Un breve viaggio nei luoghi comuni
Negli ambienti cosiddetti spirituali olistici si fa un gran parlare dell’ego, come fosse qualcosa di distruggere, annullare, poiché ostacolo alla beatitudine e alla pace interiore.
In questo articolo prendo in esame la questione e analizzo, in sintesi, uno degli aspetti del nostro “io”, l’orgoglio.
La Treccani così lo definisce in primo luogo:
Stima eccessiva di sé; esagerato sentimento della propria dignità, dei proprî meriti, della propria posizione o condizione sociale, per cui ci si considera superiori agli altri.
Ma è tutto qui? È quindi solo negativo?
Vediamo in seconda battuta come lo definisce:
Con senso attenuato sentimento non criticabile della propria dignità, giustificata fierezza.
Ciò a significare che sia anche buona cosa avere quel minimo di orgoglio necessario per la nostra autostima e per non farci sopraffare da chiunque voglia sottometterci.
Quante volte abbiamo sentito dire, per esempio, da un genitore: “Sono orgoglioso di te!” dopo che un figlio si è comportato bene?
Una cosa perciò è stimolare negli e in noi stessi l’amor proprio e ben altra lasciarci trasportare dalla superbia.
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Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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