Olio su tela, cm.70×50
… come un dimenticato argonauta, disperso nella ricerca del Vello d’Oro, risvegliandosi in un lido lontano, cerca di ritornare al suo mitologico micromondo… del quale è per la disattenzione del Fato… il destituito protagonista… proprio questa è l’immagine del sentimento provato… da noi “naufraghi” del sogno, nel quale ognuno vive il proprio “Epos” metafisico, come reincarnazione di un ennesimo “Ebdomeros”…
Anche noi siamo come l’eroe solitario, dominato sotto la corazza da un inestinguibile “timor panico”, ma, al contempo, capace di vivere momenti di estasi arcane, che insorgono di fronte alla “voragine” senza fondo, scavata dall’Ignoto… ed ogni volta più che spinti, si è attirati sull’orlo del precipizio per poi cadere… o forse volare in quel vuoto interminabile e… senza gravità… chiudere gli occhi e poi riaprirli, come per lasciare l’Incubo e ritrovare il Sogno… ed infine scoprirsi impavidi, temerari ad “allungare” lo sguardo per seguire una rotta indefinita da ricalcolare ad ogni passo… ma, non su quel mare azzurro che si intravede in lontananza, bensì in un deserto arenile, “orzando” la vela di un barchino monoposto o… di un piccolo “veicolo”, riconvertito a quel “soffiar” del vento, a causa dell’inarrestabile esaurimento energetico del Mondo… ed il crinale disegnato all’orizzonte appare come un “Titano” dormiente… che, con gli occhi socchiusi, attende la sua iperuranica ispirazione.
… ma è proprio quella, ci si domanda, la sua reale dimensione? Oppure occupa quel posto, ingombrando un Mondo in riduzione minimale… e quello che ci appare… sembra essere un “microsistema” con velleità “ciclopica”? … ma sappiamo che tutto è permesso nella visione onirica…
“Vieni dunque meco, se vuoi… pe ‘l saper dell’esperientia mia… ma… se ‘l proceder periglioso è assai, tu… non tremar che, poscia, il Lume d’un più lieto cammin… tu lo vedrai, per certo…”
Attraversando… scenari da me stesso dipinti, con i modi offerti dalla pittura, che gran parte del mondo “serioso” dell’Arte Contemporanea dell’Immagine, “incensando” nuovi modi importati dalla “non pittura” e livellati da una piatta sufficienza, ha “ideologicamente” abbandonato… nella presuntuosa convinzione che questi abbiano esaurito, per “anzianità”, il loro compito comunicativo… ma che, invece, nascondono ancora potenzialità inesauribili, già provate, da riscoprire… ed altre, mai cercate… da trovare… modi, dunque, che “riducono” le complessità dell’Analisi ad una più “fruibile” e immediata comunicazione… è quindi quel linguaggio universale della figurazione un’espressione attinta… non dalla mera oggettività, come un esteriore “plagio” realistico, ma… soltanto per certi tratti… somigliante, scaturita da un’intima “dimensione parallela”, un “codice” estetico che… come un geroglifico demotico, ogni volta applico coscientemente, per descrivere i più complessi e inconsueti fenomeni della creatività, originati, come in questo caso, da quelle visioni “eidetiche”… di husserliana memoria, che attraversano nella mia mente una terra di confine… dominata da mitiche emersioni, che sono sempre pronte a garantire la legittimità a quel sistema dalle stravolte regole morfologiche!
L’opera è quindi un capriccio d’Artista?
O forse il risultato di una licenza poetica, mai rilasciata da un Ministero della Ufficiale Cultura… ma da quel Magistero della Fantasia che sempre legittima il Libero Pensiero?
L’Opera è, come tutte quelle prodotte da un sentimento autenticamente sincero, la visione silente che interloquisce con l’Anima attraverso il visivo godimento… quindi non importa… se la risposta è superflua e… a discapito di quanto potrà resistere nel Tempo… tra l’attimo fugace e… l’Eternità… essa è… ormai dipinta… e… cartesianamente… dunque… “Esiste!”
Perché ognuno… è come un alchemico Athanor, del quale il nostro Cuore è il mantice “animico”…una pompa “ritmica”, che pulsando, insuffla energia, per mantenere viva la fiamma… e… sulla piastra rovente di quel fornello… è poggiata la Mente, l’Encefalo… dentro un alambicco o pentola vitrea nel quale tutto il groviglio “gordiano” del Pensiero, ribolle… gorgogliando in un amalgama che un “primiparo” e lieve discernimento filtra… attraverso una “cannula” e, infine, la personale, intima spirale inventata dalla “Ars Regia” per la trasmutazione della materia animica “vile” in Materia Spirituale… sublima e condensa il tutto, offrendone poi “l’Opera” risultante… la goccia secreta, al vaglio della Ragione.
Ogni acquisizione, ogni esperienza, ogni nostro evento felice, triste o luttuoso si radica tra gli strati della Memoria, per essere poi restituito trasmutato nel nostro “sonno” da svegli… e… quello stesso Sogno diventa Immagine nella diversificata realtà… ulteriore elemento nel coacervo magmatico del pensiero in transizione, dove non sempre tutto ciò che cataloghiamo è così decifrabile.
L’indecifrabilità… risulta essere nel Mistero dell’Esistenza, una costante.
E… sempre io, provo ad esplorare “navigando” di giorno tra quei “relitti” ancora rintracciabili del sonno notturno e anche di quello della abitudinaria e “digestiva siesta” meridiana… per… scoprire quale di questi sia il “dato” più ingannevole… seguirne le tracce, non per sbugiardarlo… bensì per riprendermi l’Energia creativa della Fantasia, di quell’Idea sottratta, con ermetiche metodologie, proprio a Lui, il “messaggero e dio dei ladri”, all’Iper Uranio transitato nella mia Mente durante lo stato apparentemente inerme del riposo… ed infine, quando quella “Beltà” mi riappare… il fuoco si accende e la mia mano, accorciata la distanza con l’Encefalo… riesce a delinearne la Visione.
Un processo creativo non è mai un “orto concluso” ma, invero, la punta emersa del suo “Iceberg” apre, traversando, una serie infinita di rotte variabili… nelle quali dirigersi. Tutto galleggia nella memoria… come l’enorme massa sommersa sotto il livello del mare… isola d’acqua dolce, nella grande “Aqua” salata.
Lontana, azzurra Meta da raggiungere… Acqua… Archetipo ed Elemento Reale, la stessa che si ricicla e ritorna, sempre così presente dall’Origine… e oggi, con la nostra più avveduta Scienza… più la pensiamo come dotata di Memoria… perché siamo quasi interamente fatti d’acqua… “Aqua Perennis” dentro di noi, contenitori ermetici…
Sogno?
La dipingo lontana, azzurra, raggiunta da un fiume… dea che sorge nelle sue umide brume… è Acqua… è Memoria… è ispirazione… è l’Eidesi, sì ridotta, ma sempre così illuminante… e io sogno… sogno ancora e… sono!
Perché, come ogni Essere, esisto anche in quella parte intangibile!
E… nell’immagine che vedo, anch’io sono l’Athanor, sono quell’Acqua… in “primis” placentare e poi così vitale… nell’assetato vivere… ed io sono… nella parte intonsa, sconosciuta dell’Encefalo… come il sogno da decifrare… io sono… infine… uomo navigante nella lontananza libera del pensiero… ergo… sono anch’io… Memoria!
Autore Vincenzo Cacace
Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.
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