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La ruota delle reincarnazioni


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Il ciclo delle esistenze e il filo rosso del Karma

Secondo diverse dottrine esoteriche, il corpo fisico non è l’unico di cui è costituito l’uomo.

Mediante il proprio corpo l’uomo può mettersi momentaneamente in rapporto cogli oggetti; mediante la sua anima egli conserva le impressioni che questi gli hanno fatto; e mediante lo Spirito gli si rivela l’intimo contenuto degli oggetti stessi.
Rudolf Steiner – Teosofia

Diversi autori fanno riferimento ad una tripartizione, anche se in contesti esoterici diversi.

Paracelso riconduce il tutto ad una visione alchemica.

Tutti i metalli traggono origine da tre sostanze, cioè: da mercurio, zolfo e sale…
il mercurio è lo spirito, lo zolfo è l’anima e il sale è il corpo.
Paracelso

Altrove, nel solco dello stesso Steiner, abbiamo considerato l’aspetto della conoscenza.

Una ripartizione che possiamo prendere in considerazione è quella tra corpo, mente e spirito. Ognuna di queste componenti implica un diverso grado di consapevolezza e, di conseguenza, di verità che, naturalmente, si influenzano reciprocamente.
Pietro Riccio – L’infinita metafisica corrispondenza degli opposti

Discorso, per altro non estraneo allo stesso Steiner.

Nel mezzo fra il corpo e lo Spirito vive l’anima.
Le impressioni che le pervengono per la via del corpo, sono passeggere; esistono solamente finché il corpo apre i propri organi alle cose del mondo esteriore. Il mio occhio percepisce il colore della rosa soltanto finché la rosa è presente e che l’occhio stesso è aperto. È dunque necessaria la presenza, tanto dell’oggetto nel mondo esteriore, quanto quella dell’organo corporeo, perché un’impressione, una sensazione, o una percezione possa venir generata. Invece quello che ho riconosciuto nel mio Spirito come Verità intorno alla rosa, non è fugace, e anche in quanto alla sua verità non dipende da me; dacché sarebbe ugualmente vero, anche se io non mi fossi mai trovato davanti alla rosa. Quello che riconosco per mezzo dello Spirito, è basato sopra un elemento della vita animica, per mezzo del quale l’anima è connessa con un contenuto del mondo, che si manifesta in lei indipendentemente dalle basi transitorie del suo corpo.
Rudolf Steiner – Ibidem

Ma spesso la tripartizione è solo il primo passo per ulteriori distinzioni.

Risultano dunque sette parti nell’uomo terreno.

1 Il corpo fisico.
2 Il corpo eterico o vitale.
3 Il corpo animico senziente.
4 L’anima razionale.
5 L’anima cosciente riempita dallo Spirito.
6 Lo Spirito vitale.
7 L’Uomo-Spirito.
Rudolf Steiner – Ibidem

L’anima viene indicata da Steiner come corpo sottile, e suddivisa a sua volta in corpo eterico, animico e razionale.

Lo Spirito come corpo spirituale, appunto, è articolato in anima cosciente riempita dallo spirito, spirito vitale e uomo spirito.

Oltre che al corpo pesante, dunque, si fa riferimento a corpi sottili e spirituali, anche se con terminologie e suddivisioni differenti, le cui difformità sono spesso di natura tassonomica.

Immaginare un uomo che non si identifichi esclusivamente con la sua parte materiale, fisica, pesante, apre la porta altre riflessioni; due sono quelle che al momento ci sembrano più affascinanti: reincarnazione e viaggio astrale.

Cosa succede ai corpi sottili e spirituali quando quello fisico muore? Muoiono anche loro? Sopravvivono? Se sì, in che modo? In quale forma? Esiste la possibilità che una parte di noi possa incarnarsi in un nuovo corpo fisico?

Alla reincarnazione fa riferimento lo stesso Steiner.

Orbene, l’anima sta posta fra il presente e l’eternità, in quanto sta al centro fra corpo e Spirito: ma essa è anche mediatrice fra il presente e l’eternità, perché conserva il presente per la memoria. Così facendo essa lo sottrae alla transitorietà e lo accoglie nell’eternità del suo Spirito.
Rudolf Steiner – Ibidem

Dunque, la prima indicazione di Steiner ci arriva dal brano appena citato. La parte eterna dell’uomo è lo spirito, che, grazie alla mediazione dell’anima, conserva tutto quanto arriva dalla realtà sensibile, ovvero l’esperienza.

Specificando:

Lo Spirito è eterno; la corporeità è dominata da nascita e morte secondo le leggi del mondo fisico; la vita dell’anima, che è sottoposta al destino, serve a unire lo Spirito e la corporeità durante il corso di una vita terrena.
Rudolf Steiner – Ibidem

Un nuovo termine merita una precisazione, quello di destino.

Non dobbiamo immaginarlo come una mera predeterminazione, un servo arbitrio, tutt’altro.

Il senso ci viene chiarito dallo stesso autore.

L’anima vive nel presente: questa vita nel presente però non è indipendente dalle vite precedenti, dacché lo Spirito rincarnato porta seco il proprio destino dalle incarnazioni passate – e questo destino determina la vita.
Rudolf Steiner – Ibidem

Si tratta, in effetti, di quello che viene altrimenti indicato come Karma.

