Testo a cura di Gionata Barbieri, Presidente dell’Accademia di Arnau Roger
Il 7 ottobre si suole commemorare la celebre Battaglia navale di Lepanto, attraverso la quale la Lega Santa sconfisse la flotta ottomana arrestandone l’avanzata che minacciava l’Occidente.
Per omaggiare un evento di così grande importanza, nel seguito, si scriverà di una medaglia napoletana di grande effetto suggestivo e che costituisce una importante testimonianza storica.
Durante i preparativi di allestimento della flotta della Lega Santa, vi fu una sorta di rivalità per chi ne avesse il comando generale, e i due protagonisti per questo primato furono l’Ammiraglio italiano Marcantonio II Colonna, Principe di Paliano e Duca di Tagliacozzo, e il ‘Generalissimo’, secondo le cronache dell’epoca, ispanico Don Giovanni d’Austria, fratellastro del Re di Spagna Filippo II d’Asburgo.
Le rivalità si trasferirono sino agli stessi componenti delle milizie, ma alla fine il comando della forza pontificia restò al Colonna, mentre quello delle armate spagnole a Don Giovanni, seppur allo stesso Don Giovanni veniva data una sorta di preminenza o primazia.
Prima della movimentazione delle flotte verso i Turchi, furono assegnati due stendardi benedetti dal Papa Pio V come segno di auspicio, il primo fu affidato al suddetto Colonna, il secondo invece venne consegnato a Don Giovanni, proprio questo secondo ‘stendardo di Lepanto’ è il tema di interesse di questo topic.
Sappiamo dal Summonte che Don Giovanni d’Austria, partito da Genova, giunse a Napoli per vettovagliamenti il giorno 9 agosto 1571 accolto dal Viceré il Cardinale Antoine Perrenot de Granvelle, detto Granvela.
Don Giovanni era accompagnato da un seguito di alti esponenti militari e nobili tra cui il Duca di Parma, Piacenza e Castro Alessandro Farnese, il futuro Duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere, il Duca di Bracciano Paolo Giordano I Orsini, Sforza I Ascanio Sforza Conte di Santa Fiore, il Conte Alberico Lodrone Colonnello di 3000 Tedeschi, il Generale delle artiglierie Gabrio Sorbellone, il Maestro di Campo Generale Ascanio della Corgna.
Il 12 agosto eseguì Don Giovanni d’Austria una sontuosa cavalcata nella città di Napoli scortato da tutti i baroni e i cavalieri del Regno. Mentre il giorno 14 agosto si recò presso la Reale Basilica di Santa Chiara accompagnato dal Cardinale Granvela, in questo caso come Legato Apostolico, che, con una solenne cerimonia, gli consegnò lo stendardo della Santa Lega benedetto dal Papa per la guerra contro i Turchi, secondo un rituale tipicamente crociato.
Lo stendardo secondo Summonte era di tessuto damascato color turchino, ossia di una tonalità di azzurro, secondo altri fu invece cremisi, ossia di tonalità rossiccia, e recava raffigurato al centro un Crocifisso con le armi dei collegati in basso, di cui quella del Papa al centro, a destra quella del Re di Spagna e a sinistra quella di Venezia, possibile ricostruzione in Fig. 1.
Esiste dunque una magnifica medaglia (Fig. 2) del 1571, o di poco successiva, che commemora questo evento, fusa in bronzo o in argento, di diametro pari a 42.8mm circa opera dell’artista incisore Giovanni Vincenzo Melone.
La medaglia ha al dritto il busto verso sinistra con mozzetta del Cardinale de Granvelle e legenda ANT • S • R • E • PBR • CARD • GRANVELANVS • che traslitteriamo sciogliendo le abbreviazioni in questo modo: ‘ANTonivs Sacrae Romanae Ecclesiae PresBiteR CARDinalis GRANVELANUS’. Leggiamo anche ‘MELON F’, ossia ‘MELONe Fecit’.
Al rovescio troviamo raffigurato il Cardinale de Granvelle seduto a destra in faldistorio dinanzi all’altare della Chiesa napoletana di Santa Chiara, sovrastato da ciborio, al centro dell’altare una pisside ed esposto al fronte dell’altare un drappo con lo stemma cardinalizio del Granvelle, che porge con la mano destra lo stendardo della Santa Lega a Don Giovanni d’Austria in posizione genuflessa su cuscino decorato deposto su tappeto, in farsetto e con calzoni a sbuffo, con spada, scudo e con accessori d’epoca come il mantello e la gorgiera.
Don Giovanni d’Austria è con la mano sinistra al petto in segno di giuramento mentre con la mano destra raccoglie lo stendardo. Intorno affollano l’aula liturgica numerosi militi, tutti in cotta d’arme, e recano spade o alabarde.
Sullo stendardo si notano raffigurati ai piedi, della Croce, a sinistra la Beata Vergine, a destra altra figura di Santo non ben visibile forse San Giovanni Evangelista.
In alto campeggia il motto costantiniano ‘IN HOC VINCES’ una delle diverse varianti storicamente attestate dello stesso, a volere richiamare l’impresa bellica di Ponte Milvio in cui ‘Imperatore romano Costantino il Grande vinse il pagano Massenzio, con l’evidente similitudine simbologica del paganesimo ottomano.
Della medaglia esistono anche riproduzioni di epoca successiva.
Tra gli astanti alla cerimonia, benché i ritratti siano stati eseguiti con gran cura, è difficile individuare con esattezza l’identità delle personalità, ma sicuramente sono i membri del seguito di Don Giovanni d’Austria.
Lo stendardo fu spiegato sulla prima galea spagnola, la ‘Real’, ed il giorno 20 agosto partì in direzione di Messina, luogo del raduno delle forze cristiane, dove furono essi accolti da una folla di gente festante, pronti per contrastare i Turchi.
Il resto è storia nota, il memorabile scontro di Lepanto si svolse domenica 7 ottobre 1571 e fu una schiacciante vittoria per la Santa Lega.
La tradizione vuole che lo stendardo di Lepanto di Don Giovanni d’Austria fosse conservato presso l’altare della Chiesa di San Girolamo in Marsala, dono del Generalissimo ispanico dopo uno scalo presso la città siciliana, e fino ad epoca recente poteva essere visibile una porzione di esso, quella corrispondente al crocifisso.
Del vessillo, purtroppo, non vi è più traccia, forse a causa del bombardamento aereo del 1943, che distrusse la Chiesa e probabilmente anche lo stendardo, oppure perché il famoso drappo fu trafugato. Ne resta almeno la testimonianza sfragistica.
Comunque lo stendardo raffigurato nella pregevole medaglia ha molte similitudini con lo stendardo del Colonna, il primo, che secondo la tradizione fu donato dallo stesso al Vescovo di Gaeta Pietro Lunello e che ancora oggi è conservato presso il locale Museo Diocesano.
Per approfondimenti si rimanda al sito dell’Accademia di Arnau Roger.