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‘E stat(u)e di cera

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Il cambiamento climatico, il degrado ambientale, la sovrappopolazione e la guerra minacciano il futuro della nostra vita sulla Terra. Sono i Cavalieri dell’Apocalisse creati dall’uomo.
Jeannette Winterson

Bolle l’Europa, bolle la Terra ma meglio non cadere giù che, a quanto pare, la temperatura potrebbe scioglierti. Possiamo scrivere che la realtà è inconfutabile: l’estate 2023 si sta trasformando in una minaccia meteo.

Il caldo record che sta avvolgendo tutto il Vecchio Continente continua a mietere vittime. Qualche giorno fa il giornale scientifico Nature Medicine ha pubblicato un report in cui evidenzia come l’Italia sia il Paese europeo che sta pagando il prezzo più alto di questa crisi climatica in termini di vittime.

Diciottomila morti solo nell’estate del 2022. Una conta che, anche quest’anno, si aggiorna giornalmente. E che si aggrava, tenendo conto che le condizioni lavorative per molti raggiungono limiti inconcepibili di sopravvivenza.

Nonostante un inizio tardivo e incerto, questa stagione sta accelerando a ritmo sostenuto. Non importa come la si giri, l’anticiclone africano finisce sempre per farci visita almeno una o due volte durante la stagione estiva.

In sintesi, l’estate 2023 si sta rivelando un pericolo meteo, con un mix di fenomeni estremi, che oscillano tra ondate di calore e violenti temporali. Il cambiamento climatico e l’anticiclone africano contribuiscono a rendere la situazione ancora più critica.

La consapevolezza di queste problematiche è il primo passo per affrontare le sfide che il meteo ci pone.

Le cause della situazione sono almeno tre.

La prima, appunto, è da rintracciare nel cambiamento climatico causato dall’uomo, che agisce da moltiplicatore e che ha fatto aumentare la temperatura media del pianeta di +1,2°C negli ultimi 150 anni.

La seconda nel ritorno di El Niño, fenomeno ciclico naturale, che si genera nel Pacifico ed aumenta le temperature medie.

La terza nel riscaldamento eccezionale dell’Oceano Atlantico di queste ultime settimane.

Cause strutturali, cicliche e contingenti si sovrappongono e vanno, in questo momento, nella stessa direzione. Già il 2022 è stato caratterizzato da caldo estremo, siccità e incendi.

Le temperature della superficie del mare intorno all’Europa hanno raggiunto nuovi massimi, accompagnate da ondate di caldo marino. Proprio lo scorso anno, molti Paesi dell’Europa occidentale e sud-occidentale hanno avuto il loro anno più caldo mai registrato.

L’estate è stata la più calda mai registrata: le alte temperature hanno esacerbato le gravi e diffuse condizioni di siccità, alimentato violenti incendi, che hanno provocato la seconda più grande area bruciata mai registrata, e portato a migliaia di morti eccessive associate al calore.

Lo scioglimento dei ghiacciai è stato senza precedenti. Sono i dati contenuti nel rapporto sullo stato del clima in Europa 2022, il secondo di una serie annuale, che è stato prodotto congiuntamente dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal Servizio sui cambiamenti climatici Copernicus dell’Unione europea, che è stato pubblicato in concomitanza con la VI Conferenza europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici a Dublino, in Irlanda.

Il rapporto mostra come l’Europa si sia riscaldata il doppio rispetto alla media globale dagli anni 80, con impatti di vasta portata sul tessuto socioeconomico e sugli ecosistemi della regione. Nel 2022, la temperatura in Europa è stata di circa 2,3 C sopra la media preindustriale, 1850 – 1900, utilizzata come riferimento per l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

In segno di speranza per il futuro, per la prima volta l’anno scorso l’energia rinnovabile ha generato più elettricità del gas fossile inquinante. Lo stress da caldo da record che gli europei hanno vissuto nel 2022 è stato uno dei principali fattori di mortalità in eccesso legati alle condizioni meteorologiche in Europa.