Questo destino che l’uomo si è creato vien chiamato il suo Karma; e lo Spirito è sotto la legge della rincarnazione, delle ripetute vite terrene.
Rudolf Steiner – Ibidem

Le azioni che si compiono, le persone che incontriamo, tutto ha una conseguenza non solo nell’esistenza presente, ma anche in quelle successive.

Sebbene la memoria del corpo fisico non serbi nessun ricordo delle esistenze precedenti.

Purtroppo non si serba alcun ricordo delle esperienze passate. Questa cosa gli causava un nodo alla gola. Sapeva che nella prossima vita non avrebbe ricordato nulla di ciò che adesso gli sembrava importante. Forse sarebbe nato in luoghi lontanissimi da quelli in cui aveva vissuto.
In ogni modo la sua coscienza non avrebbe recato traccia di posti ed eventi che lo avevano segnato, che costituivano i cardini di quell’esperienza.
Pietro Riccio – Eternità diverse

Questo forse è il senso. Ogni vita come se fosse la prima; ogni vita come se fosse l’unica.

Gli uomini con cui l’anima è stata unita in una vita, dovranno da essa essere ritrovati in una vita seguente, perché le azioni che fra essi si sono svolte, devono avere le loro conseguenze.
Rudolf Steiner – Ibidem

Ma, come dicevamo, è lo Spirito ad eternare l’esperienza, a trasformarla in consapevolezza, in evoluzione. Ed è la continuità propria dello Spirito stesso a tenere legate le incarnazioni con il filo del Karma.
E a farci ritrovare debiti e crediti, persone e talvolta luoghi.

Un vecchio saggio, una volta, gli aveva spiegato che le anime che avevano tra di loro delle affinità o che erano legate affettivamente, si attiravano per l’eternità, le loro storie erano destinate ad incrociarsi fino al compimento dei tempi. Ma c’era un rovescio della medaglia, anche sentimenti come l’odio causavano un legame del genere. Si era destinati a rincontrare quelle anime che si erano odiate. Aveva riflettuto a lungo sul senso del collegamento tra amore e odio. Che l’amore travalicasse la morte faceva parte anche del senso comune. Ma perché anche l’odio? La spiegazione che era riuscito a trovare era che probabilmente amore e odio dovevano essere consustanziali. Appunto le due facce della stessa medaglia, comunque espressione di una sola forza.
Pietro Riccio – Ibidem

Restano due domande, le più pressanti tra le tante.

Cosa succede allo Spirito tra un’incarnazione e l’altra?

Che finalità ha il ciclo delle rincarnazioni?

Per rispondere alla prima domanda facciamo riferimento allo stesso Steiner.

Quando lo Spirito umano, nel suo cammino fra due incarnazioni, ha passato il «mondo delle anime», entra nel «paese degli Spiriti», per dimorarvi finché sia maturo per una nuova esistenza fisica.
Rudolf Steiner – Ibidem

Sempre secondo Steiner, la durata di questo periodo è variabile.

Alla morte segue per lo Spirito umano un periodo, in cui l’anima si spoglia delle sue inclinazioni per l’esistenza fisica, per seguire poi, in seguito, le sole leggi del mondo spirituale – animico e mettere in libertà lo Spirito. Naturalmente questo periodo sarà tanto più lungo, quanto più l’anima era attaccata al mondo fisico. Esso sarà breve per un uomo che teneva poco alla vita terrena, mentre sarà lungo per colui che ha legato tutti i suoi interessi alla vita fisica, in modo che alla sua morte sopravvivono nell’anima ancora molti desideri, brame ecc.
Rudolf Steiner – Ibidem

In poche parole, la durata di questo periodo di intermezzo è fortemente legata al grado di elevazione spirituale raggiunta. Più si ci è distaccati dalle passioni, dalla materialità, dai metalli, prima si diventerà pronti a calarsi nuovamente nella fisicità.

Arriviamo alla seconda domanda, quella assieme più semplice e complessa allo stesso tempo: il perché della ruota delle vite.

Ma sebbene uno dei compiti dello Spirito umano, finché passa da incarnazione a incarnazione, consista precisamente nella sua azione sul mondo fisico, nondimeno esso non potrebbe soddisfare a tale compito, se vivesse una sola volta nell’esistenza corporea; perché gli scopi e gl’intenti della missione terrestre non possono essere sviluppati e acquistati nell’incarnazione corporea, così come non si crea la pianta d’un edificio sul luogo stesso di costruzione, dove lavorano i muratori. Come tale pianta deve essere eseguita nello studio d’un architetto, così anche i piani e gli intenti dell’azione sulla terra, sono elaborati nella «regione degli Spiriti».
Rudolf Steiner – Ibidem

Fino a quella che per Steiner è un’incarnazione particolare: l’ultima.

Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco.
Giordano Bruno

Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo…
l’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.
Giordano Bruno

Attraverso l’esperienza l’uomo si libera gradualmente della sua parte materiale, l’azione libera lo Spirito, fino a farlo coincidere perfettamente con la sua essenza divina.

Per quanto riguarda l’anima, invece, viene anche definita, come dicevamo, corpo astrale.

L’espressione corpo astrale serve qui a indicare l’assieme del corpo animico e dell’anima senziente.
Rudolf Steiner – Ibidem

La riflessione si sposta sul viaggio astrale, sulla chiaroveggenza e preveggenza.

Ma tutto ciò sarà argomento di un prossimo articolo.

Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.