Dopo un pomeriggio di violenza in cui restano feriti tre tifosi napoletani, all’Olimpico, in un clima surreale, la finalissima che assegna la Coppa Italia 2014 inizia con 45 minuti di ritardo. I calciatori e le autorità restano ostaggio degli ultrà napoletani che chiedono la sospensione della gara dopo l’assalto pomeridiano ai tifosi azzurri. Solo dopo momenti di grande tensione può iniziare la gara.
Parte bene il Napoli che in 16 minuti si porta sul doppio vantaggio grazie a una doppietta di Insigne (11’ e 16’). Reagisce la Fiorentina che, approfittando di un’amnesia difensiva degli azzurri, riapre la gara con Vargas (28’). Nella seconda frazione di gioco i viola ci credono e sfiorano il pareggio prima con Iličič (84’) e poi con Matri (86′). Nonostante l’espulsione di Inler (79’), il Napoli resiste all’assalto viola e in contropiede chiude la gara con Mertens (93’). La gara termina col risultato di 3-1 per il Napoli. Il popolo azzurro è in delirio per la quinta Coppa Italia conquistata dal Napoli, la seconda dell’era De Laurentiis. Ma che vergogna per le violenze verificatesi prima della gara!
Sono le ore 21:00, ma all’Olimpico non va ancora in scena l’attesissima finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Sugli spalti si respira un clima di guerriglia, spadroneggia il panico.
Nel pomeriggio tre tifosi napoletani erano stati feriti: uno è in gravi condizioni. Dagli spalti arrivano petardi e bombe carta, in diretta un vigile del fuoco viene colpito da un petardo. La tensione e la paura sono i veri protagonisti. Non sono ancora ben chiare le dinamiche degli scontri avvenuti prima della gara.
Pare che le autorità vogliano rimandare l’incontro, Della Valle, De Laurentiis, Abete e Beretta si consultano. Qualsiasi decisione potrebbe fomentare le reazioni di una parte dei tifosi giunti nella Capitale. Il calcio diventa così ostaggio delle tifoserie. Per calmare gli spiriti riottosi capitan Hamšík e Bigon vanno verso la tifoseria ultrà degli azzurri: tutti sono increduli, si tratta con gli ultrà. Il capitano azzurro deve rassicurare gli ultrà sulle condizioni del ferito, che sembra essere fuori pericolo di vita; bisogna scongiurare reazioni violente da parte degli ultrà che chiedono la sospensione del match. Poi arriva la notizia che calma gli animi più violenti: la tifoseria viola è estranea all’agguato in cui sono rimasti coinvolti i tifosi partenopei durante il pomeriggio.
Hamšík può così scendere negli spogliatoi e annunciare che forse la gara potrà finalmente iniziare. Per rispetto verso le migliaia di persone accorse all’Olimpico ad assistere a uno spettacolo sportivo e non a una guerriglia. La finale può iniziare: le autorità, anzi gli ultrà, hanno deciso.
Veniamo finalmente alla partita, perché solo di questa dovremmo parlare. Nonostante il tesissimo pre-partita gli uomini di Benitez scendono in campo con determinazione. Il tecnico spagnolo schiera Insigne, Callejón e Hamšík alle spalle di Higuaín, in mediana Jorginho e Inler, affidandosi in difesa ad Henrique, Fernández, Albiol e Ghoulam, con Reina tra i pali. Montella, alla sua prima finale come allenatore, orfano di Gomez, cerca di non dare punti di riferimenti in attacco, schierando Joaquin, Borja Valero e Iličič, disponendo una folta mediana con Pasqual, Aquilani, Pizarro, Vargas, e in difesa Tomovič, Gonzalo e Savič, con Neto tra i pali. Scalpitano in panchina Matri e soprattutto Rossi, appena recuperato da un lungo infortunio ma che ha nelle gambe solo una ventina di minuti.
Dopo i fischi durante l’inno nazionale interpretato da Alessandra Amoroso, ha inizio il match.
Il Napoli è arrembante e si rende subito pericoloso con Higuaín, che colpisce la traversa sulla sponda di Fernández. In 16 minuti sembra aver già messo la sua quinta Coppa Italia in bacheca: al minuto 11 Jorginho recupera una pallone ed Hamšík, palla al piede per oltre 30 metri, serve sulla sinistra Insigne, mai magnifico come questa sera. È subito vantaggio per il Napoli! Dopo pochi minuti Vargas perde il pallone, Higuaín serve Insigne al centro che calcia a giro: 2-0! Prima doppietta per l’attaccante di Frattamaggiore con la maglia del Napoli: mister Prandelli prenda nota!
I viola non demordono e hanno il merito di reagire, nonostante il doppio svantaggio in appena 16 minuti, che avrebbe tagliato le gambe a chiunque. Al 28’ Vargas, riscattandosi dal suo errore, approfitta di un buco difensivo degli azzurri per battere, servito da Iličič, l’incolpevole Reina. La gara è così riaperta.
Nella ripresa gli azzurri si rintanano nella propria metà campo: i viola ci credono e producono una impressionante mole di gioco. Montella sostituendo Pasqual con Mati Fernandez (56’) prova a schiacciare gli azzurri a centrocampo. Benitez risponde mandando in campo Mertens (63’) per Hamšík, finalmente autore, dopo gare piuttosto deludenti, di una bella prestazione. Fuori anche Higuaín (70’), dentro Pandev. Continua il confronto tra i due tecnici: al 73’ Montella fa entrare Rossi, acclamato dai suoi sostenitori, al posto di Joaquin. Il neo-entrato Pandev ha subito sui piedi la palla che potrebbe chiudere l’incontro: servito da un incontenibile Mertens, a tu per tu con Neto fallisce la rete che avrebbe messo fine alle ostilità.
Minuto 79: il direttore di gara Orsato estrae il secondo giallo per Inler, che commette un fallo da dietro su Iličič. La Fiorentina può approfittare anche della superiorità numerica.
Montella allora tenta il tutto per tutto per dare l’assalto finale al fortino azzurro: fuori Aquilani, dentro Matri (83’) e viola a trazione anteriore. Benitez prende le contromisure: esce Insigne, tra gli scroscianti applausi dei tifosi napoletani, lasciando il posto a Behrami.
La Fiorentina ci crede e prova, con il cuore, ad agguantare il pareggio: prima Iličič (84’), servito da Matri, calcia a lato da solo davanti all’estremo difensore partenopeo; poi Matri, pescato dal metronomo viola Pizarro in area di rigore, si gira in un fazzoletto di campo e calcia a lato.
I cinque minuti di recupero sembrano un’eternità per i sostenitori azzurri, ma al 93’ Mertens, sull’assist di Callejón, fredda Neto, consegnando a Napoli la Coppa Italia.
Il popolo azzurro può esultare per il trionfo. Hamšík alza la Coppa Italia nel cielo dell’Olimpico, che si colora di azzurro. Quella del Napoli, dopo un inizio devastante, è una vittoria sofferta, ma meritata. Benitez, che indovina tutti i cambi, si conferma re di coppe. Dopo una stagione in cui ci si aspettava il secondo posto in campionato, arriva almeno la conquista della Coppa Italia. Da qui bisogna ripartire per puntare ad obiettivi più prestigiosi nella prossima stagione.
Il Napoli può gioire per la vittoria, una vittoria dedicata ai tifosi e soprattutto ai feriti: una vittoria meritata, ma amara, per quel vergognoso pregara di violenza e di guerriglia.
Carmelo Cutolo
Autore Carmelo Cutolo
Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.