Sfortunatamente, questo non può essere considerato un evento una tantum o una stranezza del clima. La nostra attuale comprensione del sistema climatico e della sua evoluzione ci informa che questo tipo di eventi fa parte di un modello che renderà gli stress da calore estremi più frequenti e più intensi per la maggioranza della popolazione del nostro pianeta.

Evidente che nei suoi 4,5 miliardi di anni di storia, il “paziente-Terra” ha attraversato continue modificazioni della sua temperatura superficiale: è il cambiamento climatico, un fenomeno ricorrente nella lunga storia del nostro pianeta ma che, stavolta, nasconde lo “zampino” dell’essere umano.

Il periodo geologico che stiamo attraversando sta vedendo un rialzo delle temperature molto più rapido di quelli passati. E, soprattutto, per la prima volta, questo sconvolgimento del clima avviene in concomitanza con la presenza massiccia dell’uomo, diffuso sul pianeta in 7,7 miliardi di esemplari.

Dalla Rivoluzione industriale in avanti, e in particolar modo negli ultimi 60 anni, il rialzo delle temperature globali si è legato a doppio filo alle occupazioni umane: attività produttive, trasporti, persino il riscaldamento delle case si basano ampiamente sui combustibili fossili, come carbone e petrolio, che alterano la composizione dell’atmosfera rilasciando nell’aria i famigerati gas serra.

A causa dell’aumento delle temperature, uragani e tempeste potrebbero diventare più violenti, alluvioni e siccità sempre più frequenti. Ciò sta rendendo già oggi più difficile contare sui raccolti agricoli, che hanno bisogno di stagioni regolari e che temono precipitazioni troppo scarse o troppo abbondanti.

Molte carestie significano cibo insufficiente o non abbastanza nutriente per sfamare una popolazione mondiale in crescita, ma anche malattie, instabilità politica, guerre, fenomeni migratori di massa.

Se il clima cambia, dovrebbe mutare anche la nostra mente, che deve rigenerare in un’evoluzione per combattere un problema così significativo, così totale e così difficile da affrontare. A tutti pare chiaro che non può esserci una soluzione fulminea.

Partiamo dal linguaggio, dalla cultura, dalle idee che edificano il nostro pensiero umano. La verità è che questa è una iper-estate e dobbiamo imparare a conviverci oltre che a preoccuparci del problema.

Ci stiamo sciogliendo come statue di cera, sembriamo in balia di polemiche e strumentalizzazioni tra allarmisti e negazionisti, come avvenne per il Covid e come sta avvenendo per la guerra tra Russia e Ucraina: intanto, la natura ci sta lanciando segnali forti, la Terra tribola e si piega su se stessa.

Qualcosa abbiamo sbagliato, qualcosa si è corrotto, qualcosa sta lanciando un ultimatum. Ora che sia già avvenuto questo caldo in qualche periodo lontano da noi, poco importa: le evidenze ci raccontano che l’uomo deve fare di più se vuole aiutare il Pianeta in cui abita per scongiurare altre catastrofi.

L’impegno passa attraverso azioni pratiche, ad una presa di coscienza, ad un impegno collettivo che educhi chiunque a fare del suo meglio per salvare questo piccolo posto nascosto nell’Universo.

Le conseguenze dei cambiamenti climatici, che già si sentono in modo drammatico in molti Stati ci ricordano la gravità dell’incuria e dell’inazione; il tempo per trovare soluzioni globali si sta esaurendo; possiamo trovare soluzioni adeguate soltanto se agiremo insieme e concordi. Esiste pertanto un chiaro, definitivo e improrogabile imperativo etico ad agire.

L’uomo è dotato d’intelligenza e di forza creativa per moltiplicare ciò che gli è dato, sinora però egli non ha creato, ma distrutto. Le foreste si fanno sempre più rade, i fiumi si seccano, la selvaggina si è estinta, il clima si è guastato, e di giorno in giorno la terra diventa sempre più povera e più brutta.
Anton Čechov

Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.