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Don Chisciotte e l’Inquisizione

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Don Chisciotte


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Nel precedente articolo abbiamo ripercorso le principali tappe della vita di Miguel de Cervantes che lo hanno portato a scrivere il suo Capolavoro.
È opportuno muoversi oltre le caute e premurose dichiarazioni dell’autore e chiedersi se questi avesse realmente deciso di scrivere solo un satirico racconto delle avventure di un folle.

È possibile intravedere in ‘Don Chisciotte della Mancia’ diversi livelli di lettura e l’apparente accessibilità del testo costituisce probabilmente un limite ad apprezzare la reale complessità del capolavoro.

La dimostrazione di questa ipotesi è data dalla costatazione che all’epoca

persone avvedute o forse solo maliziose avevano visto nell’opera di Cervantes un attacco contro la Vergine, un attacco contro l’Inquisizione, un trattato filosofico; Sancho Panza sarebbe simbolo del popolo o dei politici, i mulini a vento sarebbero l’Errore, la Chiesa l’Inganno, e Dulcinea l’anima oggettiva di Don Chisciotte.

Cervantes, in realtà, visse in un’epoca in cui la libertà sociale, intellettuale e religiosa degli spagnoli era sottoposta ad un’asfissiante censura da parte delle istituzioni. Anni in cui la chiesa diede maggior impulso ad un’azione di purificazione, già iniziata con la pratica dell’Inquisizione fin dal 1478, allo scopo di salvaguardare in Spagna la supremazia dell’eredità cattolica minacciata dalla diversità sociale e culturale di cristiani, ebrei e musulmani.

Cervantes non fu immune da tali persecuzioni. Suo padre fu vittima di incarcerazione nel 1552 a Valladolid per mancanza di documenti che provassero la discendenza da famiglia di accertata fede Cattolica e lui stesso, solo per richiedere lavoro presso la Corte reale, dovette fornire un’analoga documentazione.

Il nostro romanziere sapeva di dover mantenere una “corretta” immagine di ortodossia di fronte allo spietato potere della burocrazia teocratica spagnola ed è quindi probabile che i suoi studi ed i suoi scritti siano stati necessariamente ed abilmente velati all’attento esame dei censori.
La sanguinosa pulizia sociale in corso in quei secoli non concedeva scampo e lo scopo della Chiesa, mirato ad annientare tutti i movimenti eretici, si tradusse in una lotta sanguinosa contro la pratica dell’alchimia, del paganesimo e delle arti divinatorie, inclusa l’astrologia.

Quest’ultima “scienza” riscuoteva sempre grande interesse ed era già stata praticata da alcuni religiosi, incluso Sant’Agostino prima che decidesse di rinnegarla. Sull’astrologia, come su altre pratiche definite “esoteriche”, il cambiamento della posizione ufficiale della Chiesa avvenne molto lentamente ed in una fase di transizione durata secoli ella riuscì nell’intento di sovrapporre i riti cristiani alle pratiche “eretiche”.

Il filosofo e studioso dell’esoterismo Dane Rudyar spiega che

la chiesa prese il posto dell’astrologia. Organizzò, infatti, numerose festività e cerimonie scandite secondo un preciso ordine durante l’anno; ordine, questo, che duplica le vecchie biologiche festività basate sull’astrologia in epoca arcaica.

Lo storico inglese della letteratura Elisabettiana E. M. W. Tillyard, in riferimento a quell’epoca, affermava che

era uno dei compiti principali della chiesa quello di ridurre la tarda superstizione astrologica pagana nella sua propria disciplina, [anche se] non si trattava di escluderla del tutto.

Cervantes riferisce queste trasformazioni tramite le rivelazioni di Don Chisciotte a Sancho:

Bramò l’imperatore di vedere quel celebratissimo tempio della Ritonda, che anticamente era chiamato Tempio di tutti gli Dei, e meglio oggi si chiama di tutti i Santi.
Cervantes II, 8, 681

Il romanziere affronta in maniera sottile e cauta la storia della Chiesa.

McCrory sottolineava che Cervantes

… rifiuta, in maniera risoluta, di includere qualsiasi accenno o riferimento nei suoi scritti che possa offendere la dottrina cattolica…

Indicativa del pensiero del Cervantes sull’Inquisizione è la conversazione tra don Chisciotte e Sancho riguardo al finto scimmiotto indovino.

Il Cavaliere dice di come

sia stupito che nessuno abbia finora accusato (l’ignaro animale) al sant’Ufficio e posto ad esame per trargli di bocca in virtù di chi egli indovini.
Cervantes II, 25, 817

L’autore riconosce quindi il pericolo in cui incorrono tutti sotto lo sguardo dell’Inquisizione e, pur avendo espresso diverse allusioni piuttosto caute alla sua religione, vide nel 1624 diverse parti della sua novella cavalleresca censurate dall’Inquisizione portoghese. Ma il nostro ingegnoso Autore non rinunciò ad arricchire le pagine della sua Opera con altre allusioni alle scienze ermetiche, spesso in maniera fugace e sottile, ma che non furono mai respinte da altra censura cristiana.

