impoverimento del “mordi e fuggi”, da un approccio superficiale e consumista al patrimonio storico e naturalistico dell’Elba che nel tempo rischia di avere effetti negativi.
Gli albergatori, i ristoratori e gli esercizi commerciali intorno al festival hanno goduto direttamente del flusso turistico stimolato, senza tralasciare le eccellenze nel campo imprenditoriale che lo hanno supportato, così Locman Italy, Dampaì e Ilva Lavanderie Industriali.
L’edizione 2018 è cresciuta con l’impegno da parte di MobyLines e Toremar di cominciare a parlare di letteratura nel corso del viaggio: si chiama ‘Moby Book’ la volontà di creare sui traghetti in partenza dal porto di Piombino degli assaggi dei temi trattati durante la quattro giorni, dei reading, delle presentazioni con gli ospiti in palinsesto, oltre ai laboratori creativi che la docente Silvia Meneghini organizzerà sulle navi per i più piccoli.
Radicamento e rigenerazione
Al radicamento come principio della rigenerazione, filo conduttore dell’intero programma, fa esplicito riferimento il concept grafico sviluppato da Marco Barretta e Liberamente Design. Una radice vera che ritrova il suolo in cui espandersi nelle citazioni letterarie che da essa si diramano e che simboleggia il legame del festival con la propria terra.
Afferma il direttore artistico Marco Belli:
Crediamo che la rigenerazione diventi parola d’ordine del futuro per il territorio riese che va oltre il concetto di sostenibilità perché non riguarda solo il non fare danni, ma anche il far sì che danni precedenti siano riparati; ripartire quindi dal proprio territorio, dagli elementi archetipici che lo contraddistinguono, che lo rendono diverso da tutti gli altri luoghi per ritrovare quell’energia autentica che apre nuove prospettive di crescita.
Anche la carta riciclata, materiale che il Corsorzio Comieco promuove come esempio di rigenerazione, si inserisce nella medesima narrazione virtuosa; diventa, per esempio, supporto fondamentale nella costruzione dell’oggetto libro, un libro contraddistinto da una rigenerazione etica, la stessa che l’editoria indipendente ricerca all’interno del mercato editoriale.
Il potenziale inespresso delle periferie italiane
Prosegue il direttore organizzativo Andrea Lunghi:
Elba Book non è un format, bensì un progetto culturale condiviso cucito addosso al territorio di appartenenza e proprio per questo non esportabile. Ci hanno proposto di trapiantare il festival nelle zone del Chianti, ad esempio, ma non sarebbe possibile: ogni luogo manifesta delle esigenze, sociali prima ancora che economiche, sulle quali la cultura può indagare e aiutare a rispondere.
È stato Ranucci di Report a sottolineare il coraggio che traspare nel mettere le fondamenta di un’iniziativa del genere dove non ci sono librerie. Fare parte di Leggere in Toscana dimostra quanto la cultura non sia più solo appannaggio delle grandi città italiane, munite di maxi strutture che concentrano i festival in uno spazio unico riducendoli a mere esposizioni, ma possa trovare partecipazione e coesione in borghi come Rio, che dopo secoli ha assistito alla riunificazione della parte alta alla sua Marina. Sono borghi caratterizzati da una profonda identità.
Aggiunge Lunghi:
Troppo spesso viene scambiata per occlusione mentre è l’identità a suscitare l’accoglienza dell’altro, di chi approda nei nostri porti e ci dà gli strumenti per non cedere alle paure, ma per credere nelle nostre risorse.
Il valore formativo della parola
Nel 2016 il festival ha deciso di dare valore agli editori indipendenti che investono sulle traduzioni istituendo il Premio “Lorenzo Claris Appiani”, grazie al sostegno della famiglia del giovane avvocato scomparso e all’Università per Stranieri di Siena, uno degli atenei più lungimiranti nel tutelare e divulgare la ricchezza della lingua italiana nel mondo.
La terza cerimonia di premiazione, dopo l’arabo e il russo, sarà dedicata al cinese e al bagaglio di tradizioni che gli ideogrammi rappresentano.
Specifica la docente Roberta Bergamaschi:
Nel nostro paese la presenza delle comunità cinesi è diventata rilevante sotto ogni aspetto ma permane una mancanza di conoscenza nei confronti del loro passato che va colmata per comprenderli. Non a caso, la radice del logo di Elba Book l’abbiamo affiancata al rispettivo ideogramma.
L’Istituto Confucio di Pisa, inoltre, accompagnerà i bimbi che si iscriveranno ai laboratori mattutini nel realizzare e dipingere con la carta pesta le tipiche maschere della storia del popolo cinese, insegnando loro a indossarle.
Conclude il docente Giorgio Rizzoni:
Mostrare ai nostri ragazzi il radicamento non significa volerli trattenere a tutti i costi, ma esattamente l’opposto: consentire loro di prendere il largo avendo coscienza del luogo da cui sono partiti e dove potranno sempre tornare. Ancora una volta saranno numerosi gli allievi del Liceo “Foresi” di Portoferraio che verranno per il percorso di alternanza scuola-lavoro.
Diversamente da tante alternative simili solo in apparenza, potranno pianificare passo passo l’evento insieme a noi, vivendo così un’esperienza articolata e multidisciplinare: dall’allestimento degli spazi pubblici all’accoglienza degli editori stessi, sino alla comunicazione dei contenuti. L’altra rotta educativa che abbiamo mantenuto è con il carcere di Porto Azzurro, cominciato dalle letture ad alta voce sulla piazza. Una tavola rotonda sarà focalizzata sul reinserimento nel tessuto sociale, poiché continuiamo a credere che allargare gli orizzonti mettendosi nei panni altrui generi nuove possibilità.
Per conoscere l’iniziativa nei dettagli e restare aggiornati sugli eventi collaterali si può fare riferimento al sito oppure seguire la pagina Facebook.