Il testo per migliorare la vita dei disabili dopo la morte dei cari
Il 4 febbraio la Camera ha detto sì alla legge ‘Dopo di noi’ che prevede misure in materia di assistenza per i disabili privi del sostegno familiare.
Il testo è stato approvato con 375 sì, 75 no e 11 astenuti ed ora passerà al Senato. Il no è arrivato dal M5s stelle che ha giustificato la sua posizione affermando che questa legge non fa altro che favorire le lobby delle assicurazioni e delle cooperative.
Il testo, voluto dal Pd e dalla Lega, “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave” può essere considerato storico perché è la prima volta che le istituzioni prendono posizione su un tema così delicato che tocca tante famiglie nel nostro Paese. Il Presidente della Commissioni Affari Sociali, Mario Marazziti, si è detto orgoglioso di aver contribuito ad accelerare l’iter per approvare un provvedimento sui disabili che era atteso da anni. La norma prevede quindi lo stanziamento di un fondo da 90 milioni per quest’anno e 150 milioni nel triennio che verranno presi dalla Legge di stabilità e destinati all’assistenza, in strutture a dimensione familiare, di persone disabili che non hanno cari in grado di potersi prendere cura di loro.
Nonostante la gioia per l’arrivo di una legge così tanto attesa, non sono mancate le perplessità da parte degli “addetti ai lavori”. Carlo Giaccobini, direttore di Handylex, una banca dati legislativa che contiene circa 500 norme di carattere nazionale, ha rilasciato un‘intervista in radio in cui prova a descrivere il testo della legge. Esso, spiega Giaccobini, si pone una serie di obiettivi di servizio volti a potenziare programmi di intervento che siano volti a favorire la de-istituzionalizzazione. In Italia quasi 250 mila persone vivono in una situazione di isolamento e quindi c’è la necessità di attivare programmi che possano favorire l’uscita da queste realtà ed il ritorno in famiglia nel caso in cui ciò sia possibile oppure, e qui entra in gioco la legge, offrire una soluzione che permetta di ricreare una situazione a dimensione familiare.
Altro obi
Un altro elemento fortemente discusso del testo è il trust, strumento di origine anglosassone che consente a chi dispone di un patrimonio, di affidarlo ad un soggetto terzo che lo gestisca a patto che offra assistenza e servizi alla persona disabile nel caso in cui rimanga da sola. Ma come si può ben capire, ciò torna utile solo a chi dispone di un patrimonio cospicuo e quindi non va a garantire una copertura che sia valida per tutti.
“Si sarebbero potuti potenziare, afferma il direttore di Handylex, altri strumenti già presenti nel Codice civile italiano rendendoli più snelli, come ad esempio la donazione morale che dà la possibilità di lasciare il proprio patrimonio ad un terzo a patto che esso si occupi del disabile preso in custodia”.
Il punto più controverso, quindi, è proprio quello della de-istituzionalizzazione, perché in Italia sono più di 380 mila le persone ospitate negli istituti che molte volte non hanno le competenze giuste per prendersi cura delle persone con disabilità. La speranza è che nella lettura al Senato si possa intervenire e cambiare alcuni tasselli di questa legge per rendere una volta per tutte la dignità morale non solo ai disabili ma anche alle loro famiglie.
Autore Monica De Lucia
Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.