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“Ed ecco, il velo del tempio si squarciò”

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Croce di legno


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Dall’alto della croce; da quel legno di croce ruvido, duro, sporco e freddo, con le membra del proprio corpo lacerate e dilaniate dalla violenza bruta dell’Uomo; ricoperto di sangue e sudore, terra e fango, sputi e aceto, Cristo, con la vista sfocata dal “velo del dolore”, guardava ed osservava il mondo a sé sottostante. 

Vedeva uomini che lo schernivano, si ubriacavano; soldati che imprecavano, giocavano a sorte, si spartivano le Sue vesti; osservava ed ascoltava il pianto delle donne che avevano pietà di Lui; incrociava, a volte, lo sguardo di Sua madre e di Suo fratello; vedeva sogghignare Satana sotto i Suoi piedi inchiodati e paralizzati: tutti uniti da un unico filo conduttore, l’attesa della Sua morte.

Eppure, si dice, che nelle Sue ore di agonia, durante la Sua dolorosa Passione, il Cristo si sia preparato ad oltrepassare il mondo materiale per quello immateriale chiamando nel silenzioso riserbo del Suo pensiero, il nome di ogni creatura umana, dall’inizio della Creazione, sino alla fine della storia umana del mondo.

La leggenda racconta che Egli abbia impiegato il tempo che gli restava da vivere, inchiodato a quel legno di dolore e pena, a nominare, nel “silenzio divino” di Sé stesso, il nome di ogni persona passata, presente e futura, fra i nati ed i non nati, al fine di renderli tutti potenzialmente idonei ad entrare nel “Regno di Dio”.

A ciascuno di essi però, era ed è, deliberatamente “concesso” il libero arbitrio e la suprema facoltà di credere o di non credere, negare la fede o vivere di essa.

Figlio della più pura delle vergini o, al contrario, della più sudicia delle meretrici; Uomo e/o Dio, impostore ammaliatore o divino profeta, quello che è innegabile ed incontrovertibile è che Cristo fosse un vero “illuminato” con conoscenze superiori della natura, dello spirito, del cosmo e dell’universo.

Era ben consapevole della forza e della potenza della “Luce” interiore e dell’energia pura che l’Amore Universale può sprigionare a beneficio dell’intera Umanità.

Lui chiamava Dio Padre, ciò che ogni uomo consapevole riconduce all’origine primordiale della Matrix Divina, da cui ogni “essere” prende vita e a cui inesorabilmente ritorna.

Ma la peculiarità che questo “illuminato” ha dimostrato nel corso dei secoli, durante il passaggio dei vari periodi storici, fino ad arrivare ai nostri giorni, è stato il sacrificio; ciò che ha potenziato quel legno di croce, dopo la sua morte e “fideistica resurrezione“, è stato proprio il sacrificio, per la salvezza di ognuno di quei nomi che ha menzionato nel silenzio del proprio umano, ed al contempo, “illuminato pensiero“.

E soltanto quando rifletté per qualche istante sull’ultimo degli ultimi di quei nomi, che “sangue ed acqua” si unirono sulla punta di lancia ed il mondo fu inondato di nuova “Luce”.

La storia voltò nuovamente pagina ed un’altra epoca aprì le porte alle generazioni successive.

Nessuno, da quel momento in poi, sarebbe stato più lo stesso; e chiunque, da quel preciso istante, nel guardarsi dentro, non avrebbe potuto fare a meno di confrontarsi, almeno una volta nella propria vita, con quel “Cristo” che aveva reso vivo quel “legno di croce“.

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò.
(Mt. 27,51)

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".