Nella giornata del 22 maggio si è spento Don Gallo, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova. Nel 1970, Don Gallo fu “accusato” di essere comunista e questo sarebbe stato il motivo per cui la curia decise il suo allontanamento.
Il provvedimento dell’arcivescovo provocò nella parrocchia e nella città un movimento di protesta, ma la curia non tornò indietro e ingiunse a don Gallo di obbedire.
Tuttavia egli rinunciò all’incarico offertogli all’isola di Capraia, ritenendo che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato. Qualche tempo dopo venne accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, e insieme a un piccolo gruppo diede vita alla sua comunità di base, la Comunità di San Benedetto al Porto.
Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe. Una vita spesa a difesa dei più deboli, a difesa dei diritti degli omosessuali , trans e tossicodipendenti. Spesso le sue battaglie gli hanno procurato molte critiche, ciononostante è andato avanti per la sua strada, accusando la chiesa di pensare ad accumulare solo ricchezze e che nonostante predichi l’amore del creatore verso tutti, non esiti a discriminare molti figlio di Dio, per le loro scelte sessuali.
“Le prostitute e i farisei nel regno di Dio, verranno prima di voi”, cita il Vangelo Don Gallo, quando lo si accusava di disobbedire al dettami della chiesa cattolica, una chiesa vecchia e per vecchi, distante anni luce dalla realtà e dai reali bisogni delle persone, che specie in un periodo storico così difficile , stenta a stare realmente vicino alle persone.
L’uso del profilattico, uno strumento che previene malattia, quindi a difesa della vita, la condanna dei veri atti impuri, quali l’evasione fiscale sono suoi celebri tweet che ricordo con maggior piacere.
Questi i principi cardine per scardinare la gabbia di ipocrisia di un’istituzione, la chiesa cattolica, che predica povertà ma possiede una banca, che divulga l’amore del signore, ma discrimina gli omosessuali come se fossero delle bestie, come se fossero dei cani in chiesa.
Credo che bisognerebbe fare molti passi indietro, che le parole di persone fantastiche come don Gallo dovrebbero essere insegnate ai bambini a scuola e negli oratori affinché la nostra condizione sociale di uomini miseri e miserabili possa risollevarsi.
Autore Roberto Migliaccio
Roberto Migliaccio nasce a Napoli il 25-12-1978, appassionato di scrittura creativa pubblica : “HO SOGNATO DI SCRIVERE POESIE” Edito da Kimerik nel giugno 2007 ; “ED E’ SUBITO SERA” aa.vv edito da Kimerik nel gennaio 2011. "PENSIERI E PAROLE D'AMORE"aa.vv. - Kimerik novembre 2011 Premiato al concorso le “Frasi più belle” indetto dalla MONTBLANC; Pubblicazione di articoli per i giornali universitari “Il corriere dei diritti” e “Parthenopiamoci”;