Jorge Luis Borges affermava:

… Cervantes ha insinuato il soprannaturale in maniera sottile, e dunque più efficace. Nel suo essere più intimo, Cervantes amava il soprannaturale…

Il nostro non indietreggia neanche di fronte alla pericolosa discussione sull’ortodossia della pratica della fede. In un celebre dialogo, la nipote del cavaliere sostiene la posizione persecutoria dell’Inquisizione sulla letteratura di fantasia secondo il cui contenuto, riferendosi a credenze pagane, costituivano materiale eretico.

Posizione agli antipodi rispetto a quella caldeggiata da Don Chisciotte per cui la professione di cavaliere errante si basa su

… una scienza che in sé racchiude tutte le scienze del mondo e perché quegli che voglia professarla deve essere esperto di legge… dev’essere teologo,… deve essere medico e in particolare erborista…  dev’essere astrologo e deve conoscere la matematica…
Cervantes II, 18, 755

Il Cavaliere, formato e convinto sostenitore delle scienze eretiche, è mosso da un intento umanista nel proporre l’unione di dottrine differenti alcune delle quali, ad esempio erboristeria e astrologia, avversate e proibite dall’Inquisizione.

Chiamati in causa a testimoniare la rilevanza di queste scienze nel ‘Don Chisciotte’ sono gli antichi Saggi che vissero durante

… età fortunate, secoli avventurosi quelli che furono chiamati dagli antichi secoli d’oro…
Cervantes I, 11, 180

I riferimenti agli antichi sono presentati tramite personaggi di mitici reali o di fantasia. Nella descrizione del fittizio Tinacrio el Sabidor, che scriveva profezie in testi caldei, e quella del primo inventore della Negromanzia, distinguiamo la figura di Zoroastro.

Profeta ed astrologo persiano del VI secolo a.C., Zoroastro cercò di riformare le pratiche religiose in Caldea ed ebbe un grande impatto sul giudaismo, mitraismo, gnosticismo, manicheismo, e cristianesimo ma il suo rifiuto verso lo status quo religioso gli causò la morte.

L’intero testo di Cervantes risuona di allusioni ai concetti di Tolomeo, citato direttamente da Don Chisciotte

… che fu il maggior cosmografo che si conosca…

attraverso un linguaggio alchemico degli elementi, delle stelle, e delle sfere dell’universo. Gli scritti di Tolomeo, e il conseguente arrivo dell’ideologia dello zoroastrismo in Europa, si realizzarono con la conquista del Mediterraneo da parte degli arabi presso i quali l’astrologia era connessa a varie forme di cerimonie magiche. Influenze culturali diverse a cui il nostro romanziere fu esposto, ciò a sfatare definitivamente il mito storico – letterario di uno scrittore poco avvezzo agli studi e dalla scrittura approssimativa.

Un ruolo fondamentale nel pensiero di Cervantes, in parte concorde con la dottrina della Chiesa, è la posizione sul libero arbitrio e nel rapporto tra libero arbitrio e l’astrologia.

Lewis spiega che i teologi più ortodossi

… potevano accettare anche la teoria che i pianeti avessero un effetto sugli eventi e sulla psicologia, e, ancor di più, sulle piante e sui minerali ma non accettavano la pratica redditizia di previsioni astrologiche sulla terra e soprattutto il determinismo astrologico e la dottrina delle influenze in grado di escludere il libero arbitrio.

Gli fa eco don Chisciotte che afferma

Non vi sono stregonerie nel mondo che possono forzare la volontà, come credono alcuni sempliciotti, e che il nostro arbitrio è libero…
Cervantes, I, 22, 287-288

Cervantes quindi studioso e profondo conoscitore delle scienze “eretiche”, pur riconoscendo l’innegabile coinvolgimento degli astri e delle forze occulte, sostiene che il libero arbitrio sia un valore supremo di ogni essere umano ed afferma la centralità dell’uomo ed il suo diritto di essere protagonista consapevole del proprio destino.

Autore Alfonso Oriente

Alfonso Oriente, nato a Napoli il 13/06/1965, è Professore di Reumatologia e Riabilitazione Reumatologica presso l'Università Federico II di Napoli. Ha compiuto ricerche in campo immunologico per diversi anni presso la Johns Hopkins University negli Stati Uniti. Appassionato di esoterismo, letteratura, musica rock e jazz, considera il suo vero hobby riuscire a scrivere di queste cose insieme.